#POLITICAFFÈ

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La Gran Bretagna aggiorna la sua blacklist dopo la Brexit

Stampa inglese

«Coloro che hanno le mani sporche di sangue, non saranno liberi […] in questo Paese»: così ha commentato il Primo Segretario di Stato Dominic Raab, all’indomani della decisione presa dalla Gran Bretagna di introdurre un regime sanzionatorio per chi viola i diritti umani.

In questo modo, spiega il quotidiano The Guardian, viene istituito un regime di sanzioni indipendente per la prima volta dopo la Brexit. In precedenza, infatti, i britannici dovevano attenersi ai regimi ONU e UE. Ovviamente, il regime sarà sfidato dalle misure legali con cui risponderanno gli altri Paesi – ad esempio l’ambasciata russa a Londra ha fatto sapere in una nota che verranno prese delle ritorsioni in seguito a questa decisione ostile – ma hanno dichiarato i ministri britannici, che queste misure hanno lo scopo di incoraggiare un atteggiamento migliore. Queste norme, che sono entrate in vigore immediatamente, includono il congelamento dei beni e il divieto di viaggio. 

Un articolo della BBC riporta nel dettaglio quelli che sono stati colpiti da sanzioni immediate. A fare i conti con tali misure punitive sono stati innanzitutto 25 cittadini russi, coinvolti nella morte di Sergei Magnitsky, un avvocato che aveva accusato alcuni funzionari russi di aver frodato la società britannica Hermitage Capital Management, e che è morto a Mosca a causa dei continui maltrattamenti subiti nel periodo sotto custodia della polizia. Seguono 20 cittadini sauditi coinvolti nella morte del giornalista Jamal Khashoggi, critico del governo saudita, e ucciso da una squadra di agenti sauditi, in quella che ufficialmente è stata descritta come un’operazione “canaglia” andata a male. A essere presi di mira, inoltre, sono stati due alti generali dell’esercito del Myanmar, individuati come responsabili di atti di repressione contro la minoranza Rohingya. Infine, troviamo due organizzazioni coinvolte in torture, lavori forzati e omicidi nei gulag della Corea del Nord.

A quanto pare, l’elenco sarà tenuto sotto esame costante.

Stampa canadese

La Gran Bretagna ha implementato la propria versione del Magnitsky Act statunitense, così commenta il Globe and Mail. In particolare, aggiunge che molti si sono interrogati sul perché non siano stati inclusi in tale legge funzionari cinesi, data la legge di sicurezza nazionale di Hong Kong e la repressione nella regione occidentale di Xinjjang. In questo territorio, infatti, oltre un milione di persone sono state rinchiuse in centri di detenzione, poiché appartenenti a diversi gruppi etnici – uiguri, kazaki, kirghisi.  

Ancora, La Presse parla di una lista nera pubblicata dal Ministero degli Affari Esteri, che Dominic Raab ha commentato come «uno strumento per colpire gli autori senza punire più ampiamente la popolazione dell’intera nazione». Il giornale di Montreal ha poi riportato come la diplomazia britannica sia convinta del fatto che ciò consentirà al Regno Unito di lavorare in modo indipendente con alleati come Stati Uniti, Canada e Australia.

Stampa statunitense

Il New York Times sottolinea che, sul piano pratico, la presenza nella blacklist britannica non comporterà importanti cambiamenti per le persone elencate, giacché si parla sostanzialmente di divieto di viaggio e congelamento dei beni di questi individui. Tuttavia, bisogna ricordare che Londra ha rappresentato a lungo una meta privilegiata per coloro che erano ritenuti persone “indesiderate” con mezzi a disposizione illimitati, in particolar modo di natura economica. Il governo britannico ha stilato una prima lista di nomi facendo riferimento ai personaggi già presenti nella blacklist statunitense. Il Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth, Dominic Raab, auspica che l’Unione Europea segua l’esempio britannico. Questa dichiarazione si riferisce al fatto che ora la Gran Bretagna è ormai libera dal vincolo del consenso che, fino all’uscita dall’Unione a seguito della Brexit, portava al fallimento ogni tentativo di applicare tali sanzioni. Infatti, proprio la mancanza di consenso tra i 28 membri ha portato al blocco di diverse iniziative in tal senso.

