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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

I numeri legati alla diffusione del Covid-19 continuano a crescere e toccano tutte le zone del mondo, anche le più remote.

Il lavoro della rassegna stampa ci mette di fronte alla dura realtà perché ci costringe alla presa di coscienza di un fenomeno che va al di fuori delle nostre facoltà e dei nostri poteri.

Tuttavia, crediamo fermamente che l’informazione e la consapevolezza siano le principali armi per poterci difendere in questo buio periodo.

Per questo motivo proseguiamo nel nostro lavoro fieri e sempre più desiderosi di sapere… e di “far sapere”.

Sara Nardi

In Brasile il Presidente Jair Bolsonaro fino a pochi giorni fa definiva il Covid-19 una gripezinha ovvero una banale influenza da cui il 90% del popolo brasiliano era immune.
La gravità della situazione però ha fatto sì che venissero prese le prime misure di restrizione anche se, come riportato da Il Fatto Quotidiano «Bolsonaro parla (troppo tardi) di minaccia».
Sono le cifre infatti a confermarlo: 9.216 contagi di cui 365 decessi.

Lo Stato di Pernambuco si trova a dover fronteggiare un nuovo aumento di casi. Sale infatti a 136 il numero di contagiati mentre sono 10 le persone decedute, secondo quanto riportato nel bollettino del Centro di Assistenza Sanitaria statale del 3 aprile. I casi confermati sono distribuiti in 14 municipi dello Stato.

Nel tentativo di contenere e limitare la diffusione del Covid-19 lo Stato di Pernambuco ha ampliato il precedente Decreto (che prevedeva esclusivamente la chiusura delle scuole,
la sospensione di tutte le attività commerciali non essenziali e dei servizi pubblici) vietando l’ingresso a spiagge e parchi fino al 17 aprile.

Il Presidente della Centro di Assistenza Sanitaria statale André Logo ha sottolineato l’importanza delle misure che saranno adottate nei prossimi giorni. Difatti gli esperti brasiliani hanno dichiarato l’attesa di un picco massimo dei contagi per la seconda metà di aprile. È proprio in previsione del dilagare della pandemia che il Governatore ha ribadito la necessità di far comprendere a tutti i cittadini l’importanza di rimanere in casa disponendo, inoltre, maggiori misure di controllo nella capitale dello Stato, Recife. È notizia di domenica che il Governo, in accordo con i sindacati delle imprese di settore, si servirà delle compagnie telefoniche per avere libero accesso al traffico dati dei cittadini. Il tutto avverrà in forma anonima e servirà esclusivamente per localizzare gli assembramenti di persone in tutto il Paese.  

A San Paolo (Stato) i decessi da Covid-19 sono triplicati nel corso di una sola settimana.
Solo venerdì 27 marzo i casi di morte erano 27 mentre ad oggi il bilancio delle vittime sale a 219. Anche i casi positivi sono in aumento: nel corso della stessa settimana da 1200 sono arrivati a 4048 (quasi la metà dei casi totali in tutto il Paese). 

Il Governo di San Paolo ha recentemente modificato le misure della quarantena, che garantivano il solo svolgimento dei servizi essenziali per la salute, l’alimentazione e la sicurezza. In conformità alle nuove misure, a partire da oggi il Comitato per le operazioni di emergenza di San Paolo ha introdotto nuove permissioni: sono autorizzate le attività interne negli studi legali e contabili. Tuttavia, l’accesso è vietato ai clienti. Fanno inoltre eccezione gli edifici commerciali e i negozi di ricambi e accessori per veicoli a motore, salvo eventuali restrizioni specifiche da parte dalle singole unità. Sono inoltre autorizzati i servizi di consegna e drive-in.

Giulia Arresta, Alessia Santella

Nel Regno Unito alle 20 di domenica 5 aprile, la Regina Elisabetta II ha tenuto un discorso alla nazione: “Stiamo attraversando un momento che porta dolore, difficoltà economiche e cambiamenti nella vita di tutti” ha affermato la Regina, ringraziando poi tutti coloro che hanno continuato a lavorare per sostenere e sostentare la popolazione e le imprese che hanno convertito la produzione per far fronte all’emergenza. Nel frattempo, le condizioni de premier Boris Johnson hanno iniziato a peggiorare, rendendo necessario il ricovero. La popolazione, invece, ha riacquistato speranza guardando i miglioramenti in Italia, anche se la condizione non è la stessa. Inoltre, ad oggi, molti cittadini continuano a non rispettare le regole e il numero di contagi è in aumento. Ad Hove, nel sud est dell’Inghilterra, un poliziotto ha spento di forza un barbecue in spiaggia. Nel settore dei trasporti pubblici, un operatore ha dichiarato: “non vengono distribuite mascherine e guanti ai conducenti degli autobus o metropolitane e i mezzi non vengono disinfettati come dovrebbero”.

