Considerato uno dei compositori di musica classica più importanti e influenti di tutti i tempi, è stato l’ultimo rappresentante del classicismo viennese e la sua opera ha avuto una notevole rilevanza per il linguaggio musicale dal XIX secolo in poi: stiamo parlando di Ludwig van Beethoven.

Sapevate che…?

Nacque a Bonn nel 1770 da una famiglia di umili origini, che vantava una tradizione musicale da almeno due generazioni: sia il nonno che il padre Johann, infatti, erano musicisti. Johann era un uomo piuttosto violento, dedito all’alcool, e fu molto rigido nell’educazione impartita al figlio, di cui voleva fare un bambino prodigio alla pari di Mozart. Il suo tentativo non ebbe comunque gli effetti da lui sperati, e questo fu causa di ulteriori contrasti con il giovane Ludwig, che risentiva del rapporto burrascoso che aveva col padre: si dice che quest’ultimo era solito svegliarlo nel cuore della notte e lo costringeva a suonare per intrattenere i suoi ospiti.

Il titolo originale della nota composizione Per Elisa era in realtà un altro: il pezzo doveva infatti intitolarsi Per Teresa (“Für Therese”) ed era dedicato alla musicista austriaca Therese Malfatti, con la quale Beethoven progettava di sposarsi. Il titolo del pezzo è stato poi erroneamente trascritto da un copista, che faticava a decifrare la scrittura poco comprensibile dell’artista, ed è diventato universalmente noto nel modo in cui lo conosciamo oggi.

Il mancato matrimonio con Therese causò in Beethoven una profonda delusione, ma non fu l’unico: un altro amore mai realizzato fu quello per la sua allieva sedicenne Giulietta Guicciardi, dedicataria della Sonata per pianoforte n. 14 (“Al chiaro di luna”). Quest’ultima andò invece in sposa al conte Wenzel Robert von Gallenberg. Beethoven, tuttavia, era consapevole del fatto che si trattava di un amore difficilmente concretizzabile, sia per la differenza d’età che di status.

Iniziò a diventare sordo prima dei trent’anni, fino a perdere del tutto l’udito nel 1819: ciononostante, nel 1824 compose una delle sue opere più celebri, la Nona sinfonia, il cui tema finale include il coro realizzato sui versi dell’ode Inno alla gioia di Friedrich Schiller. Il componimento, che rappresenta uno dei massimi capolavori della musica occidentale, è stato poi adottato come inno ufficiale dell’Unione Europea a partire dal 1972.