The Hill in un suo articolo riporta l’elogio del Presidente statunitense Donald Trump circa le sanzioni imposte dal governo britannico nei confronti di coloro che sono sospettati di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani, lodando «la leadership globale del Regno Unito sulla promozione e la protezione dei diritti umani». Inoltre, il giornale riporta le parole del Segretario di Stato Mike Pompeo, il quale afferma che tali sanzioni segnano l’inizio di una nuova era per la politica sanzionatoria e di cooperazione tra gli Stati Uniti e il Regno Unito. In aggiunta, Pompeo afferma che le azioni intraprese dal governo di Johnson saranno complementari agli sforzi degli Stati Uniti e del Canada, incrementando l’abilità di agire in sintonia.

La rivista Forbes evidenzia come la Gran Bretagna fino a questo momento si era dovuta attenere strettamente alle sanzioni approvate dall’Unione Europea. Nonostante abbia abbandonato formalmente l’Unione il 31 gennaio scorso, la Gran Bretagna sarà ancora trattata come uno Stato membro durante questo ultimo periodo di transizione che si concluderà verso la fine dell’anno.  

Questi fatti andrebbero interpretati tenendo conto del contesto generale in cui agiscono i principali attori di questa storia. Tenendo a mente sia il vulnus inflitto all’Unione Europea con l’uscita della Gran Bretagna sia il costante riavvicinamento tra quest’ultima e gli Stati Uniti, si può azzardare l’ipotesi che stia acquisendo maggiore visibilità l’accordo UkUsa? Si tratta di un accordo che vede un rapporto privilegiato tra cinque paesi anglofoni, guidati da Stati Uniti e Regno Unito, per quanto concerne questioni di sicurezza internazionale. Forse la Gran Bretagna tornerà formalmente a “controllare” l’Europa da un punto di vista esterno, privilegiando i rapporti con gli altri membri dell’alleanza, ora che ha abbandonato l’Unione? Stati Uniti e Gran Bretagna continueranno a prendere scelte sempre più affini ora che quest’ultima dispone di maggior spazio di manovra?

Cos’è l’accordo UkUsa

Dal 1946 l’intelligence dei paesi anglofoni condivide informazioni sulla base di un’alleanza nota come Five Eyes – “cinque occhi” –, formalizzata con il nome accordo UkUsa. I membri dell’alleanza sono Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Questi cinque paesi anglosassoni hanno sviluppato una rete per il controllo delle comunicazioni globali, usata dapprima nella Guerra Fredda, poi adattata con il tempo alle mutate esigenze del contesto internazionale – globalizzazione, terrorismo, tensioni geopolitiche e geoeconomiche. Per questa ragione, all’interno della più antica e consolidata alleanza di spionaggio mondiale vige una divisione di competenze per aree geopolitiche. Infatti, gli USA monitorano la maggior parte dell’America del Sud, Asia, Russia asiatica e nord della Cina continentale; la Gran Bretagna controlla Europa, Russia europea ed Africa; l’Australia si occupa dell’Indocina, Indonesia e sud della Cina; la Nuova Zelanda sorveglia la parte ovest dell’Oceano Pacifico; infine, il Canada vigila sulla parte settentrionale della Russia e conduce ricerche sul traffico di comunicazioni tra le ambasciate nel mondo.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

Fonti:

UK imposes sanctions against human rights abusers disponibile su https://www.bbc.com/news/uk-politics, consultato il 07/07/2020

UK on collision course with Saudis over new human rights sanctions disponibile su https://www.theguardian.com/law/2020/jul/06/dominic-raab-to-annouce-uk-sanctions-against-human-rights-abusers, consultato il 07/07/2020

