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Il tao: origine e significato

Dal Vuoto nasce l’Uno, dall’Uno il Due, dal Due il Tre, dal Tre nascono le Diecimila cose.
(Lao Tzu)

La citazione che mi sono appena occupata di riportarvi sopra descrive in maniera esaustiva la natura autentica della corrente filosofica Taoista nonché l’importanza dell’espressività celata dietro il simbolo del Tao. Lao Tzu, il fondatore del Taoismo arricchì con l’ausilio delle sue intuizioni le conoscenze esistenti di quei tempi. La nascita del concetto di Tao o Dao risale fondamentalmente a queste prime sue conoscenze; seguite poi dalla nascita del movimento filosofico conosciuto attraverso il nome di Taoismo o Daoismo; lo stesso si erge come principio fondante ed essenziale della medicina tradizionale cinese.

La scomposizione del simbolo del Tao segue una precisa e graduale articolazione; partiamo “dal Vuoto”; il vuoto è la rappresentazione del senza forma che di conseguenza genera la forma o in maniera inversa potremmo parlare della forma che genera il senza forma. Il senza forma è il generatore primordiale di ogni cosa esistente, di ogni cosa non rappresentabile ed inesprimibile.

Dal vuoto nasce il Wu Ji, cioè “l’Uno” la cui rappresentazione grafica è il cerchio vuoto del simbolo Taoista, il quale viene identificato come il: non-polo. Nella fase del Wu Ji l’essenza primordiale che è la vita, esiste in maniera indifferenziata ma comunque feconda; questa fecondità mira verso un processo di differenziazione che consiste nella trasformazione di ciò che è indifferenziato in ciò che sarà differenziato.
Dalla trasformazione derivante da ciò che è indifferenziato, prende vita ciò che viene identificato come “il Due”; il due è la rappresentazione dei due poli che contraddistinguono il simbolo Taoista; il bianco e il nero, il chiaro e lo scuro, in questa fase la vita continua ad essere feconda ma non è ancora presente.

Ciò che rappresenta la vita è la conseguente nascita del Due, cioè “il Tre”. Il Tre si origina grazie all’unione dei due poli ed è rappresentato dall’incurvatura che nasce grazie all’incontro del nero e del bianco che possiamo definire rispettivamente Yin e Yang.
Questo stadio di rappresentazione viene identificato con il Tai Ji, il simbolo primordiale ed unico del Taoismo, comunemente chiamato e conosciuto come Tao o Dao.

Il Tai Ji rappresenta fondamentalmente un’unità anche se in realtà questo è caratterizzato da una divisione che si realizza dalla presenza di due poli opposti. È da qui che si può iniziare ad identificare il processo di differenziazione non ancora realizzato completamente.
Da questo avranno origine le “Diecimila cose”.

Cosa si intende quando si parla rispettivamente di Yin e Yang?
Per Yin si intende l’aspetto profondo e scuro, la ricettività, la materia, la potenzialità estrema, il nero.
Per Yang si intende invece l’aspetto esteriore e luminoso, l’attività, l’immaterialità, l’azione estrema, il bianco.

In contrapposizione con il pensiero analitico Occidentale, il pensiero analogico cinese ci guida verso la conclusione che: la figura maschile è la perfetta rappresentazione del polo Yang e per contro la figura femminile è la rappresentazione esatta del polo Yin.

Secondo il concetto Taoista ogni fenomeno esistente si realizza all’interno di un dualismo che vede come soggetti fondamentali il polo Yin ed il polo Yang; per cui tutte le cose si originano dall’alternanza esistente tra Yin e Yang; la vita è la conseguente nascita dell’aggregazione e della dispersione di Yin e Yang.
All’interno del simbolo Taoista sono intrise le leggi che regolano la natura dello Yin e dello Yang; Le leggi a cui sto facendo riferimento sono le seguenti: la relatività, la complementarità, la manifestazione, la generazione, la trasformazione, la sequenza, la sussistenza, l’opposizione, l’equilibrio, la repulsione unitamente all’attrazione ed infine l’interazione.

La relatività: considera il fatto che non esiste qualcosa che possa essere completamente definito Yin o Yang; ma bensì questa distinzione avverrà soltanto nel momento in cui il soggetto (che dovrà esser definito) verrà comparato ad un termine o a qualsiasi altra cosa presa in considerazione in quel preciso momento.

La complementarità: fa riferimento all’universo che appare caratterizzato dalla presenza di due nature opposte che non si contrappongono: lo Yin e lo Yang. La natura dello Yin e dello Yang sono due forme di manifestazione differente che fanno parte della stessa realtà, come ad esempio il giorno e la notte che sono complementari tra loro ma non opposte.

La manifestazione: questa viene rappresentata nell’incontro tra il bianco e il nero attraverso l’incurvatura che divide i due poli; l’incurvatura esistente indica la moltitudine di sfaccettature caratterizzati di questa e il continuo movimento di autoregolazione che esiste fra i due poli.

La generazione: consiste nella generazione vicendevole tra Yin e Yang.

La trasformazione: questa consiste nella presenza di un puntino nero nel polo bianco e viceversa. Questo perché ogni aspetto della vita nasce dal suo opposto, nel punto di massima espressione. Un esempio potrebbe essere quello relativo allo stato febbrile in una persona che si completa con la presenza di brividi di freddo.

La sequenza: questa ritrae la forma dei poli Yin e Yang all’interno del Tai Ji, somigliante a quella di due pesci che sembrano rincorrersi senza raggiungersi mai; come la notte segue il giorno e viceversa. Questo è un aspetto fondamentale perché se i due poli si sovrapponessero non vi sarebbe la vita.

La sussistenza: consiste nella presenza di una piccola zona di nero nel bianco e di una piccola zona di bianco nel nero, questo perché Yin e Yang risultano essere più simili a due amanti nel momento di un abbraccio più che a due nemici in un momento di contrasto. Le due parti si fondono reciprocamente e l’uno non può sussistere senza l’altro.

L’opposizione: questa consiste nel fatto che Yin e Yang sono diametralmente opposti e la loro somma equivale a zero.

L’equilibrio: si tratta di un equilibrio dinamico esistente tra Yin e Yang.

La repulsione e attrazione: avviene tra Yin e Yang i quali si respingono e si attraggono a vicenda.
L’interazione: consiste nel polo Yin che da forma e sostanza al corpo; questo avviene grazie all’ausilio dello Yang che da sostentamento allo Yin.

Anche all’interno dell’essere umano è possibile distinguere il polo Yin e il polo Yang, in quanto questi elementi coesistono all’interno del nostro organismo secondo le medesime leggi che regolano i loro rapporti all’interno dell’universo.

Ilaria Tripodi