Quanto conosci la lingua italiana?

La lingua italiana conta oltre 200 mila parole. Secondo Tullio de Mauro, solo 47 mila appartengono al lessico comune e un numero ancor più ridotto, 6.500, compone il nostro lessico quotidiano.

A queste, ogni anno si aggiungono dei neologismi, solitamente frutto della necessità di esprimere un concetto nuovo o di dare nome a una realtà preesistente che assume più rilevanza rispetto al passato (neologismi lessicali). Infine, si parla di neologismi semantici quando si ha uno slittamento di significato in una parola già esistente.

Pronti a scoprire le parole del giorno?

SPIPPOLARE

v. tr. e intr. (fam.)
Maneggiare una tastiera, smanettare sui tasti di computer, telecomandi, cellulari.
Quando vedete qualcuno che viaggia a cavallo delle corsie in autostrada sta spippolando al telefono. Sono cose che possono far sorridere ma costituiscono un pericolo enorme. Non sottovalutatelo. (Vincenzo Borgomeo, Repubblica.it, 22 luglio 2016, Motori)

Da spippolare, a sua volta derivato di pippolo (‘chicco d’uva’), voce toscana e dell’italiano letterario. In origine significava:
1. Piluccare, staccare i chicchi: spippolarre l’uva2. fig., non com. Fare qualche cosa (come leggere, comporre, cantare o suonare) con grande disinvoltura e facilità (cfr. il più com. snocciolare): Al suon del zufolo Cantando spippola Egloghe (Redi).
(fonte: Vocabolario della lingua italiana Treccani)

ABBACINATO

agg. [part. pass. di abbacinare]
1.a. Privato momentaneamente della vista: rimase completamente a. da quella gran luceocchi abbacinatib. Che ha lo sguardo fisso e lucido per febbre o altro: visi giallidistrutticon cert’occhi incantatiabbacinati (Manzoni). 2. fig. Confuso, stordito: era tutto lurido e un po’ anche abbacinato (Panzini).
(fonte: Vocabolario della lingua italiana Treccani)

HIKIKOMORI

s. m. inv. Giovane che ha scelto di condurre una vita tendente all’isolamento, rinchiuso nella propria stanza, e a comunicare solo virtualmente, mediante la rete telematica e i messaggini da telefono cellulare.

Del resto questa moda è contemporanea ai «rannicchiati» hikikomori, quelli che si chiudono in camera, e non ne escono più. (Claudio Risé, Mattino, 25 febbraio 2008, p. 1, Prima pagina)
(fonte: Vocabolario della lingua italiana Treccani)