Droits de l’homme: Londres sanctionne 49 entités disponibile su https://www.lapresse.ca/international/europe/2020-07-06/droits-de-l-homme-londres-sanctionne-49-entites.php, consultato il 07/07/2020

Britain announces economic sanctions against Russians, Saudis under new Magnitsky power disponibile su https://www.theglobeandmail.com/world/article-britain-announces-economic-sanctions-against-russians-saudis-under/, consultato il 07/07/2020

Britain, Charting Its Own Course on Human Rights, Imposes New Sanctions, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/07/06/world/europe/britain-human-rights-sanctions.html, consultato il 08/07/2020

Trump administration praises UK sanctions on human rights abusers, disponibile su https://thehill.com/policy/international/506049-trump-administration-praises-uk-sanctions-on-human-rights-abusers, consultato il 08/07/2020

London Targets Russians And Saudis In New Sanctions Regime, disponibile su https://www.forbes.com/sites/dominicdudley/2020/07/06/london-targets-russia-saudi-sanctions/#52d3b22b948a, consultato il 08/07/2020

#UNINTSPORT: LE PAGELLE IGNORANTI. LA PARTITA DEL 4 MARZO 2020

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Lorenzo Pizzuti: 2. Come i gol subiti. Viene elogiato ogni settimana, ma questa volta, senza apparente motivo, si prende una bocciatura. Forse per la lite con il Mister, o forse no. COMUNQUE BELLISSIMO

Silvio Negretto: 6.5. Che dura la vita da bomber. Schierato titolare non riesce a incidere come vorrebbe. Fisico e voglia non bastano, a quanto pare servono anche i piedi. VERO NUEVE

Sofian Ayoub: 9. Finalmente una gran partita. Nonostante il poco minutaggio segna una doppietta. So, Su, Sussu, chiamatelo come volete, lui risponderà presente. AYO

Francesco Nicolosi: 6. Entra e comincia a litigare per difendere la Juve. Ciccio e l’Inter sono nemici per natura: come Ciccio e Lorenzo, come Ciccio e Silvio, come Ciccio e Ciccio. Maledetti Ciccio, hanno rovinato la Sicilia! (semicit. Willie il giardiniere). CAMPIONATO FALSATO

Davide D’Amore: 8. Capigliatura da fante di bastoni e si va a comandare. In squadra da poche settimane ma è già un veterano. ABBIAMO LA SUA FOTO?

Costantino Porcu: 8. Un talento naturale. Ha una media di 2 palloni toccati e 2 gol in questo campionato. Dal suo gol nasce la crisi della John Cabot. IL GOL DEL KO

Dario Martufi: 10. In settimana mi ha dato un passaggio in macchina. In qualche modo devo sdebitarmi. Voto meritatissimo. Ha anche giocato? TAXI DARIER

Francesco Ristori: 9. Se la memoria non mi tradisce, è il suo esordio. Se non è il suo esordio, è comunque la prima volta che gioca per più di 34 secondi. Sfiora anche il gol e si prende gli applausi dal suo pubblico. IL NUOVO PUPILLO

Maxim Burac: 8. Ma quanto è forte? Nuovo look da muratore e va subito a segno con un missile dalla distanza. Seguitelo su IG. IOSONOMAXIM

Walter Caruso: 8. Si presenta con un documento in bianco e nero. Pochissimo bianco. In campo fa quello che vuole. A 10 minuti dalla fine si stufa e se ne va. SCUSATE HO UNA CENA

Alessandro Putano: 10. E meno male che era mezzo infortunato. Entra e dà la svolta alla partita. PS: agli allenamenti non c’è, ma a cena sì. AUGURI SANDRONE

Valentin D’Amico: 6.5. Gioca fuori ruolo, e si vede. Gestisce tanti palloni e ne perde altrettanti, ma almeno è costante e coerente. CARMINE TORNA PER FAVORE