In Australia i casi salgono a più 5800, il numero delle vittime a 40 e i guariti a più di 2000. Per questo il primo Ufficiale Medico Capo australiano, Brendan Murphy si è mostrato fiducioso sul’efficacia delle misure di sicurezza e invita fortemente gli australiani a non spostarsi o raggrupparsi per i festeggiamenti di Pasqua. Il primo ministro Scott Morrison ha annunciato servizi per l’infanzia gratuiti per tutte le famiglie che ne avranno bisogno, garantendo 13000 asili aperti in tutto il paese. Nel frattempo, il museo nazionale australiano sta allestendo una mostra per ricordare gli incendi dell’ultima estate, per mantenere viva la consapevolezza nonostante la pandemia.

In Canada, domenica 5 aprile, sono stati effettuati i primi rimpatri, tramite charter, dei passeggeri di una terza nave infetta approdata in Florida: La Princess Cruises. Nel mentre i dettagli del rimpatrio dei 248 passeggeri a bordo delle Ms Zaandem ed Ms Rotterdam rimangono ancora poco chiari. Il coronavirus colpisce anche le popolazioni indigene e il capo tribù, Harvey Yesno ha affermato: “siamo molto preoccupati a causa dei sovraffollamenti nelle case” poiché, spiega il giornalista nell’articolo di The Globe and Mail, la media di abitanti per nucleo familiare è di sei persone.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, sabato scorso, il presidente Trump ha affermato che, nonostante sia risultato negativo al test del Covid-19, prenderà in considerazione l’assunzione di idrossiclorochina (farmaco antimalarico), basandosi su alcuni studi che ne confermino l’efficacia contro il virus. Tuttavia, il direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive, Anthony Fauci ha puntualizzato che non ci sono dati a favore di questa tesi. Nel frattempo, il chirurgo generale degli Stati Uniti, Jerome Adams ha paragonato l’emergenza all’attacco di Pearl Harbor, per sottolineare la portata dell’attuale momento critico della storia del paese. Ad aggravare il problema, pare sia la mancanza di una strategia di isolamento congiunta.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

I casi positivi in Spagna, secondo paese al mondo con il maggior numero di casi, aumentano giornalmente: a oggi si contano 131.551 casi, circa 12.418 decessi e 38.080 guariti. Nonostante quanto riportato, si registra un calo nel tasso di crescita giornaliera di questi ultimi: in due settimane, si è passati da oltre il 30% a meno del 7%.

Madrid resta il centro principale dell’epidemia, con più di 37.000 casi positivi e oltre 4.900 morti, seguita dalla Catalogna. La situazione non è la stessa in tutto il paese, poiché la velocità di contagio cambia a seconda delle zone. Tuttavia, l’impressione generale è che i ricoveri al pronto soccorso stiano diminuendo.

Attualmente, il governo sta intervenendo su eventuali portatori asintomatici operanti nei settori essenziali: gli operatori sanitari, gli addetti nelle case di cura, gli agenti di polizia, il personale dei supermercati potrebbero essere parte di un flusso di trasmissione silenziosa che si vuole interrompere per scongiurare una nuova ondata di contagi quando arriverà il momento di diminuire le misure di distanziamento sociale.

A questo scopo, sono in corso due azioni: in primis, si effettuano test a tappeto su questi soggetti; in secundis, si preparano le infrastrutture che ospiteranno i casi positivi che non necessitano di ricovero ospedaliero. Nella giornata di domenica, Pedro Sánchez ha chiesto ai Presidenti di ogni Comunità Autonoma di inviargli, entro il 10 aprile, una lista di infrastrutture pubbliche e private disponibili a ospitare i soggetti positivi che non necessitano di ospedalizzazione.

A tal proposito, il ministro dell’interno spagnolo non esclude la possibilità di rendere tale isolamento obbligatorio, affermando che “In caso contrario, si studierebbero tutte le alternative consentite dalla legge, perché il principio fondamentale è il mantenimento della salute pubblica. Nel rispetto dei diritti fondamentali”.

