Girasole

Ne avevo uno in giardino e il suo giallo intenso mi metteva allegria. Poi ho letto del suo comportamento nei campi, tra centinaia di altri, e per me ha cambiato senso. I girasoli non stanno al sole, lo inseguono, anzi lo anticipano. Per crescere si muovono nella sua direzione, da est a ovest, ma poi la corolla, all’alba, è di nuovo rivolta a est. Pronta per la luce, non dubita che tornerà. I girasoli non si toccano ma non sono soli. Lavorano insieme, non tutti alla stessa velocità. In gruppo si riorganizzano, torcono gli steli per non togliere i raggi al vicino. Quando appassiscono, in realtà sono pronti a dare i semi. In questo periodo in cui ognuno ha momenti di “accasciamento” io voglio imparare da ciò che esiste e resiste da prima di noi. Il mio girasole non è colore o decorazione ma una lezione: fermarsi se necessario, occuparsi del campo, percepire la luce che arriverà. 

Chiara Orlando

Serendipità

Il termine serendipità designa la fortuna di fare felici scoperte per puro caso.  L’idea di progettare qualcosa di casuale può sembrare paradossale, ma in questo la serendipità ci spinge a vivere senza schemi fissi, a guardare oltre le abitudini, ospitare l’inaspettato, interpretarlo e tradurlo in intuizioni. L’imprevisto può trasformarsi in circostanze favorevoli solo se noi ci mostriamo capaci di sfruttarle a nostro vantaggio. Mi chiedo infatti come vivremmo se fossimo tutti capaci di ragionare come Einstein e se, cioè, facendo un certo gesto distinguente tutto andasse sempre a finire come vogliamo. Se si abbandona la curiosità o il desiderio di imparare, allora la serendipità non può avere spazio per manifestarsi, e di conseguenza la nostra vita diventerebbe monotona e priva di ambizioni.

Federica Rossi