PH. by Mauro Galligani, Giorgio Armani nel suo atelier, Milano 1980

Giorgio Armani Special Edition

Il re della moda italiana alle soglie del suo 86° compleanno

Giorgio Armani è lo stilista italiano più conosciuto al mondo e chiamarlo anche solo Artista sarebbe riduttivo. Quello che Giorgio Armani rappresenta ci spinge a ridefinire il concetto di stilista-virtuoso e ad arrivare al concetto assoluto di icona senza tempo, vero fondamento per il mondo della moda internazionale. Dalla prima collezione nel lontano 1964 per Nino Cerruti, al lancio del brand Giorgio Armani nel 1975, noi di LuxuryJuice vorremo omaggiarlo ripercorrendo in breve la sua carriera, cercando di celebrare non solo il suo brand, famoso in tutto il mondo ma anche l’uomo tenace, instancabile ed appassionato che non smetterà mai di stupirci.

Vi presento Giorgio Armani.

La sua storia ha un non so che di ipnotico: è possibile sentire il peso di ogni singola situazione anche valutandola da schermo a schermo. Come spesso ha dichiarato la mia vita è stata “un sacrificio proteso verso il mio lavoro”. Non è “figlio d’arte” come spesso accade ma nasce in una piccola città del nord Italia, Piacenza, in una famiglia modesta composta da tre figli. Dopo aver lasciato gli studi di Medicina per il servizio militare, al suo ritorno si sente cambiato e fa esperienza di quella sensazione molto familiare, anche per i post-laureati, (relazionando l’avvenimento in chiave più moderna) di ritardo/inadeguatezza/indecisione rispetto ai suoi amici e conoscenti. Ma è proprio questo stimolo negativo che, col sennò di poi, lo porterà ancora una volta fuori dalla sua Piacenza e lo avvicinerà al mondo della moda, allineando la consapevolezza della ricerca, con la consapevolezza della sua crescita artistica.

Siamo nel 1957 e Armani si presenta come fotografo per i magazzini della rinascente: il suo soggetto è la sorella Rossana; da qui inizia la gavetta tra i buyer di abbigliamento, inizialmente, solo maschile. La svolta non tarda ad arrivare, prima nella stagione 1964-65 con una collezione per Nino Cerruti, Hitman. Qui inizia la sua ricerca per la giacca maschile che abbia l’eleganza degli anni ’60 e la comodità dettata dall’esigenza dell’uomo di città. Dopo poco, il suo talento indiscusso gli permette di lavorare come Freelance ed inizia a occuparsi della moda femminile, primo step che lo porterà a sfilare a Palazzo Pitti a Firenze. Un evento che l’artista ricorda sempre con entusiasmo in concomitanza con l’incontro di Sergio Galeotti, il suo futuro manager che come lui, sognatore visionario, lo incoraggerà verso le scommesse imprenditoriale della sua vita: così nasce Giorgio Armani S.r.l.

Siamo nel 1975, la società di Giorgio Armani prende forma grazie ad un capitale iniziale di 10 milioni di lire, come ricorda l’artista “(..) tutti facevamo un po’ tutto, l’amministratore chiudeva scatole di cartone che contenevano vestiti da spedire, l’aiutante del disegnatore faceva le fotocopie (..)”. Dopo un solo anno, la fatica ed il sacrificio ripagano con un ricavo netto di 569 milioni di lire. La situazione cambia radicalmente nel 1979, quando Armani viene insignito a New York del “Neiman Marcus Award”, premio che gli vale un trunk show della sua nuova collezione da Saks. Questo fu veramente l’inizio del successo per l’artista: una piccola esposizione temporanea si trasformò, grazie solamente al suo indiscusso pregio, in un evento epocale destinato ad essere raccontato per decenni. Lo stile Armani finalmente si afferma: lo slancio controcorrente, la sobrietà, i colori tenui, la discreta raffinatezza.

Dopo la morte di Galeotti nel 1985, Armani prende il controllo totale dell’azienda senza mai dimenticare il supporto dell’amico-collega nel corso degli anni. Partendo dal fatto che, come spiegato più volte da lui stesso, non esiste una “formula Armani” o un ingrediente magico per far proliferare un’azienda, quello che veramente fa la differenza è una combo di tutte le qualità più “umane” di un individuo (le sue esperienze, i suoi sacrifici, le sue passioni e la sua testardaggine) incanalate dal fiuto imprenditoriale per la realizzazione concreta di un obiettivo.

Obiettivo raggiunto e sorpassato grazie anche alle diversificazioni nel corso degli anni (pensiamo ad Emporio Armani, Armani Cosmetics, Armani Junior, Armani Exchange, Armani Jeans, Armani Privé ecc).

Tra i picchi della sua lunghissima carriera è possibile ricordare, oltre la strategica diversificazione, anche la collaborazione con il grande schermo: suoi sono gli abiti di Leonardo di Caprio in “the Wolf of Wall Street” e quelli di Tom Cruise in “Mission Impossible”, Richard Gere in “American Gigolò” ed ancora, “The intouchables”, “Quei bravi ragazzi” di M. Scorsese, “Il Cavaliere Oscuro”, “ The social network”, “Duplicity”… e altri ancora per un totale di circa 200 titoli.

Una vita piena di momenti straordinari quella di Giorgio Armani che alla domanda (da un milione di dollari in suspense) su quale sia il suo capo simbolo, egli risponda “le giacche destrutturate” ci sembra un’affermazione troppo modesta. Quello che è stato capace di realizzare negli anni, è la perfetta definizione del sogno italiano che non ha bisogno di viaggiare per essere conosciuta e non ha bisogno di essere indirizzata per essere affermata. Ed ora alle soglie del suo 86° compleanno, noi pubblico possiamo solo ringraziare l’artista, il re, l’uomo dal fiuto indiscutibile che ha reso la raffinatezza italiana un concetto leader della moda di tutto il mondo.

Fanny Trivigno

Sources:

Impara dai leader: la storia di Giorgio Armani

https://www.vogue.it/news/article/migliori-momenti-fashion-giorgio-armani-cinema

https://www.vogue.it/moda/gallery/giorgio-armani-storia-stilista-foto

Milano 1980-Giorgio Armani fotografato da Mauro Galligani nel suo atelier