L’Akutaq, il gelato degli eschimesi

Ci spostiamo oggi in Alaska, dove migliaia di anni fa i nativi crearono una forma di gelato del tutto originale con gli ingredienti di cui disponevano. Sto parlando dell’Akutaq (dallo yupik “mescolare insieme”), anche detto gelato eschimese, un piatto a base di lardo di renna (o in alternativa caribù, alce o orso polare), olio animale, due tazze di neve fresca e bacche. Alcune varianti prevedono l’aggiunta di pesce e, più recentemente, di zucchero.

Le donne erano solite preparare il gelato eschimese per i loro figli o nipoti quando questi ultimi andavano a caccia e lo condividevano con tutta la comunità in alcune cerimonie speciali. Generalmente, venivano consumati gli animali che gli stessi cacciatori avevano ucciso, essendo essi ricchi di proteine e preziosi quindi per ottenere le energie necessarie.

Secondo la tradizione, chi aveva preparato l’Akutaq dava il segnale agli altri di poter iniziare a mangiare la specialità lanciandone un pezzetto nel fuoco e dicendo “tamarpeci nerluci” ossia “mangiate tutti”.

I cacciatori portavano spesso l’Akutaq anche nelle lunghe battute di caccia quando, provati dal freddo e dalla fatica, non riuscivano a trovare alcun tipo di alimento in quel clima gelido.

All’Akutaq vengono attribuiti diversi ingredienti e forme di preparazione, poiché il piatto non è stato mai tramandato per iscritto ma sempre e solo oralmente, limitandosi a mostrare a chi lo desiderava come andava fatto.
Per questo esistono moltissime versioni di questo gelato, anche a seconda delle forme di vita che potevano essere cacciate nelle vicinanze di ogni zona anni e anni fa.

Anna Nobili