#Curiositàdalmondo: Il Tè verde marocchino

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Tutti almeno una volta nella loro vita avranno assaggiato il celebre tè verde marocchino, la bevanda nazionale del paese importata dagli inglesi nell’Ottocento, ma quanti di voi conoscono la tradizionale cerimonia con la quale viene preparato?

Innanzitutto, è un simbolo di cordialità e ospitalità ormai largamente diffuso in tutto il Marocco. La sua preparazione è uno dei compiti del padrone di casa o, in sua assenza, della persona più anziana e può essere bevuto a ogni ora della giornata. Generalmente viene portata la tipica teiera su un vassoio con dei piccoli bicchierini decorati e un mazzetto di menta.

Mentre le foglie di tè vengono accuratamente lavate nella teiera per togliere le impurità con un gesto circolare e poi aggiunta l’acqua calda. Una volta pronto, viene versato dall’alto per permetterne l’ossigenazione e aggiunte le foglie di menta.

Le foglie continuano a restare in infusione per tutto il tempo, cosa che ne aumenterà man mano l’intensità. Da qui un detto marocchino: “Il primo bicchiere è zuccherato come la vita, il secondo dolce come l’amore e il terzo amaro come la morte”.

Infine, si pensi che porti sfortuna rifiutare una tazza di tè, almeno che non se ne siano bevute già tre.

#Curiositàdalmondo: Chefchaouen, la città blu

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La prima impressione che si ha quando si mette piede in questa città è quella di essere in una città completamente sommersa dall’acqua tanto è vivo il blu delle pareti degli edifici.

La città venne fondata intorno alla metà del Quattrocento da esiliati andalusi e perseguitati religiosi che decisero di stabilirsi ai piedi del monte Rif, nella parte settentrionale del Marocco. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso veniva considerato come luogo sacro, tanto da essere interdetto agli stranieri. È per questo motivo una città che si è fatta apprezzare e conoscere soltanto negli ultimi anni.

Molte sono le teorie riguardo al perché del tipico colore blu delle pareti: alcuni sostengono che siano state dipinte di blu dagli ebrei in fuga dall’Inquisizione Spagnola nel XV secolo; secondo altri vennero dipinte di blu per tenere lontane le zanzare o semplicemente per tenere fresche le case durante i mesi estivi.

Ben lontana dal turismo di massa di Marrakesh o Casablanca, Chefchaouen è una cittadina piuttosto tranquilla che ha saputo mantenere la propria identità nel corso del tempo. Passeggiare per le strade della sua Medina significa entrare nelle case degli abitanti locali direttamente dalle finestre che danno sulle strade. Significa seguire la scia di spezie e odori tipici che solo questa fantastica terra sa regalare. Significa abbracciare la cultura marocchina in tutte le sue sfaccettature. Piccole stradine, vasi di coccio, muri addobbati con fiori e piante, gatti che sonnecchiano sui muretti (la città ne è piena infatti) bambini che giocano e anziane che si incontrano sull’uscio di casa. Tutto sembra essersi fermato in un’altra epoca, lontano dal caos cui l’immaginario collettivo è abituato pensando al Marocco.

Il cuore pulsante è piazza Outa-el-Hammam con la Moschea Tarik-Ben-Ziad, la quale nasconde un minareto molto simile alla Torre dell’Oro di Siviglia, chiaro riferimento ai fondatori della città.

#curiositàdalmondo: I pastéis de nata

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Morbidi e croccanti. Due parole perfette per descrivere questi tipici dolcetti portoghesi: i pastéis de nata, dei pasticcini a base di pasta sfoglia e crema all’uovo.

Non fatevi ingannare dalla sua apparente semplicità! La preparazione di questa golosa leccornia ha una durata minima di due giorni e la sua ricetta viene custodita ancora oggi gelosamente dalla pasticceria Casa Pastéis de Belém, sorta nell’omonimo quartiere di Lisbona che si pensa abbia dato i natali a questo dolce.

La leggenda narra che fu il panettiere del Monasterio de Santa María de Belém a ideare la ricetta ma, rimasto senza lavoro a causa della Rivoluzione liberale del 1820 che costrinse il Monastero alla chiusura, decise di venderla all’imprenditore Domingos Rafael Alves, il quale fondò la famosa pasticceria ancora oggi gestita dai suoi eredi.

