La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
EUROPA
In Spagna disordini e scontri sono stati i protagonisti indiscussi del weekend appena trascorso. Solo pochi giorni prima, il governo Sánchez aveva dichiarato il prolungamento dello stato di allarme fino a maggio 2021 e l’imposizione di misure più stringenti per arginare la progressione dei contagi da Covid-19.
Stando a quanto riportato da El Pais, lo scenario spagnolo della seconda ondata pandemica sarebbe attualmente tra i più preoccupanti d’Europa. Tale dato è confermato dal numero ufficiale di decessi raggiunto a partire da luglio: circa 7.100, il terzo tasso di mortalità più alto registrato dopo quello di Romania e Repubblica Ceca.
Nonostante il contagio stia dilagando ad un ritmo incalzante, i numeri allarmanti non hanno fermato azioni di protesta scoppiate in diverse realtà spagnole in risposta alle nuove restrizioni e al coprifuoco. Alcuni cittadini hanno provocato tensioni, degenerate successivamente in manifestazioni violente. Secondo l’articolo di Marca, venerdì sera a Barcellona e a Burgos centinaia di persone si sono scontrate con le forze dell’ordine lanciando pietre, razzi e oggetti contundenti.
Le stesse sommosse, da quanto si apprende invece da El Pais, si sono verificate anche sabato nel capoluogo catalano e in altre città come Madrid, Guadalajara, Sevilla, Granada, coinvolgendo in totale una ventina di centri. Sono stati 56 complessivamente i manifestanti tratti in arresto nella notte di sabato.
Oltre a un clima di preoccupazione generalizzato, la pandemia ha creato una crisi mondiale senza precedenti travolgendo altresì il panorama culturale del Paese. Rtve ha riportato l’esempio del Museo d’arte contemporanea Reina Sofía, uno dei più famosi esistenti. Il 31 ottobre la galleria ha festeggiato il suo 30° anniversario offrendo una giornata a porte aperte. Dalla sua apertura si annoverano oltre 700 esposizioni con opere di Picasso, Dalí, Juan Gris, ecc. Purtroppo, l’avvento del virus ha svuotato le sale e fatto precipitare vertiginosamente il numero di visitatori. La scorsa estate, dato il calo del turismo e la necessità di ridurre gli ingressi, il museo ha accolto il 70% in meno di ospiti e posticipato al 2021 le grandi mostre previste in questo periodo.
F.L.
In Francia, il portavoce del governo Gabriel Attal ha annunciato che dal giorno 3 novembre è stato reimposto il coprifuoco, come prima del lockdown, nella città di Parigi a causa del numeroso traffico per le strade dalle ore 21:00. Secondo la testata Paris Secretl’obiettivo è rafforzare la reclusione nelle proprie abitazioni dei cittadini francesi.
Questo annuncio è stato effettuato da Gabriel Attal alla BFM TV, dopo i 100.000 controlli iniziati giovedì 29 e le 14.000 verbalizzazioni per i cittadini che non rispettavano il lockdown entrato in vigore venerdì 30. L’Île-de-France potrebbe essere proprio la zona più interessata da questo provvedimento. Il governo però ha immediatamente smentito attraverso un tweet le parole del portavoce Attal, dichiarando che questa misura non è mai stata presa in considerazione.
Jean Castex, il primo ministro della Francia e il suo entourage hanno confermato però che un nuovo provvedimento è in fase di studio, questo riguarda stabilire “un orario notturno per la chiusura dei negozi autorizzati ad operare”. Ha aggiunto l’entourage che una decisione in merito a questi aspetti verrà presa nei prossimi giorni, tuttavia adesso non ci sarà nessun coprifuoco in alcuna zona di Parigi, nonostante il traffico e il grande numero di contagi nelle ultime settimane.
Le Figaro aggiunge che gli oppositori del governo non hanno preso di buon occhio questa dichiarazione da parte di Gabriel Attal che ha creato confusione tra moltissimi parigini e soprattutto tra i residenti dell’Île-de-France. Queste lamentele e dissensi sono confluiti nelle parole di disapprovazione del sindaco di Parigi, Emmanuel Grégoire.
G.D.C.
Il Covid-19 non dà tregua in Regno Unito: già da qualche settimana lo spettro di un nuovo lockdown si aggirava nel Paese. Dopo tante smentite, alla fine Boris Johnson è stato costretto a cedere e proprio nella serata di Halloween ha annunciato l’arrivo della seconda chiusura tramite conferenza stampa, di cui Gov.uk ha pubblicato il testo integrale. L’Inghilterra sarà sottoposta a restrizioni più severe a partire dalla mezzanotte del 5 novembre fino al 2 dicembre.
