Tre colori – film blu
Trama
In un incidente stradale, Julie perde il marito Patrice, un celebre compositore, e la piccola figlia Anna. Julie inizia così una nuova vita, anonima, indipendente, lasciandosi deliberatamente alle spalle tutto ciò di cui disponeva prima, in abbondanza. Un giornalista musicale sospetta che in realtà fosse Julie l’autrice delle musiche del marito. Lei nega, forse troppo bruscamente… Olivier, il giovane assistente di Patrice ama Julie da molto tempo. Per costringerla ad uscire dall’isolamento, decide di portare a termine il Concerto per l’Europa: un’opera grandiosa lasciata incompiuta dal compositore morto. Julie intanto si sforza per non cadere nelle trappole che minano la sua libertà…
Receustione
Primo capitolo di una trilogia dedicata ai colori della bandiera francese (il Blu come colore della libertà, il Bianco a simboleggiare l’uguaglianza e il Rosso la fratellanza) ammetto che mi sia piaciuto ma con la consapevolezza dei suoi numerosi difetti. In primis il messaggio che a mio parere per quanto fosse nelle premesse ottimo e edificante è stato reso nella forma quasi in modo banale. Il film, come detto, si focalizza sul concetto di libertà.
Il film ha un tono minimalista con il blu come colore dominante rendendo lo spettatore consapevole del tono che il regista vuole dare a tutto il film. La sequenza iniziale termina con un incidente, motore d’inizio vero e proprio per tutta la vicenda. Questa pellicola infatti racconta di come Julie, l’unica sopravvissuta all’incidente, cerchi di superare la morte del marito e della figlia, elaborando il lutto e andando avanti. Julie, infatti, attraverserà tutti gli stadi del dolore, iniziando con la non accettazione e tentando quindi il suicidio, ma senza trovare effettivamente la forza di farlo. Lei è attaccata alla vita, ma decide per salvare se stessa e per evitare di riprovare questo genere di dolore di essere un involucro vuoto, non più vogliosa in alcun modo di provare qualcosa e volendo solo vivere la vita senza effettivamente viverla. Per non provare più queste emozioni decide di vendere la casa e prenderne una completamente nuova così da separarsi da tutto. L’unica cosa che porta con sé sono delle perline blu, che erano poste nella camera di sua figlia, segno che per quanto una persona cerchi di distaccarsi ci sono affetti che mai potremo dimenticare.
I dialoghi sono pochi in questo film, si dà una enorme importanza al silenzio sia della protagonista che delle scene in sé, prediligendo poca colonna sonora. Anche in questo senso però la musica è la protagonista del film: il marito di Julie era un compositore ma la sua ultima opera è rimasta incompleto, Julie rifiuta di aiutare a concluderla ma la musica fa parte di lei: molte volte infatti, circondata dalla colorazione blu, lei sente la musica del marito.
Il film ci mostra quindi il progressivo e graduale ritorno alla realtà di Julie, quello che non ho apprezzato è stato come vi siano stati alcuni colpi di scena finali che, a mio parere, non erano necessari per il senso del film visto che Julie stava riprendendo contatto con la realtà anche senza di essi. Avrei preferito una narrazione finale diversa perché a mio parere quello ha un po’ rovinato il senso generale del film.
Alla prossima receustione,
Marta Golotta