Molti hanno tentato di riprodurli, ma con scarsi risultati. Affinché la ricetta non venga rubata, i pastéis de nata vengono preparati in un laboratorio segreto chiuso a chiave (la oficina do segredo) dove viene regolarmente controllato l’accesso. Al giorno vengono prodotti circa 20 mila dolcetti (50 mila nei periodi delle festività) distribuiti in tutta la città e in tutto il Portogallo.

#curiositàdalmondo: La Torre di Hércules

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La Spagna si sa, è un paese ricchissimo di storia, e la Torre di Hércules ne è la testimonianza perfetta: è il più antico faro esistente al mondo ancora oggi utilizzato.

La Torre si trova nei pressi della città di A Coruña, nella regione nordica della Galizia, ed è stata costruita nel II secolo d.c. sotto il mandato dell’Imperatore Traiano, dall’architetto Caio Servio Lupo, di origini portoghesi. Ristrutturato nel 1788, il faro è costituito da tre sezioni distinte e ben 242 scalini che permettono di raggiungere la lanterna posta in cima.

Il nome riprende la figura mitologica di Ercole e il suo viaggio lungo le coste spagnole: secondo la leggenda seppellì qui, nel punto in cui sorge il monumento, la testa del gigante Gerione dopo averlo sconfitto in duello. Inoltre, il faro è legato anche alla tradizione celtica irlandese: in “Lebor Gabála Érenn” (Il libro della Presa dell’Irlanda) si dice che il re celtico Breogán fu capo della prima spedizione di questo popolo che partì dalla Penisola iberica alla volta dell’Irlanda. E pare che fu suo figlio Ithil a vedere per la prima volta dalla Torre di Hércules, l’Irlanda, che si trovava 900 chilometri a nord della città.

#curiositàdalmondo: La Fête de la Musique

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L’Art de vivre à la française non è semplicemente un detto, ma un vero e proprio modus vivendi che descrive appieno il popolo francese in tutte le sue sfaccettature: un amore sfrenato per la cultura e l’arte di saper rendere ogni cosa in chiave più raffinata. La Fête de la Musique incarna proprio questo spirito: dare importanza all’estetica e permettere a tutti di esprimersi come meglio si ritiene.

La Festa della musica nasce nel 1982 e da allora ogni anno viene celebrata durante la notte più corta dell’anno: il solstizio d’estate. Concerti, esibizioni dal vivo, ogni città si riempie di musica di diverso genere: dai canti folkloristici alle discoteche in strada di musica techno, dalle battaglie rap nei parchi a jazzisti che suonano sul balcone della propria abitazione. Spirito di iniziativa e di improvvisazione di certo non mancano.

La Fête de la Musique viene celebrata oggi in tutti i paesi francofoni e ha superato i confini linguistici avendo luogo in altri 130 paesi dove il francese non è la lingua principale. Lo scorso anno, infatti, si è celebrata a Roma per la prima volta, coinvolgendo molti dei quartieri della città con eventi ed esibizioni live di vario genere.

#curiositàdalmondo: Singapore, la città delle multe

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Cosmopolita, moderna, vivace, dinamica. Quattro parole per descrivere Singapore, la città stato del sud-est asiatico a sud della penisola Malese. Ma viene anche ricordata come la “fine city”, la città delle multe, proprio per i suoi divieti considerabili bizzarri agli occhi di un visitatore straniero.

Arrivati all’aeroporto, infatti, la prima cosa che viene chiesta è se si abbiano o meno delle gomme da masticare, il cui possesso o consumo è totalmente illegale. Il motivo? Pulire le strade imbrattate dalle chewing gum costa, quindi è stato più semplice eliminare il problema alla radice. Sembra che le multe previste siano addirittura più alte nel caso in cui si getti per terra un mozzicone di sigaretta.

Un altro divieto particolarmente singolare, anche per gli stessi abitanti, è il divieto assoluto di salire sui mezzi pubblici con durian, uno frutto tipico della zona e molto amato dai locali ma con un gusto e un odore particolarmente forte, cosa che ha spinto le autorità a prendere provvedimenti.

La lista è notevolmente lunga e potremmo citarne altri: avere acqua stagnante in casa, non tirare lo sciacquone nei bagni pubblici, girare nudi per casa, attraversare in diagonale sulle strisce pedonali, mangiare sui mezzi pubblici di trasporto e così via. Tutte cose per cui è prevista una pena pecuniaria più o meno severa.