Così come riportato da The Daily Mail, il leader dei laburisti, Sir Keir Starmer, lo ha accusato di aver sprecato settimane preziose rifiutando il blocco statale richiesto dagli esperti a settembre mentre i decessi aumentavano vertiginosamente.
Il superamento del milione di contagi, secondo Sky News, è ciò che ha convinto definitivamente il primo ministro a prendere una decisione tanto difficile, ma al contempo necessaria, per non mandare in tilt l’intero sistema sanitario. Si tratterebbe, comunque, di una chiusura meno restrittiva rispetto a quella di marzo: per esempio, tra le disposizioni diramate si contempla ancora la possibilità di tenere le scuole aperte.
Mentre Johnson annunciava da Downing Street il nuovo lockdown, una seconda notizia rattristava il mondo dello spettacolo britannico e non solo. Lo scozzese Sean Connery, meglio conosciuto come il leggendario 007, è deceduto all’età di 90 anni nella sua dimora alle Bahamas, dove viveva con la moglie dagli anni ‘90. Ultimamente, scrive The Guardian, l’attore soffriva di demenza senile, una malattia che gli impediva di esprimersi come era solito fare.
In questa cornice di incertezza, lunedì è rimbalzata su tutti i giornali inglesi la notizia della positività al coronavirus del principe William, una notizia risalente in realtà ad aprile e tenuta nascosta per non allarmare la nazione, come ha rivelato The Sun. Nonostante l’erede al trono faticasse a respirare, è riuscito comunque a ultimare quattordici impegni durante la quarantena.
F.L.
In Irlanda, secondo quanto riportato dal giornale The Irish Times il 4 novembre, il governo finanzierà centinaia di corsi di aggiornamento delle competenze, necessari per affrontare la “crisi” dell’offerta di insegnanti. Il fine è quello di incrementare il numero di insegnanti qualificati in matematica, fisica e spagnolo.
Quindi, gli insegnanti delle scuole secondarie potranno richiedere corsi di aggiornamento di terzo livello gratuiti.
Saranno disponibili tre programmi gratuiti, tra cui un diploma professionale per l’insegnamento della fisica (DCU, UL e NUI Galway), un diploma superiore in spagnolo (UCC) e un diploma professionale in matematica (UL, NUI Galway, DCU, TU Dublino, CIT, LYIT e WIT).
I programmi avranno una durata di due anni su base part-time e saranno erogati in modo flessibile per consentire al maggior numero di insegnanti in part-time o piena occupazione di prenderne parte.
Oltre ad una cauzione, che sarà rimborsata all’insegnante partecipante al termine del programma, i posti saranno forniti gratuitamente e si darà priorità agli insegnanti disoccupati e a coloro che insegnano la materia “fuori campo”.
Il processo di candidatura dovrebbe essere aperto a breve e le domande possono essere presentate direttamente all’istituto di istruzione superiore pertinente.
A.B.
Come riportato sul sito del Cremlino, il 2 novembre in Russia, il presidente Vladimir Putin ha tenuto una videoconferenza per discutere del finanziamento e dello sviluppo del settore spaziale e missilistico. Durante il suo discorso, il presidente si è concentrato sulle questioni legate al finanziamento dell’industria spaziale, sottolineando quanto sia importante la decisione e l’approvazione di questi piani, strategici per la Russia e in particolare per l’economia nazionale, per una maggiore sicurezza dello stato e per il mantenimento del primato nel mercato spaziale mondiale. Per fare ciò, al Roscosmos è stato affidato il compito di preparare una gamma di nuovi programmi per il potenziamento del complesso missilistico, per la formazione di un gruppo spaziale nell’ambito del progetto “Sfera” e per un ulteriore sviluppo del sistema GLONASS. Il presidente ha evidenziato che il Roscosmos non abbia ancora approvato alcuni dei programmi e ne ha quindi richiesto l’approvazione nel minor tempo possibile, oltre alle motivazioni di un tale ritardo. Inoltre, il presidente Putin ha sottolineato che il perfezionamento e l’aumento del gruppo spaziale sono tra le priorità del Paese, soprattutto per una maggiore sicurezza e per lo sviluppo dell’economia.