Vanni Nicolì: 10. È nervoso, e non si lascia mettere i piedi in testa. Un vero leader, un vero Mister. Pretende e ottiene. Ottiene un bel calcio in c*lo dal capitano. AHIA

Tifosi: 1000. Nel primo tempo sostengono la squadra. Nel secondo tempo si innamorano di Abdul Aboushweisha, attaccante e portiere della John Cabot. TIFOSI A TUTTO TONDO

Valentin D’Amico 

#GUESS WHO?: WILLIAM SHAKESPEARE

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A partire dalla notizia uscita qualche giorno fa sulla netta somiglianza e omonimia che lega l’attrice newyorkese Anna Hathaway e suo marito Adam Shulman alla figura di William Shakespeare e di sua moglie, sembra che i due amanti del ‘600 sarebbero legati da una teoria ovviamente non confermata che li vede come due viaggiatori nel tempo, per via della eco lasciata dal loro grande amore.

Perché non ricordare qualche curiosità su questo grande poeta del ‘600? William Shakespeare è uno dei drammaturghi più amati di tutti i tempi e degli scrittori più celebri della cultura occidentale.

Lo sapevi che..?

Le sue opere sono state trasposte in 360 versioni cinematografiche piuttosto fedeli, e in 63 versioni liberamente ispirate. Senza contare tutti i film indipendenti e le parodie diffuse ovunque.

Si racconta che i genitori e i figli di Shakespeare fossero analfabeti. Con tutta probabilità nessuno dei suoi parenti sapeva tantomeno leggere o scrivere, mentre William frequentò le scuole a Stratford.

Shakespeare sposò a 18 anni una donna più grande di lui di 8 anni, Anne Hathaway appunto, che era incinta di tre mesi. Tre anni dopo nacquero i gemelli Hamnet e Judith.

La morte dei suoi figli e dei suoi nipoti senza figli ha portato all’estinzione del suo albero genealogico.

Probabilmente Shakespeare non si scrive così. Secondo le fonti del tempo ci sono oltre 80 modi diversi di scrivere Shakespeare, da “Shappere” a “Shaxberd”. Nessuna della sei firme che si conservano fino ad oggi possiamo ritrovare il cognome scritto così come lo conosciamo oggi. Infatti si firmò “Shakespe”, “Shakspe”, “Shakspere”,“Shakespear” “Willm Shakp,” “Willm Shakspere” and “William Shakspeare”.

Inventò ben 1700 parole ed espressioni: un vero creatore e ampliatore di vocabolario, creò nuove locuzioni come fashionable”, “eyeball” , “wild goose chase”, “swag” etc, entrate nel linguaggio comune, oltre a molte espressioni popolari come “non è tutto oro quello che luccica” oppure “ molto rumore per nulla”, alcune delle quali sono anche dei titoli di commedie.

Si pensa che possa avere delle origini italiane: il suo vero nome era forse Guglielmo Spaccalancia, figlio di una nobildonna siciliana e perseguitato a causa della religione calvinista. A sostegno di questa tesi c’è infatti l’amore di Shakespeare per l’Italia, l’ambientazione di molte sue opere e la conoscenza non solo del teatro italiano ma anche della sua lingua.

#UNINTSPORT: LE PAGELLE IGNORANTI. LA PARTITA DEL 27 FEBBRAIO 2020

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Lorenzo Pizzuti: 120. La sua altezza in centimetri. Quando viene chiamato in causa risponde presente, nella sua splendida divisa XS bambino. Nel dubbio riesce ad innervosirsi anche sul 10-0. PICCOLO MA CATTIVO

Carmine Caputo: 3. Aveva una missione. Solo una. Prendere un cartellino giallo. Non ce l’ha fatta. Bocciatura piena per il “Miglior fumatore d’Italia 2020” appena proclamato all’unanimità da me stesso. COMPLIMENTI

Silvio Negretto: 10. Si presenta senza barba e va a segno per la seconda volta nella sua carriera. L’ultimo suo gol risaliva alla lontana estate del 1999 al prestigiosissimo Torneo Infrasettimanale dei Fenicotteri veneti. SHAVE LIKE A BAMBÙ (semicit.)