Questa domenica, l’Argentina ha registrato103 nuovi casi, portando il numero dei contagi a 1.554 secondo quanto riportato dal Ministerio de la Salud de la Nación. Stando all’ultimo aggiornamento, sono stati confermati 32 nuovi casi positivi nella città di Buenos Aires, con un totale di 439 casi.

A Cuba i casi sono 320: nelle ultime 24 sono risultate positive 32 persone, quattro delle quali hanno un link epidemiologico legato agli Stati Uniti e alla Spagna.

Le ripercussioni politiche si fanno sentire anche in Bolivia e in Ecuador dopo che lo scandalo dei cadaveri nelle strade ha colpito l’immagine di Lenin Moreno.

In Messico, lo scorso sabato, il numero dei decessi è salito a 79 e i casi positivi confermati sono 1.890. Un confinamento parziale e volontario – con esercizi commerciali chiusi – è in vigore nel Paese fino al 30 aprile.

In paesi come il Perù, Panama o la Bolivia, la quarantena è più severa e i governi si occupano delle emergenze sanitarie e del timore di proteste o saccheggi.    

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia, l’emittente radiofonica Europe1 comunica per 134.000 operatori sanitari italiani l’inizio di una formazione online volta a offrire “delle indicazioni chiare, fondate sulle conoscenze scientifiche disponibili, per affrontare la crisi causata dal nuovo COVID-19”, citando l’Istituto Superiore di Sanità. Prosegue anche la didattica online: dalla scuola materna dove i bambini devono essere affiancati dai genitori per l’utilizzo delle piattaforme online, fino alle università dove i corsi si svolgono in modalità virtuale; l’esito sembra essere positivo nonostante qualche difficoltà. In Svizzera, i giornali parlano del miglioramento in Italia, ma i casi oltralpe sono in aumento. Nonostante ciò, il partito politico Unione Democratica di Centro vorrebbe far ripartire, con tutte le precauzioni necessarie, i settori produttivi. Lo zoo Sikypark, nel Bernese, si ritrova in crisi finanziaria: sono state attivate adozioni a distanza di animali per raccogliere finanziamenti. Anche le imprese dei trasporti pubblici sono in crisi e hanno richiesto sovvenzioni statali. Le relazioni interpersonali sono messe a dura prova: crescono le richieste di divorzio. Tuttavia, aumentano anche i prestiti di libri dalle biblioteche digitali. In Belgio, si moltiplicano le iniziative di solidarietà ispirate in parte dall’esperienza italiana: dai servizi di call center per aiutare le persone anziane a fare la spesa, fino all’app che con pochi click permette di offrire pasti gratuiti al personale medico di Bruxelles; l’app è stata chiamata 8 pm, in riferimento all’orario in cui i cittadini applaudono gli operatori sanitari in segno di ringraziamento. Anche la famiglia reale esprime la sua vicinanza al popolo belga attraverso una scritta floreale, simbolo di incoraggiamento e invito a resistere in questo duro momento. Il Covid-19 non è solamente un rischio per la vita di molti, ma è anche il fattore scatenante di una crisi economica mondiale. Se già la Cina e il mondo occidentale fanno fatica a fronteggiare un tale impatto sui propri sistemi economici, cosa sarà del continente africano? L’Africa, da sempre afflitta da problemi di insicurezza alimentare, si trova infatti a dover affrontare questo nemico comune con risorse nettamente inferiori. Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, dichiara che sarebbero necessari circa 3000 miliardi di dollari per supportare i paesi del sud del mondo. Quanto al Canada, il 5 aprile il governo del Québec ha lanciato il progetto “Le Panier Bleu” (Il Cestino Blu) al fine di unire le varie iniziative nate per stimolare il commercio locale che ha subìto una forte battuta d’arresto a causa del Covid-19. Questa misura esprime la volontà di maggiore autonomia da parte della provincia, che riconosce una dipendenza eccesiva dall’esterno in materia di approvvigionamenti.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Diana Sandulli,  Eleonora Valente, Elen’Alba Vitiello

Il villaggio austriaco di Ischgl, meta “in” del turismo invernale, si è di recente trasformato in uno dei maggiori focolai europei. Abbiamo chiesto a Claudia Angelika Jehle, studentessa austriaca che quest’anno ha trascorso il semestre invernale in Erasmus all’UNINT, di parlarci della situazione a Ischgl, suo paese natale.

COME STA AFFRONTANDO L’EMERGENZA L’AUSTRIA? COSA NE PENSANO GLI AUSTRIACI?

