The best experience in your life that helps you to discover not only another country but the whole world and your own identity😉”: Tatiana Grygorieva
Direttamente da Danzica, seppur ucraina (esattamente di Kiev), oggi conosciamo Tatiana, una dei tanti splendidi Erasmus che ha il piacere di trascorrere insieme a noi il suo periodo italiano.


“Ho scelto Roma per il mio programma Erasmus perché è sempre stata il mio sogno. Mia madre è una fan di Adriano Celentano e a lungo la musica e la lingua, che secondo me è molto melodiosa, mi hanno ispirata. In più, Roma è il cuore dell’Italia! Inoltre, gli italiani sono persone allegre e rispettose, soprattutto per quanto riguarda l’arte, l’amore, la bellezza e la vita in generale. Questa visione mi fa impazzire! Così come i colori che usate nel vestirvi. L’Italia mi sta insegnando ad apprezzare ciò che ho e ciò che è effettivamente presente per me (e ciò che mangio, ossia non un semplice bisogno, bensì un piacere fisico).


Tatiana studia International Business Management e ha deciso di dedicare una buona parte del suo lavoro universitario al mercato italiano della moda poiché spinta dalla grande storia che caratterizza il nostro splendido paese. Chiacchierare con lei è stato molto divertente e stimolante: è una persona molto vivace e attiva, sente veramente ogni parola che pronuncia e, soprattutto dal mio punto di vista, non sapete quanto sia entusiasmante poter avere l’occasione di colloquiare con una forza della natura com’è lei.
Ciò che più mi ha incuriosito è questa sua “doppia” provenienza, dunque ho provato a giocare sui tre paesi protagonisti di quest’intervista: l’Italia, la Polonia e Ucraina.


Secondo Tatiana, ci sono grandi differenze tra i tre Stati: primo fra tutti, il modo di veder la vita. Il motto italiano è “la vita è meravigliosa e talmente tanto corta che non abbiamo tempo per i cattivi pensieri e il pessimo cibo!”, quello polacco “l’attenzione ai dettagli e il sarcasmo sono quanto di più importante ci sia”, mentre quello ucraino è “amiamo la libertà, ma non abbiamo idea di come usarla” (questo dovuto soprattutto agli eventi storici; per chi non lo sapesse, l’Ucraina nasce 28 anni fa e sono ancora un grande work in progress per quanto riguarda la loro identità nazionale).
La seconda grande differenza sono i colori: in Italia usiamo colori smaglianti e floreali (soprattutto sulle vetrine dei negozi), in Polonia utilizzano molto colori pacati come il marrone e il verdone e, infine, l’Ucraina risplende di colori brillanti quali il giallo e il rosso, per esempio.

Un’altra differenza è il rumore “pubblico”: in Polonia, a differenza di Italia e Ucraina, non è appropriato parlare a voce alta in un luogo pubblico, difatti sin da bambini si insegna il rispetto per la quiete altrui.
Infine, l’istruzione: Tatiana racconta che nei suoi due “paesi” l’attenzione dello studente ricade molto più sugli argomenti imparati a memoria, piuttosto che quelli effettivamente compresi. I docenti sono molto severi e ci tengono che i loro allievi imparino bene a memoria i concetti teorici da loro insegnati. Tant’è che mi ha svelato che loro conoscono già le domande che verranno sottoposte in sede d’esame, visto che, appunto, il loro lavoro è semplicemente quello di rispondere alle domande. “Non è il caso italiano! Ho grandi professori che mi dedicano le attenzioni che merito in caso non capisca un determinato argomento e, secondo me, il metodo utilizzato qua è più efficace.”


Concludo l’intervista allontanandomi dalle differenze sopracitate: domando a Tatiana cosa le piace di Roma: “premetto che è la mia prima volta in questa splendida città e in Italia in generale… pensare di andare a vivere un periodo nella capitale mi spaventava e mi continua a spaventare non poco (e i mezzi pubblici non sono proprio la cosa più semplice da capire qua…), ma quando vedi la ricca architettura che il panorama ti offre e senti lo spirito della città, dimentichi ogni pensiero negativo (anche quelli legati al traffico! Ahah) E soprattutto, la gente è così simpatica, aperta, gioviale, emozionale… hanno un grande cuore caldo simbolo della loro cultura e io mi chiedo come faccia a non piacere tutto ciò.