Davide Polletta: 3+1. Vedi Carmine Caputo. Il +1 è per il gol segnato. Si vede che ha ripreso la sua dieta ferrea a base di birra e amianto. KYLIAN M’BAFFÈ (cit.)

Sofian Ayoub: 7. Stava per segnare il gol più bello della sua vita facendo partire un razzo terra-aria da ben 27mm dalla riga della porta. Gol che gli viene incredibilmente rubato dal ladro Ciccio. QUASI GOL

Francesco Nicolosi aka Ciccio: 8. Il talento siciliano ci delizia danzando sul pallone con classe. Entro la fine dell’anno riuscirà a non cascare alla finte che egli stesso realizza. Ruba un gol già fatto (vedi sopra, ndr). ARSENIO LUPIN

Davide D’Amore: 6,5. Il nostro Davide The Love è un po’ sottotono, complice San Valentino che non c’entra niente ma è passato senza salutare. 14 FEBBRAIO

Alessandro Aiala: 6. Sei politico. Non era presente ma ce l’avevo in lista. ASSENTE

Costantino Porcu: 9. Dopo 4 mesi scopriamo che in realtà si chiama Carlo. Un campione. Gioca poco anche lui, spaventato dalle notizie sulle quarantene sulle sue navi. COSTA CROCIERE

Maxim Burac: 2. Così impara a rispondere sul gruppo WhatsApp della squadra con 3.000 emojis. Gioca pochi minuti ma riesce a mostrare le sue capacità a scarpe invertite. FANTASTICO

Walter Caruso: 27. Il voto che avrebbe preso se fosse stato schierato titolare al Fantacalcio. Anche oggi non va in bianco, segnando ben 6 gol. Difficile vada in bianco anche in futuro. GRAZIE OSTIANTICA CALCIO

Alessandro Putano: 8. A sorpresa non è tra i titolari, e si capisce subito il motivo. Tira fuori da dietro la panchina una borsa frigo con la peperonata del giorno prima. Poi purtroppo entra e rovina tutto con una doppietta. FAME DI GOL

Valentin D’Amico: 1. Gioca solo 10 minuti (egregiamente, ndr). Viene convocato solo per scrivere le pagelle. Ed eccolo qua, alle 23.10 di un piovoso giovedì ad elogiare i suoi compagni con queste dolci parole. Comunque il miglior panchinaro della squadra, che giocatore. GRAZIE MISTER

Vanni Nicolì: 1. I suoi in campo fanno faville, ha quindi la possibilità di far giocate tutti. Per colpa sua le pagelle da scrivere sono 12, ecco spiegata la bocciatura. MAGNANIMO

Tifosi: 1000. Freddo, caldo (non ancora ma arriverà), sole, luna, pioggia, loro sono sempre presenti. Cantano senza mai fermarsi. 11 gol dedicati a loro. 4 STAGIONI

Valentin D’Amico

#MONDAYABROAD

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Oggi Monday Abroad vola a Marrakech con Ihssane Rouhi!

Marrakech, situata al centro-sud del Marocco, è la più importante delle quattro Città Imperiali (Marrakech, Fès, Rabat e Meknès, devono il nome all’opera delle varie dinastie regnanti che, in tempi diversi, le scelsero come residenza, aumentandone il fascino durante il proprio regno attraverso importanti interventi architettonici). È divisa in due parti: la Città Vecchia (Medina, una vecchia cittadina fortificata brulicante di venditori con le loro bancarelle) e la Ville Nouvelle (costruita dai francesi negli anni ’30 durante la dominazione coloniale).

La Medina è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1985, significa “la città illuminatissima” ed è un luogo magico dove ci si può lasciar trasportare dal profumo del tè. La città vecchia è protetta da un insieme di bastioni di terra rossa in un labirinto di viuzze e palazzi, mercati e moschee, cupole e minareti.