In Austria ci sono restrizioni molto severe. Il Cancelliere Sebastian Kurz ha dichiarato che si può uscire di casa solo per andare al lavoro, per le spese necessarie e per aiutare chi non è autonomo.

In generale, la gente segue questi ordini. Purtroppo, ci sono anche coloro che non sono ancora pienamente consapevoli della gravità della situazione.

I MEDIA AUSTRIACI IN QUESTI GIORNI PARLANO DELL’ITALIA?

Certamente parliamo dell’Italia, il paese più bello del mondo. Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto notizie terribili, come le foto del convoglio di Bergamo: immagini che mi fanno piangere. Sembra che l’Italia non abbia risorse sufficienti per curare tutti i pazienti.  Quello che mi colpisce è che i media vedono sempre l’Italia come lo scenario peggiore e lo sottolineano spesso. Cito testualmente: “Non vogliamo che ci tocchi la stessa sorte toccata all’Italia”

COM’ERA LA SITUAZIONE A ISCHGL NELLE SCORSE SETTIMANE? È CAMBIATO QUALCOSA ULTIMAMENTE?

Il 6 febbraio, quando sono tornata in Austria, la situazione era normale. La stagione sciistica era al culmine e non si parlava del Covid-19. L’università a Innsbruck è iniziata come previsto all’inizio di marzo. I professori hanno solo chiesto agli studenti Erasmus di rimanere a casa e a tutti gli altri di rispettare severe misure igieniche.

La seconda settimana tutto è cambiato improvvisamente. Hanno chiuso l’università e sono tornata a Ischgl. Il 13 marzo è iniziata la situazione eccezionale: quarantena in tutta la valle e chiusura anticipata della stagione. Il governo ha ordinato di mandare a casa gli ospiti e il personale, nel giro di mezza giornata l’intera valle è stata sgombrata. Non avrei mai pensato che si sarebbe arrivati a questo.

QUAL È LA TUA OPINIONE RIGUARDO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO A ISCHGL? PENSI CHE ISCHGL NE AVRÀ UN DANNO DI IMMAGINE?

Quello che sta succedendo a Ischgl è clamoroso. I media hanno riferito che abbiamo nascosto dei casi e abbiamo agito troppo tardi; per quanto ne so, abbiamo immediatamente rispettato le istruzioni ufficiali attuandole il più rapidamente possibile.

La popolazione di Ischgl non ha colpe: molti turisti già a febbraio sapevano che l’Italia era alle prese con il Covid-19 ma sono partiti comunque e dopo la chiusura delle discoteche e degli après-ski bar di Ischgl hanno affollato i ristoranti. Dov’è finita la responsabilità personale di ogni individuo?

Sinceramente non penso che questo ci procurerà un danno di immagine. Tutto il mondo ne è colpito e dopo questa crisi i turisti torneranno di sicuro a Ischgl per la sua rinomata stazione sciistica.

Francesca Della Giulia, Gabriele Simoni

In Russia la situazione continua a peggiorare: in 14 regioni sono emersi 658 nuovi casi di infezioni da coronavirus, secondo quanto riferito dalla sede operativa di gestione dell’emergenza COVID-19 il 5 aprile. In 24 ore sono stati rilevati 536 nuovi casi di contagi nella città di Mosca, 45 nel Distretto di Mosca, 22 nella regione di Niznij Novgorod, 20 a San Pietroburgo, 10 a Tula e Leningrado, 4 nel Territorio di Krasnoyarsk, 3 nel circondario autonomo di Chanty-Mansijsk e ancora diversi altri casi registrati a Yaroslav, Chelyabinsk, Novosibirsk e Khabarovsk. Il numero totale dei contagiati in Russia è quindi salito a 5389, di cui è importante specificare, 3893 solo a Mosca; 45 il numero dei deceduti mentre sono 355 i guariti.

Sono state adottate nuove misure di sicurezza da parte delle autorità delle regioni di Krasnoyarsk, Norilsk e Tomsk. L’Amministrazione dell’oblast’ di Tomsk e l’Agenzia Governativa Rospotrebnazdor ovvero il Servizio Federale per la tutela dei diritti e del benessere dei consumatori, hanno stabilito che, dal 6 aprile, tutti i passeggeri in arrivo negli aeroporti di Krasnoyarsk e Norilsk provenienti da Mosca e San Pietroburgo saranno sottoposti a due settimane di quarantena. Gli abitanti della regione dovranno trascorrere la quarantena nelle proprie abitazioni, mentre chi arriva da altre regioni verrà rimandato a casa o verrà messo in stato di osservazione per 14 giorni. Risulta necessario specificare che le suddette regioni si trovano nella parte orientale del territorio della Federazione, per cui questa è la prova che il virus si sta diffondendo anche nei posti più remoti.