Dopo la videoconferenza, secondo quanto riportato su Pravda.ru, il direttore del Roscosmos Dmitrij Rogozin ha risposto alla critica del presidente Putin, principalmente per l’affermazione fatta da quest’ultimo secondo cui l’istituzione non avrebbe eseguito l’incarico della realizzazione di un razzo super pesante. Rogozin ha risposto che il responsabile del rinvio dei progetti è stato proprio il governo: secondo il top-manager, i progetti erano stati consegnati al Consiglio già ad agosto, scrive Iz.ru. Rogozin ha espresso la speranza che, dopo la conferenza del 2 novembre e grazie all’attenzione portata dal presidente sulla questione, l’importo dei finanziamenti verrà concordato e i progetti verranno approvati. Quest’ultimo, infatti, è sicuro che la critica del presidente porterà all’approvazione dei programmi spaziali entro la fine dell’anno, come riportato su Vesti.ru.
Dal punto di vista sanitario, in Russia così come in molti altri Paesi, con l’autunno è aumentato il numero di casi di coronavirus, riportato giornalmente da Zona.media. Con gli ultimi dati, il numero di malati nel Paese è arrivato a più di 1.600.000, con più di 28.000 decessi. Il 2 novembre, ad esempio, a Mosca sono stati registrati 4.796 nuovi casi di infezione da Covid-19, con 53 decessi. Nel Paese intero, lo stesso giorno, ci sono stati 18.257 nuovi casi, con 238 decessi in totale. Gli ospedali cominciano ad essere sempre più saturi e spesso capita che i pazienti vengano sistemati nei corridoi per mancanza di stanza libere, come è successo nella città di Tomsk. Nel frattempo, il governatore della regione di Krasnojarsk, Aleksandr Ussom, ha vietato, a partire dal 3 novembre, l’utilizzo del Wi-Fi gratuito nei centri commerciali e l’ingresso ai giovani con età inferiore ai 14 anni se non accompagnati dai genitori, in modo tale da diminuire l’affluenza ai centri e ridurre le occasioni di contatto. Sono vietate anche feste di famiglia, come matrimoni e anniversari, e tutti gli eventi sportivi si terranno senza spettatori, scrive Vesti.ru.
Inoltre, secondo le ultime notizie di Vesti.ru, nella periferia di Mosca vige il regime di autoisolamento per gli adulti con età superiore ai 65 anni, i quali verranno aiutati da volontari per l’acquisto di prodotti e medicinali. Per l’accesso a bar e ristoranti sarà necessario essere provvisti di un QR-code o di un SMS. Si potrà salire sui mezzi di trasporto pubblici soltanto indossando guanti e mascherina. Ad oggi, i controllori possono multare non solo passeggeri sprovvisti di biglietto, ma anche chi non indossa i dispositivi di sicurezza: la multa è di 5.000 rubli. Nella regione di Orlovsk, sempre secondo i dati riportati da Vesti.ru, i bambini si ammalano più degli adulti e i casi riguardano per lo più bambini fino ai 14 anni. Il governatore di San Pietroburgo, Aleksandr Belgov, ha affermato che il numero di nuovi casi è pericolosamente elevato: sono stati registrati 923 nuovi casi il 2 novembre, come si legge su Gazeta.ru: Belgov non esclude delle restrizioni gravi a San Pietroburgo per far fronte a questi numeri, e ne parla a Ria.ru.
A Mosca, invece, secondo l’articolo di Iz.ru, il picco della pandemia è previsto per la metà di dicembre. Uno degli ideatori del modello di previsione della situazione Covid-19 in Russia, Aleksej Borovkov, ha parlato di tre curve di distribuzione della malattia da coronavirus. Secondo le previsioni attuali, il picco della pandemia nella capitale è previsto per il 14 dicembre. Il direttore del National Technology Initiative (NTI, in russo Nacional’naja Technologičeskaja Iniciativa) sostiene che in tempi brevi la quantità di malati attivi (il numero di infetti meno il numero di decessi e guariti) crescerà, per diminuire solo verso febbraio. All’inizio di marzo il numero di malati attivi a Mosca potrebbe scendere di e fino a 40 mila unità, e in generale nel Paese di e fino a circa 120 mila. Tuttavia, per l’apertura delle frontiere in tempi brevi, secondo l’esperto, non vale la pena aspettare. Ciò nonostante, secondo il Rospotrebnadzor (Russian Federal Service for Surveillance on Consumer Rights Protection and Human Wellbeing), in Russia potrebbe arrivare un nuovo ceppo di coronavirus proprio dall’Europa, riporta Gazeta.ru.
S.P.