Uscendo dalla Città Vecchia, arriviamo alla Ville Nouvelle, i cui simboli sono il quartiere Guéliz e il suo complesso residenziale moderno l’Hivernage, il Mercato Generale e il minareto della Koutubia, la famosa moschea con il minareto a base quadrata.

Oltre a raccontarmi della sua meravigliosa città, Ihssane si è divertita a spiegarmi il “problema delle lingue”: un po’ come qua in Italia ci distinguiamo per i nostri vari dialetti, anche in Marocco si parlano più lingue, come per esempio l’arabo marocchino, chiamato “Darija”, molto diverso dall’arabo standard perché caratterizzato da una diversa pronuncia, vocaboli e coniugazione dei verbi (molto difficile, tra l’altro, da imparare, in quanto si tratta di una lingua parlata e il solo modo per apprenderlo è attraverso la gente locale).

Ihssane descrive il suo Erasmus con tre splendide parole: “enjoy, friends, travelling”.

“È stata un’esperienza diversa da qualsiasi altra: mi sono confrontata con gente proveniente da zone del mondo diverse da me, sono quindi cresciuta, ho studiato e ho imparato. Ho conosciuto persone stupende che porterò sempre nel cuore… È stato tutto perfetto, anche se è ora di tornare a casa.”

Ilaria Violi

#PEOPLEOFUNINT

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Come ti descriveresti?

Sono Rosanna e ho 24 anni. Se mi dovessi descrivere in quattro parole, sarebbero: responsabile, determinata, curiosa e scherzosa. Ho un senso del dovere particolarmente sviluppato e quando mi prefiggo un obiettivo faccio di tutto per raggiungerlo. La monotonia un po’ mi spaventa perciò cerco sempre di sperimentare cose nuove anche se costano più sacrificio del previsto e mi mettono a dura prova. A casa e con gli amici, sono un po’ la mascotte di turno e tra le battute e la mia spontaneità cerco sempre di strappare un sorriso e di regalare spensieratezza.

Sono una neolaureata della magistrale di Economia e Management Internazionale, curriculum in Digital Marketing.  La scelta di avviare i miei “ultimi” due anni di studio alla UNINT è stata determinata dal mio percorso di studi precedente, ovvero in Marketing e Comunicazione d’Azienda, e dalla passione che mi muove verso la comunicazione digitale, i social media, il copywriting, il branding e il marketing in tutte le sue sfaccettature.

La persona che sei oggi è chi sognavi di essere?

Ad oggi sto svolgendo uno stage come marketing assistant, consapevole che si tratta di un punto di partenza e non di arrivo. Ho un’idea del lavoro dei miei sogni, ma devo ancora metterla a fuoco, perché sto constatando concretamente che le opportunità e i profili professionali di un “laureato in economia” sono molteplici e richiedono una formazione continua e sempre aggiornata.

Mi piacerebbe diventare brand manager di una casa di moda del settore sportivo e supportarla nello sviluppo della brand awareness avvalendomi degli strumenti di comunicazione digitale. Non perché io sia la classica ragazza “healthy” attenta alla linea; mi piace l’idea che la gente possa vestirsi sportiva e sentirsi cool allo stesso tempo, in qualsiasi situazione.   

La persona che sono oggi è sicuramente diversa rispetto a quella che immaginavo di diventare, ormai quasi sei anni fa. Vado fiera delle scelte che ho fatto, sebbene alcune di esse mi abbiano fatto cadere, ma tutte mi hanno reso più forte e consapevole.

Se tornassi indietro, cosa diresti alla te di un tempo?

Alla me di qualche tempo fa consiglierei di continuare a credere e a praticare l’onestà, il rispetto e il non prevaricare sugli altri; di accogliere gli imprevisti come delle opportunità; di non aver timore di osare e non smettere mai di credere in se stessa.

Solo chi non sa dove sta andando può arrivare lontano!

