Stampella

A primo impatto può non sembrare una parola estremamente evocativa o particolare e anch’io vorrei poter essere dello stesso parere.
Fin dalla tenera età di 6 anni sono stata abituata a vedere mia madre utilizzare una stampella, strumento necessario per la sua deambulazione. Questo oggetto è diventato sempre più parte integrante della nostra quotidianità: durante qualsiasi conversazione, spostamento o passeggiata con mia madre la stampella è sempre presente. È diventata una sua estensione extracorporea, un unico pacchetto inscindibile.
Stampella è sempre accompagnata da malinconia, ma anche da una certa gratitudine perché sono consapevole che è solo grazie a questo strumento che a mia madre è concesso muoversi.
Ogni volta che incontro per strada una persona che utilizza una stampella o sento nominare questo oggetto, il pensiero a mia madre è immediato e probabilmente sarà così per sempre.

Alessandra Rossi

Stellina

Stellina è l’appellativo con cui mi chiama il mio migliore amico. Leonardo mi chiama così perché dice che per lui sono come una stella che nei momenti bui gli fa vedere le cose in modo più luminoso e che gli dà speranza. È diventata la mia parola preferita perché anche nei momenti di sconforto mi fa sentire importante e mi ricorda che tutti noi siamo una stella per qualcuno semplicemente essendo noi stessi.
Mi piace inoltre l’idea di pensare all’umanità come ad un cielo stellato visto che anche brilliamo di luce nostra: ci sono stelle grandi e vistose e poi ci sono stelline che come me aspettano in disparte il loro momento per poter brillare.
“Stellina” mi ricorda quindi, oltre che un appellativo caro, anche il posto che sento di occupare nel mondo: un posto modesto che spero che un giorno mi permetterà di fare grandi cose con la mia luce.

Maja Frigo