Recensione Don’t worry darling

Buongiorno lettori,

oggi voglio parlarvi di un film uscito a settembre che mi ha stupito molto. Sto parlando di Don’t worry darling, il film con Harry StylesFlorence Pugh, diretto da Olivia Wilde, presentato fuori concorso alla 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

TRAMA
Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles) hanno la fortuna di vivere nella comunità idealizzata di Victory, la città realizzata da un’azienda sperimentale che ospita, assieme alle loro famiglie, gli uomini che lavorano al progetto top-secret Victory. L’ottimismo sociale degli anni ’50 sposato dal loro amministratore delegato, Frank (Chris Pine) – a metà tra un uomo d’azienda visionario e un life coach motivazionale – fissa ogni aspetto della vita quotidiana di questo luogo utopico nel mezzo del deserto. Mentre i mariti trascorrono ogni giorno all’interno del quartier generale del Victory Project lavorando allo “sviluppo di materiali innovativi”, le loro mogli, inclusa l’elegante partner di Frank, Shelley (Gemma Chan), passano il tempo a godersi la bellezza, il lusso e la dissolutezza della loro comunità. La vita è perfetta e ogni esigenza dei residenti viene soddisfatta dall’azienda. Tutto ciò che viene chiesto in cambio è discrezione e impegno incondizionato per la causa del progetto Victory. Quando però iniziano ad apparire delle crepe nella loro vita idilliaca, che rivelano qualcosa di sinistro sotto l’attraente facciata, Alice non può fare a meno di chiedersi esattamente cosa stiano facendo alla Victory e perché. Quanto sarà disposta a perdere Alice per far emergere cosa sta realmente accadendo in questo paradiso?

RECENSIONE
Quando sono andata a vederlo, sono entrata in sala senza sapere nulla del film: non avevo visto il trailer e non avevo letto la trama. Non sapevo proprio cosa aspettarmi. Sono rimasta sorpresa? Sì. Tutto mi sarei aspettata da questa pellicola, fuorchè quello che ho realmente visto. Vedendo il poster del film, uno si potrebbe immaginare la solita commedia romantica, magari strappalacrime, in cui succede qualcosa di brutto a uno dei protagonisti. E i primi minuti del film potrebbero anche confermare questa ipotesi, finché non arrivano le prime scene in cui tutto viene ribaltato.
In realtà il film racconta di una società utopica, di una vita apparentemente perfetta che nasconde però un grande segreto. All’inizio mi ha ricordato un po’ WandaVision per come era strutturato, ovviamente lo sviluppo è diverso. Inizialmente sembra tutto perfetto, però poi vengono alla luce i primi problemi, la trama si rivela poco a poco, diventando sempre più un thriller psicologico e claustrofobico. Infatti il film ruota proprio intorno a questo, al controllo, alla psicologia umana e al senso di claustrofobia, che aumenta sempre di più nella protagonista man mano che scopre quello che sta vivendo.
Ho amato l’ambientazione, i vestiti e le musiche, tutto in linea con gli anni ‘50. Il perfetto mix tra canzoni vecchie e nuove, super in linea con l’ambientazione e il tema del film, aiutano lo spettatore a immergersi perfettamente in un mondo ormai lontano dal nostro. Lo stesso avviene per quanto riguarda scenografie, abiti e arredamenti. I protagonisti vivono nella città di Victory, una cittadina apparentemente perfetta dove puoi vivere la vita dei tuoi sogni, però già dalle prime immagini della città si può notare quanto questa appaia finta e artificiosa agli occhi dello spettatore.
L’interpretazione di Florence Pugh è stata magistrale, perfetta nel ruolo, capace di dimostrare tutte le emozioni provate dalla protagonista e di farti vivere il suo senso di disagio, paura e curiosità. Chris Pine è perfetto nel ruolo di burattinaio, calato perfettamente nella parte del superuomo e architetto del proprio mondo. Anche Harry Styles, che non fa propriamente parte del mondo del cinema, ci regala una buona performance, perfettamente in linea con quello che è il personaggio interpretato, mai fuori posto o stonato nell’interpretazione.
In conclusione, Don’t Worry Darling mi ha stupito e mi è piaciuto davvero tanto. Lo consiglio soprattutto a tutte quelle persone che amano l’utopia e la distopia, l’idea di un mondo perfetto in cui vivere, anche se c’è sempre un prezzo da pagare per farlo. È una storia complessa ed emozionante, un viaggio psicologico che ti rimane impresso anche quando le luci della sala sia riaccendono e lo schermo si spenge.

Con questo ultimo articolo UNINTBlog vi augura un buon Natale e un felice anno nuovo. Mi raccomando mangiate tanto e circondatevi di amore, state in compagnia delle persone che amate che è la cosa più importante. Ci rivediamo a gennaio con le Pillole di Instagram!

Chiara Citarrella