Molte persone che mi vedono qui pensano che ormai faccia parte del sistema universitario stesso, poiché sono sempre in Ateneo e amo vivere la vita universitaria: è un po’ come stare a casa mia. Adesso sono quasi alla fine del mio percorso magistrale in Interpretariato e Traduzione inglese e cinese.
Perché hai scelto di studiare le lingue?
All’inizio, nel 2014 ho provato un po’ di tutto: la scuola di preparazione ai test di medicina, per poi capire che quella non fosse la mia strada; poi ho fatto il test alla Sapienza per lingue orientali: volevo fare Giapponese, per me era una fissa. Faccio parte della generazione dei cartoni, dei manga giapponesi, ecco spiegato il mio desiderio di studiarlo. La scelta di iscrivermi a una facoltà linguistica nasce anche dal fatto che mia mamma è insegnante di inglese e in casa si è sempre respirato questo clima.
Avevo passato il test ed ero pronto a iscrivermi, quando mia madre mi ha parlato della UNINT e ho deciso di informarmi. Dopo aver prenotato un colloquio di orientamento per vedere l’ateneo e avere delucidazioni sul mio possibile percorso di studi,m ho deciso che questa era l’università fatta apposta per me nonostante non si studiasse il giapponese, ma solo il cinese. Poiché molti aspetti del giapponese derivano dal cinese, ho pensato che non sarebbe stato poi così male studiare la radice, la lingua da cui ha avuto origine, appunto il cinese.
Nel mio percorso universitario ci sono stati alti e bassi, ma la UNINT e il rapporto con i miei docenti mi ha fatto crescere molto. Quasi alla fine di questi 5 anni, mi sento un po’ Gulliver, un survivor se ci riferiamo allo studio della lingua cinese, che non cambierei per nulla al mondo.
Sei mai stato in Cina e quale aspetto ami della cultura cinese?
Sì, dopo la laurea triennale, nel 2017, ho trascorso 6 mesi in Cina, i più belli della mia vita. Ho incontrato un sacco di persone provenienti da ogni parte del mondo e con molte siamo diventati amici. I primi mesi di vita lì sono stati i più difficili. Quando però dovevo andar via, non avrei più voluto staccarmi da quella realtà. Però ho pesato alla mia istruzione, a quello che poi mi avrebbe permesso di inserirmi al meglio nel mondo lavorativo; ed ecco che ho deciso di proseguire con la magistrale qui alla UNINT. Della cultura cinese mi affascina il fatto che la Cina va scoperta. Ho avuto una forte cultura letteraria fantasy a partire da Tolkien, poi mi sono spostato verso l’esoterismo, verso le cose più assurde e diverse, e nella Cina ho ritrovato proprio questo. Qui vivono in modo diverso, hanno un senso del rispetto e dell’aiutare il prossimo diverso, ci si sente un po’ tutti parenti dell’altro. Amo la cucina cinese, la loro letteratura molto provocatoria, affiancata ad uno scrivere elegante e non scontato. Mi sono innamorato della Cina a 360 gradi, per la mia voglia di scoprire tutto ciò che è nuovo, diverso e particolare; e lo è sempre, pertanto ho questa voglia di continuare ad arricchirmi di questa cultura.
Cosa farai dopo la laurea? Programmi per il futuro?
Nonostante il lavoro da interprete sia molto difficile, io non mollerò, anche se so che sarà dura: pian piano arriverò a conseguire il mio sogno, con la mia “cazzimma” che mi contraddistingue. Dopo la laurea però voglio subito ripartire per la Cina, voglio scoprire se effettivamente è un posto con cui ho voglia di averci a che fare, lavorare lì come insegnate di italiano perché no. Sento il bisogno di spostarmi verso altri luoghi e di parlare le lingue.
Massimo Carchedi