Care lettrici e cari lettori,

Ve lo dico subito, non voglio che fraintendiate: se vi aspettate di leggere qualcosa che possa in qualche modo ricordarvi un film di Neri Parenti, rimarrete delusi. Dimenticate i cinepanettoni che vi hanno tanto attratto durante gli anni delle tempeste ormonali e abbracciate la tradizione, anche se non è la vostra (bastano 5 minuti, se siete lenti a leggere). Allacciate le cinture, segnatevi le uscite di emergenza… per queste vacanze di Natale voliamo in Romania!

Nel caso qualcuno di voi voglia immergersi ancora di più in questa particolare atmosfera natalizia, il mio consiglio è di mettervi le cuffiette ed ascoltare “Deschide usa crestine” di cui vi lascio il link: https://www.youtube.com/watch?v=y0kGp8U-eLc&t= .

Se invece vi viene l’orticaria al solo sentir nominare l’ennesima canzone natalizia, sappiate che avete tutta la mia comprensione e il mio sostegno. Questo non è proprio il vostro periodo! Forse delle tradizioni diverse da quelle che conoscete potrebbero farvi apprezzare un po’ di più lucine e canzoni.

In Romania il Natale è un periodo particolarmente sentito. Nonostante la religione più praticata sia cristiano-ortodossa, la popolazione ha convenzionalmente adottato la stessa data del Natale dell’Europa occidentale: il 25 dicembre. È da sottolineare, però, che il periodo natalizio vero è proprio comincia intorno al 20 dicembre e termina il 7 gennaio. Periodo adornato di scintillanti lucine colorate che incorniciano i balconi e i tetti innevati. Le strade vengono invase da deliziosi profumi di biscotti e dolciumi di vario genere, mettendo a dura prova le diete di molti. Fin qui penserete “Cosa c’è di strano?!”, in effetti niente! Tutto si svolge in perfetto stile natalizio con l’aggiunta, però, di un’interessante attività porta a porta. Il 24 e il 25 dicembre, gruppi di ragazzini immersi nei loro caldi maglioni di lana vanno a bussare alle porte delle case e, in cambio di qualche dolcetto, intonano gioiose canzoni natalizie sperando possano essere un gradito buon augurio. Una sorta di trick or treat ricolmo di amore, gioia e buoni propositi.

Care lettrici e cari lettori, mentre scrivo sto immaginando le vostre facce e i vostri pensieri, soprattutto quelli di voi cinici e piccoli Grinch: “Prendono freddo e cantano canzoni per qualche dolcetto… ma che davero?!”. Allora aspettate di sentire quanto segue miei venali amici, vediamo se può convincervi di più.

Dopo il Natale arriva il Capodanno e le cose si fanno più interessanti. La notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, i gruppi di ragazzini sopracitati si organizzano per mettere in scena una piccola recita di buon auspicio per l’anno nuovo. Travestiti da contadini, capre, orsi ecc. bussano alle porte delle case e accompagnano il teatrino con tamburelli e campanelle.

La recita più famosa inscena la morte di una vecchia capra che lascia il suo posto ad una più giovane: evidente allegoria dell’abbandono del vecchio anno per proiettarsi in quello nuovo. Questa volta, però, in cambio del loro impegno e simpatia non ricevono dolci ma denaro sonante! Inoltre, le somme date risultano essere particolarmente generose e i ragazzi riescono a mettere da parte un bel gruzzoletto. In alternativa o in aggiunta, vengono offerti dei bicchierini di liquore e grappe artigianali per riscaldare i teatranti e proteggerli dal gelo dell’inverno.

Almeno per un anno volete guadagnare invece di spendere? Adesso sapete dove andare. Qualunque siano i vostri programmi io vi auguro buone feste, felici abbuffate e allegre bevute.

Giulia Giacomino