Rosanna

#UNINTSIGHTSEEING: CASTEL DI TORA

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Nel cuore dell’Italia, tra scenari lacustri e suggestivi scorci medievali, sorge Castel di Tora, un piccolo comune di circa 300 abitanti, situato all’interno della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia.
Chi lo visita si innamora dei suoi paesaggi, da molti definiti i più belli del Lazio. Adagiato sulle sponde del lago artificiale del Turano, in cima a un alto colle, regala scenari incantevoli che si specchiano nelle acque del bacino, incorniciati dai fitti boschi del Monte Navegna, dalla cui sommità, nelle giornate più limpide, si può osservare persino la cupola di San Pietro a Roma. Passeggiando per le sue viuzze è impossibile non lasciarsi conquistare dalle atmosfere intime, accoglienti e cariche di storia: scenario perfetto per una passeggiata fuori città. Che si cammini sulle sponde del lago, o che si esplorino gli stretti vicoli di pietra, la bellezza di questa località riempirà di poesia ogni dolce fuga romantica con la propria metà.

Esplorando il borgo si gode della piacevole sensazione di fare un tuffo nel Medioevo. La torre poligonale della fortezza, che domina una roccia a strapiombo sul lago, risale all’XI secolo, mentre le quattrocentesche torrette di via Torano e di via Cenci svelano le vestigia dell’antica cinta muraria. L’intero borgo è un trionfo di case in pietra locale a vista con coperture in legno e manto in coppi di laterizio, in pieno stile rurale medievale, mentre nell’aria aleggia il profumo di timo e di ginestre. Magnifica la chiesa di San Giovanni Evangelista, con i suoi affreschi cinquecenteschi ed il pittoresco campanile su cui crescono violaciocca e mentuccia, così come il settecentesco palazzo adiacente la torre poligonale. Una volta giunti nella piazza principale, si è rapiti dalla sorprendente vista panoramica sul lago e dalle forme della fontana del Tritone, risalente alla fine del XIX secolo.

E per lasciarsi travolgere dalla sensazione di trovarsi in un luogo dal fascino surreale sospeso nel tempo e sulle placide acque del lago, vale la pena raggiungere l’incantevole Borgo di Antuni che sorge su una piccola penisola collegata alla terraferma da un istmo. Il piccolo borgo cinquecentesco custodisce il bel Palazzo del Drago, risalente al XV secolo, oltre allo scenografico eremo di San Salvatore che si erge su una parete a picco sul lago.

Prima di abbandonare questo piccolo angolo di paradiso, vale, infine, la pena sedersi al tavolo di una delle tradizionali trattorie vista lago e lasciarsi deliziare dai piatti preparati con i prodotti del territorio che spaziano dai particolari “fagioli a pisello”, coltivati solo da queste parti, ai formaggi, ai tartufi, ai funghi, sino al saporito pesce di lago. Tra le specialità da assaggiare, il Polentone condito con sugo di magro di baccalà, aringhe, tonno e alici, e gli stragliozzi, un particolare formato di pasta lavorata a mano.

#PEOPLEOFUNINT

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Sono Diletta e sono al secondo anno magistrale del percorso di studi in Economia e Management Internazionale-Marketing Digitale. La mia scelta di studiare economia è stata totalmente diversa da quella fatta per la triennale quando avevo optato per un percorso di natura giuridica, nello specifico Diritto per le Imprese che ho frequentato a Torino, la mia città, perché ho sentito il bisogno di avere una conoscenza più profonda del mondo aziendale e di tutto ciò che lo caratterizza. L’inizio della magistrale ha comportato un grande cambiamento nella mia vita: mi sono dovuta trasferire qui a Roma e ho dovuto imparare ad ambientarmi in una nuova realtà. Ma l’ho fatto con coscienza, specie perché questo percorso di studi si trovava solo qui.

Sei felice della scelta che ti ha portato qui oggi?

Sì, sono contenta del percorso di studi che ho fatto, perché da un lato l’economia mi ha sempre appassionata, dall’altro ho anche superato dei miei limiti dal momento che ero abituata a un metodo di studio completamente differente. Per cui ti direi sì lo rifarei, rifarei questa scelta sia per esperienza personale che formativa.