MEDIO ORIENTE
In Siria le regioni nord-occidentali stanno attraversando una crisi complessa. Nella giornata di domenica, nel corso di uno sfollamento in atto nell’area, il regime siriano e le forze russe hanno rinnovato i loro bombardamenti sulla campagna di Idlib, sulla pianura di Al-Ghab e sulla regione montuosa del Jabal Al-Akrad a nord di Lattakia, mentre i gruppi jihadisti hanno preso di mira vari postazioni dell’esercito a sud di Idlib. La ripresa del conflitto avviene in concomitanza con l’aumento dei contagi da coronavirus nella regione e con gli allarmi dell’Onu sul peggioramento delle condizioni degli sfollati nei campi a causa della pandemia e delle difficili condizioni economiche nel Nord del Paese. Dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19 a Idlib, le organizzazioni umanitarie hanno espresso il loro timore di una catastrofe sanitaria qualora il virus dovesse diffondersi nelle centinaia di campi profughi sparsi lungo il confine tra il governatorato di Idlib e la Turchia. Gli insediamenti degli sfollati mancano di servizi di base, come una rete idrica e forniture igieniche: lavarsi le mani o fare la doccia sono da considerarsi un lusso che molti non possono permettersi. Durante un discorso davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Mark Lowcock, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ha dichiarato che il numero di vittime nella Siria nord-occidentale è aumentato di sei volte nell’arco di un solo mese, così come sono aumentate anche nei campi per gli sfollati. Dato il sovraffollamento nella Siria nord-occidentale, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha osservato che la principale sfida da affrontare di fronte l’epidemia di Covid-19 è la difficoltà a isolare le persone.
Iraq
– Le immagini dei morti e le frasi rivoluzionarie sono quanto resta in piazza
Tahrir nel centro della città di Baghdad, teatro della mobilitazione popolare
più importante della storia del Paese, dopo che il governo ha deciso di
sgomberarla insieme alle strade e i ponti circostanti. Decisione quella del governo
che arriva senza aver ancora accolto la richiesta cruciale sollevata negli
ultimi mesi, quella di rivelare i responsabili dell’uccisione di oltre 500
manifestanti e decine di migliaia di feriti. Sabato sera, un anno dopo la sua
chiusura, i primi mezzi hanno ripreso a circolare sul ponte al-Jumhuriya che
collega Piazza Tahrir e la blindatissima Zona Verde, sede dei ministeri,
dell’ufficio del primo ministro, delle ambasciate straniere. Le forze di
sicurezza e la polizia municipale di Baghdad hanno abbattuto le tende che
ancora presidiavano la piazza e sgomberato le strade circostanti, tra cui il
tunnel che passa sotto la piazza sulle cui mura i manifestanti hanno
raffigurato le effigi dei loro compagni caduti e immortalato le immagini della
repressione che ha accompagnato il loro movimento di protesta. In un comunicato
stampa, il nuovo sindaco di Baghdad, Alaa Maan, ha ordinato di non pregiudicare
i murales e le frasi scritte dai manifestanti nel tunnel di piazza Tahrir,
descrivendoli come una documentazione di una fase importante che contribuisce
alla rinascita del Paese. Attivisti e giornalisti si sono scagliati contro i
colleghi che dapprima avevano appoggiato e sostenuto il movimento di protesta
per poi rinnegare le loro posizioni conciliandosi con le posizioni del primo
ministro iracheno Mustafa Al-Kazemi – arrivato dopo le dimissioni del suo
predecessore, Adel Abdul-Mahdi, sotto la pressione dei manifestanti. Quello che
gli attivisti hanno voluto far sapere è che quanto è accaduto nelle scorse ore
in Piazza Tahrir non farà desistere il movimento di protesta dal compito
storico che gli è stato assegnato.
