La campagna dei democratici contro Trump sarà centrata sulla pandemia.   
Lo dimostrano i servizi di NY Times e CNN

CNN

Il Presidente Donald Trump ha storicamente un rapporto conflittuale con la stampa. In particolar modo con l’emittente televisiva statunitense CNN, con la quale gli attriti sono ulteriormente aumentati negli ultimi mesi. Il Presidente ha criticato la CNN ininnumerevoli occasioni sin dall’inizio della sua presidenza. Eclatante fu il tweet del luglio 2017, nel quale editava una puntata della WWE– World Wrestling Entertainment in cui faceva una breve apparizione. Nella versione modificata, Trump proiettava a terra un personaggio della WWE ponendo sul suo viso il logo della CNN, come a rappresentare il dominio di Trump nei suoi confronti.

Come si spiega questo astio nutrito da Trump nei confronti dell’emittente? Il tutto trova fondamento nella diffusione di fake news, che hanno ulteriormente inasprito i rapporti con il Presidente e creato una nuova tipologia di guerra non convenzionale. Questa pregressa situazione, sommata alle implicazioni del Coronavirus, potrebbe influire in maniera determinante sulle elezioni presidenziali.

Come riporta l’articolo della CNN del 23 giugno 2020, Trump sta toccando con mano tutte le conseguenze della pandemia, non potendo portare avanti come vorrebbe la sua campagna elettorale in vista delle imminenti elezioni: pesanti accuse sono state avanzate dai Democratici in merito alla volontà di Trump di creare assembramenti nei comizi elettorali. L’emittente ha sottolineato che, avvicinandosi al giorno delle elezioni, quasi sicuramente il numero dei decessi negli Stati Uniti sarà di gran lunga superiore a quello registrato adesso e questo costringerà Trump ad ammettere di aver lasciato un Paese in condizioni critiche per affrontare una crisi sanitaria pubblica senza precedenti. Tra le risposte alle accuse, il Presidente ha anche affermato che se tutti i Paesi rispettassero le normative, come lui stesso fa, promuovendo l’impiego dei tamponi, e testassero le popolazioni, si vedrebbe come gli Stati Uniti d’America non rappresenterebbero un caso così critico in merito alla diffusione del virus, come invece presentato dagli “anti-Trumpiani” e dalla comunità internazionale.

New York Times

Forti. Agguerriti. Qualcosa che unisce il Presidente Donald Trump e il quotidiano New York Times esiste, e sicuramente è il modo spietato con cui entrambi si attaccano vicendevolmente. Già dalla corsa nel 2016 per le presidenziali, l’autorevole testata americana aveva offerto il proprio sostegno alla candidata democratica Hillary Clinton. Poi, nel corso del mandato presidenziale, gli attacchi verso Trump si sono intensificati, ovviamente, sul versante della sua linea politica. Il giornale infatti, si è mosso in nome del liberalismo progressista di cui si fa portavoce: un’area liberal – come è nota nella tradizione statunitense – molto attenta alle questioni sociali. Il Presidente dal canto suo, che aveva definito il quotidiano una fake news dopo le dimissioni dell’editore James Bennet, o ancora, promulgatore dell’ideologia marxista in riferimento al progetto 1619, non ha mai mancato di rispondere alle provocazioni mosse contro di lui.

E adesso, in un recente articolo, l’ennesima offensiva: un’indagine, articolata in cinque punti, sulla cattiva gestione della pandemia da parte dell’amministrazione Trump. Per la precisione, ad essere messa sotto accusa, sarebbe l’articolazione della risposta all’emergenza nel periodo critico delle settimane di metà aprile in cui, mossi dalla fretta di dichiarare la vittoria contro il virus, si sarebbe scatenata una nuova ondata pericolosa di contagi. In primo luogo, le decisioni sulla gestione del virus sarebbero state prese essenzialmente da un piccolo gruppo di collaboratori del Presidente che elaborava strategie sulla base delle linee dettate da Trump, tralasciando i pareri degli esperti di sanità pubblica. Successivamente, viene specificato che il maggior peso è stato attribuito alle valutazioni del medico Deborah Birx, che basandosi sull’esperienza dell’Italia, aveva ipotizzato che il virus in America fosse ormai sotto controllo, che il picco era alle spalle e che i morti e i contagi si sarebbero ben presto attestati attorno allo 0. Oltre a ciò, data la volontà primaria di far ripartire l’economia, Trump avrebbe intensificato una campagna pubblica contro i test, poiché questi avrebbero dimostrato che i casi sarebbero stati sempre più in aumento. Inoltre, viene dato prova che con l’atteggiamento negligente del Presidente, che si è voluto sottrarre alle sue responsabilità, si è creato un vuoto di potere che ha lasciato i governatori e i funzionari statali alle prese con uno sforzo maggiormente impegnativo nella lotta al virus. Infine, viene denunciato il fatto che Washington si sarebbe mossa troppo in ritardo per iniziare a riconoscere i propri errori; difatti solamente nelle prime giornate di giugno, i funzionari dell’amministrazione hanno ammesso che le loro previsioni erano sbagliate.

Fra le grandi conseguenze che questa pandemia farà registrare, ci sarà anche un cambiamento nelle stanze della Casa Bianca? I Democratici attendono con impazienza.   

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

Fonti

Trump’s pandemic failing is now directly impacting his campaign, disponibile su https://edition.cnn.com/2020/06/23/politics/donald-trump-coronavirus-campaign-testing/index.html, consultato il 22/07/2020.

Inside the failure: 5 takeaways on Trump’s effort to shift responsibility disponibile su https://www.nytimes.com/2020/07/18/us/politics/trump-coronavirus-failure-takeaways.html, consultato il 22/07/2020.