Una situazione completamente diversa, la sta vivendo il territorio della Cecenia.

Il presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha dichiarato che le autorità della repubblica hanno già provveduto a mettere da parte una fornitura di cibo per un anno. Per il momento, i confini della regione sono chiusi all’entrata e all’uscita. Non è noto quando i confini saranno riaperti. Kadyrov dichiara: “Abbiamo cibo sufficiente per un anno per la Repubblica.  Il Ministero della Salute è dotato di tutto il necessario per ogni evenienza. Ci siamo preparati. Per questo consiglio ai nostri nemici di lasciarci in pace: si vedrà in seguito se abbiamo fatto la cosa giusta.
Farò di tutto per proteggere il nostro popolo. Ciò che stiamo vivendo è peggio dell’estremismo o del terrorismo è una malattia: un terrorista, almeno, può essere trovato e fermato. Faremo del nostro meglio per garantire che nessuno venga nella Repubblica e infetti i nostri abitanti”.

Angela Doria, Paola D’Onofrio

In Yemen non è ancora stato registrato alcun caso di Covid-19 ma il Paese sta attraversando la più grande crisi umanitaria al mondo causata dalla guerra civile scoppiata nel 2015.

Se il virus dovesse entrare nel paese la situazione peggiorerebbe ulteriormente. Pertanto, il 25 marzo scorso il segretario delle Nazioni Unite, António Guterres, ha chiesto alle parti in conflitto di siglare una tregua temporanea.

La popolazione yemenita soffre già di malattie gravissime e altamente contagiose quali colera, febbre dengue, morbillo, difterite e malnutrizione cronica. La metà delle strutture sanitarie del paese sono state distrutte durante i bombardamenti, e i fondi per la sanità scarseggiano.

Secondo la testata alThawra-news.net, affiliata al governo internazionalmente riconosciuto con sede ad Aden, i ribelli Houthi (il gruppo sciita filo-iraniano che controlla la capitale Sana’a) starebbero sfruttando l’emergenza a proprio favore, diffondendo l’idea che questa sia stata provocata dall’America e dall’Arabia Saudita, e invitando i cittadini a morire al fronte piuttosto che del virus.

Secondo l’omonima testata althawrah.ye, controllata invece dai ribelli Houthi, sono molte le iniziative messe in campo per far fronte a questa emergenza, come il contributo di 500 milioni di riyal messo a disposizione dalla società Yemen Telecom.

Nella riunione straordinaria tenutasi la mattina del 31 marzo a Sana’a, il Ministro delle telecomunicazioni Al-Numair, ha sottolineato il ruolo vitale dei media yemeniti nella campagna di sensibilizzazione contro il virus. Interessante anche il suo appello affinché venga permesso l’accesso agli strumenti di comunicazione e vengano installati dei cavi marini per l’accesso ad internet nel Paese. Inoltre, sono stati creati un sito e un’applicazione gratuiti per rimanere aggiornati sulla pandemia.

Tra i vari paesi del Golfo, notevole è la posizione del Kuwait.

Tra le sue iniziative nazionali e sociali in linea con il volere del governo, e il piano di quest’ultimo per far fronte all’emergenza Coronavirus, lo store online Dot-Com ha lanciato la campagna “Fazaat Watan”. Questa fornisce gratuitamente delle automobili alle società cooperative che si occupano di trasportare in diverse regioni del Kuwait prodotti alimentari e beni di consumo sulla base delle richieste dei cittadini.

L’ingegnere Abdul Mahsen Al-Harfash, presidente del consiglio di amministrazione dello store online Dot-Com, in un comunicato stampa ha dichiarato che la campagna “Fazaat Watan” è stata avviata per facilitare il trasporto di beni di prima necessità. Ciò è stato possibile grazie al contributo delle società cooperative per azioni in ogni provincia del Paese durante tutto l’arco di tempo che prevede il divieto di uscire dalle proprie case. Al-Harfash ha inoltre specificato che tale store ha messo a disposizione delle società cooperative e degli enti di beneficienza più di 150 automobili, con autisti inclusi, in modo completamente gratuito nell’attuale periodo di crisi sanitaria. 

