Quando ti sei sentita per la prima volta adulta? Che sensazione hai provato?

La prima volta che mi sono sentita adulta è stato da bambina. E io adulta da bambina mi ci sono sentita tante volte. Quando d’estate dopo cena mi piaceva vincere il sonno per restare in giardino ad ascoltare i discorsi dei ‘grandi’.

Quando ho scelto di salire sul palco da sola perché le mie compagne di danza hanno smesso a poche settimane dal saggio. E quando poco tempo dopo ho iniziato a correre in punta di piedi nella classe delle ‘grandi’.

Quando alle feste mi trattenevo al tavolo dei bimbi solo per poco e poi andavo ad ascoltare i grandi perché li trovavo più interessanti e perché io ferma in una situazione che mi annoiava proprio non ci sarei rimasta.

Quando al ristorante al momento delle ordinazioni il cameriere mi proponeva un menu a base di premure, pasta al sugo, cotoletta e patatine fritte e io rispondevo indispettita che avrei preferito un risotto.

Quando nel ’98 (e io sono del ’92) ho chiesto a mia madre di portarmi al cinema a vedere La leggenda del pianista sull’oceano.

Quando ho preparato il primo sugo di pomodoro a mio fratello.

Quando fantasticavo su come sarebbe stata la mia casa. E la immaginavo come una magione ottocentesca. Con un giardino così grande che a stento mi avrebbe consentito di scorgere l’entrata di casa, con un porticato sorretto da colonne bianche dove avrei sorseggiato il tè, con finestre in stile inglese che mi avrebbero regalato più luce, con soffitti alti oltre 3 metri che mi avrebbero fatto sentire come all’aperto, con una grande pista per ballare, una sala da pranzo dove avrei portato in tavola la colazione tutte le mattine e un tetto trasparente per guardare le stelle nelle sere serene.

Avrei scoperto più tardi che nelle sere serene è bello anche starsene ad ascoltare la pioggia. Che basta veder rifiorire le tue piante a prescindere dalla grandezza dello spazio che le ospita, che del tè mi piacciono solo le tazze, che la luce si diffonde più spesso dall’interno, che ci si può sentire come all’aperto anche in soffitta, che si può ballare stando fermi, e che a volte si può stare insieme anche senza sedersi alla stessa tavola.

Non so quanto fossi bambina e quanto adulta quando progettavo la mia magione. In fondo cercavo di progettare la mia vita. Avrei scoperto più tardi che la vita inizia quando smetti di progettarla.

La prima volta che mi sono sentita bambina è stato da adulta. E io bambina da adulta mi ci sono sentita tante volte. Quando ero la più piccola del gruppo, quando avevo desiderio di protezione pur essendo capace di proteggermi da sola, quando cercavo ripetutamente conferma del certo.

C’è stata però una volta in cui sono stata davvero una bambina. Ed è stato quando ho pensato che da adulta non sarei mai più stata bambina. E una in cui sono diventata davvero adulta. Ed è stato quando ho realizzato che sarei rimasta per sempre anche bambina.

Federica Granata