Le intraducibili
Avete mai provato la sensazione di non riuscire ad esprimere con una singola parola un concetto? Come se quella parola che avete in mente non sia proprio quella giusta, che non miri dritto al bersaglio!
Beh, cari lettori e lettrici, probabilmente questa sensazione la prova chiunque conosca più di una lingua e voglia esprimere un concetto che nella lingua di destinazione non corrisponde ad un unico lemma.
Sono infatti proprio le parole intraducibili a farci capire quanto una lingua sia lo specchio della cultura ad essa legata e come ogni cultura sia differente o simile ad un’altra.
Così anche quest’anno vi proponiamo una serie di parole intraducibili verso l’italiano!
Per iniziare, ecco dei termini appartenenti alla sfera dei sentimenti e delle emozioni.
Fernweh (tedesco)
Letteralmente è traducibile come “nostalgia dell’altrove”, indica il desiderio nostalgico di essere in qualche altro posto lontano.
Hiraeth (gallese)
Indica nostalgia malinconica, profondo desiderio di qualcosa o rimpianto per la propria terra e il proprio passato.
Saudade (portoghese)
Malinconia, ricordo nostalgico di qualcosa di mancante, accompagnato dal desiderio di poterlo rivivere o possedere. È etimologicamente connesso a solitudine e saluto.
Mono no aware (giapponese)
La forte partecipazione emotiva nei confronti della bellezza della natura e della vita umana. È una sensazione dolceamara, legata anche alla nostalgia per la consapevolezza che tutto è in costante mutamento.
Iktsuarpok (inuit)
L’ansia dell’attesa, la sensazione che ti spinge a guardarti intorno per vedere se qualcuno sta arrivando.
Hygge (danese)
Il sentimento di conforto e serenità di chi all’improvviso si sente a casa.
Fonti:
https://www.sololibri.net/Parole-intraducibili-le-piu-belle-assurde-dal-mondo.html