Asteroid City

Trama

 Attorno alla metà degli anni Cinquanta, ad Asteroid City – un’immaginaria cittadina americana in pieno deserto – si svolge un convegno di astronomia, noto come Junior Starzager. L’occasione attira molti studenti e le rispettive famiglie, che giungono da ogni luogo del Paese per prendere parte alla competizione accademica che si tiene durante il convegno. Qui, molte persone si incontreranno e le loro esistenze si sovrapporranno in maniera inattesa.

Quando i visitatori di Asteroid City avranno un incontro estremamente ravvicinato con un’entità aliena, l’esercito americano deciderà di intervenire per riportare ordine tra la folla, costringendo tutti a sottoporsi a una quarantena. Mentre saranno costretti a rimanere nei loro alloggi, tutti i personaggi coinvolti in questa strana vicenda inizieranno a discutere di diversi temi: c’è chi pensa di fuggire di nascosto, chi vorrebbe tornare alla realtà al più presto, nonostante la visita degli alieni, e chi, dopo aver compreso che nell’universo esistono altre forme di vita oltre a quella degli esseri umani, inizia a riflettere sui risvolti della religione e soprattutto sulle teorie dell’esistenza.

Receustione

Wes Anderson è sempre un regista riconoscibile, il suo stile oramai è ancora più riconosciuto dei suoi film stessi. La sua impronta stilistica non solo è forte ma anche unica nel suo genere e ci fa apprezzare e coinvolgere in tutti i suoi lavori.
L’idea di partenza non è male, siamo nel 1955 in una cittadina americana immersa nel deserto con pochissimi abitanti, dove però si svolge una convention per l’astronomia. 

In questa città si radunano i migliori attori della nostra Hollywood, questo perchè il cast è d’eccezione con attori come Tom Hanks, Maya Hawke, Jeffrey Wright, Adrian Brody, Scarlett Johansson. Purtroppo molti di loro hanno poche scene e non vengono valorizzati a pieno della loro capacità attoriale. Infatti quasi nessuno di loro effettivamente influisce in modo significativo su tutta la nostra storia e Anderson, secondo la mia opinione, avrebbe potuto puntare molto di più su di loro per rendere davvero accattivante tutto il film. Basti pensare alla bravissima Margot Robbie e alla sua apparizione che è talmente breve che nemmeno una persona riesce a registrare di star effettivamente assistendo ad un momento comunque cardine di tutta l’idea della trama di questo film.
Wes tenta di fare quello che Nanni Moretti ci ha dato nel Sol dell’Avvenire, citare se stesso, ma con scarsi risultati. Non mancano certamente i momenti davvero pieni di suspense e interesse ma manca quel non so che, quella passione anche nella trama di Moonrise Kingdom o il vero e proprio splendido raccolto di Grand Budapest Hotel. 

Direi che forse per questa pellicola Anderson ha prediletto la sua attenzione all’aspetto visivo del film piuttosto che a quello storiografico o di trama. Purtroppo non ha sfruttato, a parer mio, le grandi star del cinema che aveva a disposizione per creare una vera e propria narrazione coinvolgente tanto quanto la sua capacità scenografica. 

Alla prossima receustione,

Marta Golotta