La “porta del paradiso”: il Monte Kailash

Situato nel Tibet occidentale, il Monte Kailash è un’ambita meta di pellegrinaggio. Ben quattro religioni reputano questa montagna il punto perfetto d’incontro tra gli dèi e gli esseri umani. Gli Induisti sono convinti che Shiva risieda nella montagna per meditare, mentre i Buddhisti credono che vi si trovi il Buddha Demchok. Secondo gli appartenenti alla religione bön, il loro fondatore discese dal cielo e arrivò proprio sulla cima di questo monte. Infine, pare che il fondatore dei Jainisti ricevette l’illuminazione mentre si trovava lì.

Il Monte Kailash è considerato, sin dalle prime testimonianze in testi antichissimi, come l’axis mundi ovvero il centro del mondo. È stato osservato che la montagna dista esattamente 6666 km dal monumento preistorico di Stonehenge ma non solo, dista a sua volta 6666 km dal Polo Nord e la sua cima è esattamente al doppo della distanza rispetto al Polo Sud, ben 13.332 km.

Alcuni studiosi russi sostengono che, per la sua struttura piramidale e le sue forme nette e simmetriche, il Kailash non sarebbe una montagna bensì una piramide. Tutto ebbe inizio quando, nel 1999, lo studioso russo Ernst Muldashev si recò in Tibet e riportò successivamente di aver sentito strani rumori provenire dall’interno della montagna (o presunta tale).
Se fosse vero, ciò farebbe di Kailash la piramide più grande al mondo e forse anche la più antica di tutte!

Oltre ad essere il centro del mondo, la montagna presenta ai suoi piedi due laghi, Manasarovar e Rakshastal, rispettivamente di acqua dolce e salata (altra bizzarra casualità). Il lago Manasarovar è uno dei laghi più alti al mondo ed ha una forma rotonda simile a quella del sole. Al contrario, il Rakshastal ha la forma di una luna crescente. Entrambi i laghi, come la montagna che incombe su di loro, hanno dei significati religiosi. Il lago Rakshastal, per la sua forma, rappresenta l’oscurità e viene evitato dai visitatori più superstiziosi. Il lago Manasarovar rappresenta invece la luminosità ed è una meta ambita da molti.

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Un’altra caratteristica del Monte Kailash che vi lascerà indubbiamente perplessi è che nessuno ha mai raggiunto la sua cima. Oggi è severamente vietato scalarlo, ma in tempi antichi molti escursionisti hanno tentato invano di raggiungere la sommità. Pare che diversi avventurieri perdessero all’improvviso il senso dell’orientamento e che fosse facile ritrovarsi in percorsi fuorvianti. In altri casi, le imprevedibili condizioni climatiche li costringevano a rinunciare nell’impresa. L’unico che storicamente è riuscito a raggiungere la vetta è il monaco buddista Milarepa nell’XI secolo.
Per gli Induisti, invece, è da sempre vietato scalare il monte dato che sarebbe visto come un affronto alla divinità che vi risiede.   

Ultimo ma non meno importante, non posso non far presente l’aspetto più misterioso e bizzarro del luogo. Molti escursionisti hanno sperimentato cose a dir poco strane durante la loro scalata al monte. Alcuni di loro raccontano di aver assistito ad una crescita accelerata delle loro unghie e dei capelli. Basti pensare che, in sole 12 ore, unghie e capelli subivano una crescita equivalente a quella di due settimane in qualunque altro posto al mondo. Sembra inoltre che l’aria della montagna acceleri il processo di invecchiamento di chiunque vi si avventuri. Assurdo ma vero (o almeno così dicono), molti escursionisti sono riscesi dalla montagna visibilmente invecchiati rispetto a quando vi erano saliti.

Il Monte Kailash, casa degli dèi, centro del mondo, punto di unione tra la dimensione terrena e quella spirituale, è senz’altro una meta da visitare almeno una volta nella vita.

Anna Nobili