Che tipo di ragazza sei? Come ti definiresti?

Sono una ragazza ambiziosa, determinata e testarda, perché tutto quello che voglio, cerco di ottenerlo anche se mi costerà fatica. Non so ancora chi voglio diventare, non so ancora dove mi porterà questo percorso di studi, se continuerò a studiare o se dopo la laurea potrò avviare la mia carriera lavorativa. So che il mondo del Digital Marketing mi affascina, cerco di rendermi sempre attiva dal punto di vista dei social, di apprendere quanto più posso dal punto di vista universitario. Fare marketing significa soddisfare il bisogno del cliente, quindi spero anch’io di riuscire nel mio lavoro ad aiutare il prossimo. Non so se questo comunque mi avvicinerà a una carriera bancaria che mi piacerebbe molto o piuttosto a un’impresa in cui occuparmi della gestione degli aspetti legali. In ogni caso sono molto fiduciosa.

Senti di stare procedendo nella giusta direzione?

Quello che sono oggi è quello che ho sognato di essere, nonostante le difficoltà che ho incontrato. Alla fine penso che tutti i nodi vengano al pettine e che quindi prima o poi tutte le soddisfazioni possano essere raggiunte, alcuni traguardi sono infatti già stati segnati, ma non mi posso ovviamente fermare qui.

Come dico sempre: Nonostante i periodi di pioggia, bisogna guardare la luce del sole in fondo al tunnel.

Diletta

#CURIOSITÀDALMONDO: CHI È JOAQUIN PHOENIX?

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Non potevamo non lasciare spazio a questa notte così importante, la notte degli Oscar.

Un piccolo indizio..”run to the rescue with love and peace will follow”. Di chi stiamo parlando?

Di Joaquin Phoenix , attore vincitore dell’oscar come miglior attore protagonista con il film Jocker, il cui nome vero è Joaquin Rafael Bottom, ma per tutta la sua vita l’attore è sempre stato chiamato con alcuni soprannomi interessanti che includono Kitten, Joaq e Leaf, quest’ultimo perché nessuno sapeva pronunciare il suo nome e mentre rastrellava gli venne in mente questa idea, anche perché voleva un nome legato alla natura come i suoi fratelli più grandi..  

Joaquin Phoenix ha trascorso l’infanzia insieme ai genitori e ai suoi a fratelli River, Rain, Liberty, and Summer nella setta cristiana dei Children of God. Hanno vissuto per anni tra il Centro e il Sud America. Quando si sono accorti però di essere entrati in una setta, hanno deciso di andarsene. Per simboleggiare un nuovo inizio dopo la setta, i genitori di Joaquin Phoenix hanno scelto di cambiare il cognome. Dall’originale Bottom, sono passati a Phoenix, ovvero fenice, simbolo leggendario della rinascita.

Joaquin è tutt’ora un vegano convinto. Talmente convinto e in un certo senso estremista che si rifiuta di indossare dei costumi fatti di pelle animale nei suoi film. È da quando ha 3 anni che si rifiuta di mangiare carne e pesce e non vuole indossare capi in pelle.

Recitando dall’età di 6 anni, non è mai andato a scuola. Ma ha sempre avuto dei tutori esperti. Peccato che non si impegnasse molto, ma di questo si dice profondamente pentito.

È nato con una cicatrice sulle labbra. Molte persone hanno ipotizzato che fosse parte di un intervento chirurgico o di un incidente in gioventù. Tuttavia egli ha affermato che è semplicemente un segno che si porta dietro dalla nascita.

 Ha conquistato inoltre tre nomination  all’Oscar per i suoi ruoli in “The Master”, “Gladiator” e “Walk the Line”.

Non chiedete una foto a Joaquin Phoenix. Non poserà mai con voi. Ma se invece volete chiacchierare è più che disponibile.