#LOSAPEVATECHE

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Roma, l’ambiente habesha di etiopici ed eritrei

Roma è, insieme a Milano, la città italiana con il più grande ambiente habesha, termine che fa riferimento a un gruppo di popolazioni presenti nelle odierne Etiopia ed Eritrea che hanno numerosi elementi comuni alle popolazioni indigene e mediorientali, come la condivisione di lingue appartenenti al ceppo semitico (ovvero affini a quelle dell’attuale Medio Oriente), ed elementi culturali molto simili nella tradizione della chiesa ortodossa eritrea e etiope. Secondo l’uso colloquiale del termine, habesha investe si utilizza principalmente per la diaspora etiope e eritrea verso Nord America e Europa.

#MammaMia

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You know nothing, John Snow: insegnare e imparare sotto stress

Here I go again!

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato della diversità all’interno dell’aula di lingua e se questo è un argomento che vi interessa, vi consiglio di dargli un’occhiata (—), perché oggi, continuando il discorso sulle particolarità di ogni studente, affronteremo un argomento che, ahimè, preoccupa non solo tanti professori, ma anche tanti studenti: l’ansia.

#RECEUSTIONI

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Neffa / AmarAmmore

Oggi tutti sanno il nome, ma quando nel ’94 l’artista in questione effondeva il suo estro da rap-sodo, in pochi avrebbero prefigurato una traiettoria artistica così lunga e articolata, fatta di svolte ineffabili tale da renderla unica nel panorama musicale italiano. Come ama spesso dire quando interpellato, il suo rapporto con la musica è stato sin dal primo ascolto ispirato dalla passione – parola che tra l’altro riecheggia in una sua emblematica chanson – per cui nel concepire suoni, melodie, parole, invero non ha fatto altro che profetare, e cioè trasmettere un messaggio concepito dalla dea Emozione, a cui lui ha semplicemente donato la voce. Dapprima a suon di rime e scratch e cut, poi seguendo un lento percorso che, dalle sonorità funky e soul-jazz, l’hanno condotto fino al cuore della musica peninsulare, fino all’alba di AmarAmmore, suo ultimo album.

#ASTRABIBLIA

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Giorno X

Diario di bordo, xx/xx/xxxx

Caro diario,

innanzitutto devo chiedere scusa alla mia intelligenza. Mi sono accorto di aver commesso uno sbaglio. Le promesse le sto mantenendo, visto? Non chiedo scusa per ogni errorino che eventualmente possa compiere come facevo precedentemente il risveglio. Mi sentirei ridicolo se lo facessi, e di continuo! Adesso non riaffiora, appena mi verrà in mente ti renderò partecipe. Fammi un cenno più tardi. Se solo potessi, non è così?

#UNINTSpeechPressReview

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La lingua italiana, un pezzo da museo?

È finalmente tempo di riaperture per molte attività e con il nuovo decreto riaprono finalmente anche i musei. Nel Bel Paese, ricco di città d’arte e di opere importantissime, aprirà presto un museo per “custodire”, se così si può dire, uno dei monumenti storico-artistici più importanti: la lingua italiana.