Train to Busan

Trama


Protagonista del film è Seok-woo, un agente di borsa particolarmente dedito al suo lavoro, che gli permette di mantenere sé stesso e la piccola figlia Soo-an. Da divorziato, l’uomo cerca di essere il più attento possibile alle necessità della bambina, che per il suo compleanno chiede al padre di andare a fare una gita a Busan, dove vive anche la madre.

Durante il viaggio in treno, però, uno dei passeggeri inizia a subire una misteriosa trasformazione che lo porta a diventare uno zombie. Il panico si scatena subito dentro al treno e Seok-woo dovrà trovare il modo di difendere a tutti i costi sua figlia. Al di fuori del treno, allo stesso modo, l’invasione zombie è già iniziata.


Recensione


Vi è mai capitato di sentire parlare di un film per mesi, anzi forse anni ma per qualche ragione non aver mai trovato il momento giusto per vederlo? Per me è successo proprio in questo caso. Tutti me ne avevano sempre parlato benissimo ma io, forse per la paura di essere delusa, non ho mai avuto l’occasione vera e propria di vederlo. Alla fine posso dire che tutte le mie aspettative sono state ampiamente
soddisfatte, quindi questa mia paura era totalmente infondata.
Questa pellicola tratta principalmente di un’apocalisse ma in realtà è molto psicologica e tratta temi importanti tra i quali la lealtà verso se stessi e gli altri, l’amore e, soprattutto, l’importanza di essere presenti per gli affetti a discapito di qualunque lavoro. La società di questo film è infatti alienata, improntata su quello che è il rampantismo, incarnato perfettamente nella figura del nostro protagonista, manager che antepone sempre la carriera alla propria famiglia.
È un film che lascia veramente con il fiato sul collo, che ci permette di vedere come i buoni, i superstiti della razza umana soccombano ad uno a uno nell’infinita orda di nemici. Vedere personaggi che avevi imparato ad apprezzare morire brutalmente è un altro tipo di dolore che rende questo film estremamente incalzante ma anche drammatico. Molte volte però i nemici non sono solo gli zombie ma proprio i sopravvissuti stessi, di cui non ci si può fidare e che sono pronti a tradire il prossimo
per salvarsi, mostrando la loro vera natura.
In tutto ciò però c’è un gruppo di persone che vive questa situazione catastrofica come un motivo di unione. Senza cooperazione, infatti, non si riesce ad andare avanti, bisogna pensare al bene comune e avere una meta: Busan. La meta dove sembrerebbe che il contagio è stato in qualche modo contenuto e in cui vengono curati tutti: non importa la classe o la ricchezza basta solo arrivarci. Sarà la necessità di fare questo viaggio a spingere il nostro gruppo ad andare avanti,
nonostante tutte le perdite e tutte le fatiche.

Il ritmo del film è sempre incalzante a discapito dei luoghi molto limitati dati dalle diverse stazioni e dal treno stesso. Un film che fa rimanere attaccati allo schermo dall’inizio alla fine, con molti colpi di scena inaspettati e un finale che un po’fa rimanere con l’amaro in bocca e con tanti “e se…”.
Consiglio vivamente la visione del film anche per iniziare a conoscere alcuni degli attori coreani più famosi del momento.


Alla prossima receustione,


Marta Golotta