#curiositàdalmondo: la metropolitana di Mosca

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Stazione della metropolitana “Arbatskaja”

La metropolitana di Mosca è un vero e proprio museo, il palazzo della gente comune. Costruita a partire dal 1935 da Stalin come simbolo della forza e dell’orgoglio sovietico e intitolata a Lenin, oltre a portarvi ancora oggi con le sue 15 linee verso qualsiasi destinazione, è essa stessa una destinazione da ammirare e contemplare.

È stata progettata come un vero e proprio punto di aggregazione sotterraneo per ripararsi dal tanto temuto inverno russo. Ancora oggi le stazioni sono piene di piccoli negozi di dolciumi, fiori, giornali, libri e caffè. Infatti, quando dovete incontrarvi con un abitante della città, la maggior parte delle volte vi verrà dato come punto di incontro proprio la banchina di una determinata fermata e non è nemmeno raro vedere persone che attendono qualcuno con un mazzo di fiori in mano.

Le stazioni più belle sono senz’altro quelle della linea Kol’cevaja (la linea circolare) chiaro esempio del realismo sovietico, sono tutte adornate da lampadari, affreschi, mosaici e statue aventi come tratto comune non solo la simbologia tipica del periodo sovietico, ma anche figure o episodi della storia e del popolo russo.

#curiosità dal mondo: La città dei libri

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Hay-on-Wye è un delizioso paesino situato nella contea di Powys nel Galles al confine con l’Inghilterra. È universalmente conosciuto come La città del libro per la presenza di oltre 40 librerie specializzate nella vendita di libri rari e usati.

Il tutto ha avuto inizio nel 1961 quando Richard Booth aprì la prima libreria in città nel vecchio edificio dei Vigili del Fuoco. La popolazione fu talmente contenta di questa idea che iniziarono a comparire librerie ovunque, come se fosse una vera e propria moda.

Inoltre, ogni anno tra la fine di maggio e l’inizio di giugno si tiene l’Hay Festival: celebre manifestazione letteraria e culturale della durata di 10 giorni che richiama appassionati di libri e di letteratura da tutto il mondo, nonché ospiti di fama internazionale. Alla fine degli anni Novanta, infatti, venne come ospite Bill Clinton, che definì la manifestazione come la “Woodstock della mente”.

#curiositàdalmondo: La Movida Madrileña.

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La Gran Via negli Anni 80

Il termine movida, utilizzato sia in spagnolo sia in italiano per riferirsi alla “vita notturna”, deriva da un movimento culturale, sociale e artistico spagnolo sviluppatosi durante gli anni Ottanta nel periodo di transizione dalla dittatura Franchista alla Monarchia costituzionale a Madrid.

Nella capitale spagnola, sempre più giovani si riversavano in strada e nelle piazze al grido di Madrid nunca duerme (Madrid non dorme mai) e Esta noche todo el mundo a la calle (Questa notte tutti fuori). Questo movimento, infatti, rappresentò la prima forma di apertura della Spagna verso la modernità e le culture fino ad allora considerate alternative.

Le idee trovavano vita nella rivista indipendente La Luna, dove i giovani avevano finalmente, dopo anni di censure, la possibilità di potersi esprimere liberamente. Il luogo simbolo della Movida fu invece il locale Rock-Ola in calle Padre Xifré: qui venivano organizzati concerti di gruppi emergenti provenienti dalla controcultura giovanile spagnola. Esponenti di tale movimento furono, tra gli altri, Joaquín Sabina (musica), Alberto García Alix (fotografia) e Pedro Almodóvar (cinema).

#curiositàdalmondo: La base di Vostok

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La base permanente di Vostok si trova nel cuore dell’Altopiano Antartico (circa 1280 km dal Polo Sud) e a un’altitudine di 3.500 metri sul livello del mare. La base, costruita dai sovietici nel 1957 in occasione dell’Anno geofisico internazionale, è perlopiù abitata da scienziati che effettuano costantemente rilevamenti nella zona.

Una delle scoperte più sensazionali è un lago di acqua dolce sotto lo strato ghiacciato, la cui esistenza venne già intuita nel 1961 ma appurata solo 30 anni dopo. Il lago fu battezzato Lago Vostok, in onore della base, ed è uno dei 20 laghi più grandi al mondo.

Le temperature nei mesi invernali possono raggiungere i -93 gradi (record stabilito nel 2010), tanto da essere definito “il posto più freddo del mondo”.