Anna Parmegiani, Chiara Riccardi, Dinella Vella

Proprio quando sembrava di essere vicini a tirare un sospiro di sollievo, in Cina torna la paura di un rimbalzo dei contagi dopo la scoperta di nuovi casi nella provincia dello Hubei e alla luce dell’aumento dei casi di importazione, ad oggi 38 (ultimo aggiornamento 5/4/20).

Cresce in particolare la preoccupazione a Wuhan, dove si prevedeva per l’8 aprile la sospensione dei divieti sui viaggi in uscita dalla città e dove invece, lo scorso venerdì, le autorità hanno rinnovato la richiesta ai residenti di restare in casa e adottare massima precauzione. Probabilmente le date previste per l’apertura saranno prorogate.

Nei giorni precedenti, il Presidente cinese Xi Jinping aveva effettuato una visita nella provincia dello Zhejiang, recandosi nei porti, nelle imprese e nelle zone rurali per monitorare la prevenzione e il controllo dell’epidemia così come lo sviluppo economico e sociale. Il messaggio era chiaro: è fondamentale accelerare il ripristino della produzione e il ritorno alla vita normale.

Ma, in realtà, le immagini più suggestive della scorsa settimana sono senz’altro quelle di sabato. Il 4 aprile in Cina è stata celebrato il giorno della commemorazione dei defunti, il Qingming Festival, che quest’anno ha inevitabilmente assunto un tono ancora più drammatico: in questo giorno il governo centrale ha infatti indetto il lutto nazionale, in onore delle vittime dell’epidemia. Così, alle 10 del mattino, il suono delle sirene nelle principali città cinesi ha sancito l’inizio di tre minuti di silenzio.

A Wuhan, alcuni cittadini hanno bruciato dei pezzi di carta negli angoli delle strade per rendere omaggio a tutti gli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta in prima linea contro il virus, mentre le bandiere in tutto il paese e nelle ambasciate cinesi all’estero erano appese a mezz’asta.

A Pechino, il Presidente Xi, il Primo Ministro Li Keqiang e gli alti funzionari del Partito, tutti vestiti in nero e con un mazzo di fiori bianchi appuntati sul petto, si sono riuniti per la commemorazione delle vittime presso Zhongnanhai, sede del Partito Comunista e del Governo.

Nei recenti contatti telefonici con i leader di tutto il mondo, il Presidente cinese ha riconfermato l’impegno della Cina nel supporto a tutti i paesi colpiti dalla pandemia. Durante il vertice straordinario del G20 sul Covid-19 tenutosi il 26 marzo, la Cina ha presentato una serie di iniziative di cooperazione internazionale per combattere la pandemia e ristabilizzare l’economia mondiale. Nella recente telefonata con il Re Filippo del Belgio, Xi Jinping ha ribadito che la Cina darà assoluta priorità all’aumento nella produzione di medicinali e dispositivi medici, così da poter fornire il maggior supporto possibile per la lotta globale contro l’epidemia.

Elisa Caminiti, Claudia Cigno, Francesca Runci

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

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Per la lingua INGLESE

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Per la lingua TEDESCA

per saperne di più su Ischgl:

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Per la lingua RUSSA

https://ria.ru/20200405/1569599367.html?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

https://zona.media/chronicle/russiavirus#29970

https://www.pravda.ru/news/society/1485720-perechen_organizacij_bez_karantina/

https://www.pravda.ru/news/districts/1486275-kadirov/

https://www.pravda.ru/news/health/1486295-coronavirus/?utm_referrer=last_news_list

Per la lingua ARABA

https://althawra-news.net/news112171.html

https://www.undp.org/content/undp/en/home/blog/2020/a-ceasefire-is-necessary-to-protect-yemen-from-coronavirus.html

https://www.middleeasteye.net/news/coronavirus-yemen-cholera-kills-coronavirus-inspires-hysteria

http://www.annaharkw.com/Home/Articles/ArticleDetail?id=c4c0f9f0-7d8c-4717-a741-16cbae333c7b

Per la lingua CINESE

http://www.nhc.gov.cn/xcs/yqfkdt/202004/bbaa7ee15b214fef9b6d2c90d75e8547.shtml

http://politics.people.com.cn/n1/2020/0402/c1024-31659628.html

http://pic.people.com.cn/n1/2020/0404/c426981-31662091.html

http://www.xinhuanet.com/politics/xxjxs/2020-04/02/c_1125806515.htm

https://www.bbc.com/zhongwen/simp/chinese-news-52164127http://www.xinhuanet.com/english/2020-04/04/c_138946851.htm