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Bridgerton

Hello dearies, come la tagliente Lady Whistledown ci ha insegnato, non potevo non dirvi la mia sulla seconda stagione di un ormai fenomeno mondiale: Bridgerton, serie tv che ha debuttato nel dicembre del 2020 su Netflix, prodotta dalla nostra amata Shonda Rhimes, e tratta dai romanzi di Julia Quinn.

Per chi avesse commesso il terribile errore di non aver ancora guardato la prima stagione, sono qui per rimediare, farò per voi gli onori di casa.

Bridgerton è ambientata nell’era Regency londinese e segue principalmente le vicende dei Bridgerton da cui prende il nome, e di altre famiglie dell’alta società di quel tempo, come i Featherington e gli Sharma.

Mentre il focus della prima stagione era stata la difficile ma inevitabile storia d’amore tra la più grande delle sorelle Bridgerton, Daphne e del duca di Hastings Simon, la seconda stagione appena uscita dalle scuderie di Shondaland è incentrata sulla storia altrettanto burrascosa tra il maggiore dei fratelli Bridgerton, il visconte Anthony e le due sorelle Kate ed Edwina Sharma, uniche figlie di Lady Mary Sheffield, da poco ritornata in città per assicurare a sua figlia Edwina un matrimonio da sogno.

All’inizio di questa seconda stagione vediamo un Anthony disilluso, a tratti cinico, così impegnato nella ricerca della moglie perfetta, che possa essere una viscontessa adeguata a portare avanti il nome dei Bridgerton, totalmente devoto ai doveri che ha verso la propria famiglia da bandire i propri sentimenti, rischiando però così di negare a se stesso la felicità.

Dall’altra parte della sala da ballo spiccano invece le sorelle Sharma appena arrivate dalla misteriosa Bombay, tra cui Edwina, che sembra una perfetta candidata per il ruolo di diamante della stagione dei matrimoni appena cominciata, e Kate, la sorella maggiore che regala a questa seconda stagione una marcia in più.

Infatti lei, a differenza della stessa Daphne, o della maggior parte delle ragazze dell’alta società londinese, sembra non avere alcun interesse nel trovare il marito perfetto, è piuttosto una giovane donna sicura di sé, indipendente e determinata a trovare il proprio posto nel mondo.

Kate ed Edwina non potrebbero essere più diverse, ma lo Shonda factor in questa seconda stagione dà ai personaggi maschili e femminili la profondità e la caratterizzazione di cui avevamo bisogno in un mondo in cui la parte di ognuno sembra già scritta dalla nascita, Shonda riesce a concedere a tutti, nessuno escluso, il beneficio del dubbio, restituendo loro la libertà di scegliere per amore di se stessi prima che per il rispetto e gli obblighi verso la famiglia.

Ma quello che vi terrà incollati allo schermo my dearies, è la forza magnetica che si sprigiona dagli sguardi dei protagonisti (di cui scoprirete di più solo se date a questo capolavoro una chance), i conflitti che rendono il tutto un po’ meno prevedibile, gli schemi di una società classista che man mano si sgretolano, l’irriverenza mista a crudele sincerità di Lady Whistledown che vede e sente tutto, anche prima che i diretti interessati se ne accorgano, che vi giuro vi affezionerete ai personaggi senza nemmeno rendervene conto.

Ora la smetto, non sia mai che vi spoileri qualcosa, non me lo perdonerei mai!

Worth the hype, isn’t it?

Let me know!

Francesca Nardella