Arabia Saudita – Stando ad un rapporto pubblicato dall’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, think thank israeliana, sarebbero in corso i preparativi per la normalizzazione dei rapporti fra Israele e Arabia Saudita e che la successione al trono da parte del principe ereditario potrebbe agevolare la strada in vista della firma dell’accordo. Il negoziato prevedrebbe dal lato dei sauditi un pacchetto di obiettivi di notevole ambizione, fra cui il miglioramento della sua immagine e posizione internazionale, anche all’interno del Congresso degli Stati Uniti, danneggiata negli ultimi anni dal comportamento imprudente e inaffidabile del principe ereditario Mohammed bin Salman, coerentemente agli sforzi della monarchia di commercializzare un “Islam moderato” come parte del processo di modernizzazione. Secondo l’Istituto israeliano, Israele è desideroso di concludere un accordo di normalizzazione con l’Arabia Saudita, data la sua importanza economica, religiosa e politica. Tuttavia, non è chiaro quando e a quali condizioni il Regno dei Sa’ud sarà in grado di firmare un accordo simile a quello stipulato dagli Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan. L’Istituto conferma che il sostegno dell’Arabia Saudita agli accordi “Abraham” mostra l’entità della sua deviazione politica dalle precedenti posizioni, cambiamento visibile nel permesso concesso agli aerei israeliani di volare nello spazio aereo saudita da e verso gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, la copertura mediatica positiva nei confronti di Israele e le dichiarazioni degli attuali ed ex alti funzionari nel Regno. Inoltre, nonostante le smentite di alti funzionari sauditi, è probabile che i negoziati e gli accordi con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan siano stati condotti con la perizia e il sostegno della leadership saudita. In generale, gli accordi firmati con questi Paesi servono gli interessi dell’Arabia Saudita e le forniscono un parametro per valutare i potenziali benefici e rischi di un eventuale accordo con Israele, comprese le reazioni del pubblico. Per quanto riguarda eventuali scenari di negoziazione, le richieste dell’Arabia Saudita saranno probabilmente superiori a quelle degli Emirati Arabi Uniti. Qualora l’accordo israelo-emiratino fermasse il piano israeliano di annettere terre in Cisgiordania, le condizioni saudite potrebbero includere maggiori richieste nei confronti di Israele sulla questione palestinese. Secondo taluni esperti la disponibilità di Israele a prendere provvedimenti per far avanzare il processo di pace alla fine incoraggerà l’Arabia Saudita a normalizzarsi. Ulteriori fattori potrebbero includere un accordo con gli Stati Uniti per la vendita di armi sofisticate e cambiamenti interni al regno riguardanti lo status di Israele nell’opinione pubblica, oltre alle ripercussioni legate alla successione al trono.
L. D.
AMERICA
Il Messico conta finora circa 90.000 vittime per coronavirus, ha scritto El Mundo. Anche qui, la crescita esponenziale dei contagi ha avuto un fortissimo impatto sul patrimonio culturale nazionale, privando i suoi abitanti della loro festa tradizionale, El Día de los Muertos.Difatti, per scongiurare assembramenti, le autorità hanno emanato un’ordinanza di chiusura dei cimiteri e cancellato eventi di rilievo con una conseguente perdita economica per i lavoratori.
La pandemia ha quindi costretto i messicani a spostare tutte le celebrazioni in onore degli antenati all’interno delle case. In questo 2020, straziato da un’epidemia globale, El Día de los Muertos ha rappresentato più che mai un momento chiave per riflettere – ma soprattutto ricordare – chi ha perso la vita per il Covid-19.
F.L.
Come riportato dal BBC News, lo scorso martedì l’uragano Eta ha raggiunto Nicaragua e Honduras e potrebbe arrivare in altri Paesi dell’America Latina e del Caribe con venti e inondazioni catastrofiche. Oltre all’allerta dell’uragano, il centro nazionale di uragani negli Stati Uniti (NHC), ha emesso un avviso per la tempesta tropicale che colpisce la costa nord-orientale dell’Honduras. L’uragano ha causato, oltre ai danni materiali, la morte di un’adolescente di 13 anni che si trovava in casa e di due uomini mentre lavoravano in una miniera nella località di Bonanza, in Nicaragua.
Sia il Nicaragua che l’Honduras hanno dichiarato l’allerta rossa in attesa del passaggio di Eta, disponendo il trasferimento di decine di migliaia di persone nelle zone più a rischio in rifugi sicuri quali chiese e scuole.
Infobae riporta che in Chile, le autorità hanno annunciato una riduzione del coprifuoco in quasi tutto il Paese, dovuto al miglioramento dei dati della pandemia. Il nuovo orario sarà dalle 00 alle 5 di mattina in tutta la nazione, tranne nella regione meridionale di Magallanes e nella regione del Los Lagos, due delle aree in cui i contagi continuano a crescere e in cui il coprifuoco prevarrà dalle 20:00 di sera alle 5:00 del mattino. Il ministro della salute, Enrique Paris, ha esortato i cittadini a fare attenzione e a non rilassarsi per evitare che arrivi una seconda ondata come quella che sta soffrendo l’Europa in questo momento.
Cubadebate riporta che a Cuba la comunità scientifica sta lavorando a un terzo vaccino candidato contro il Covid-19, il primo che non è iniettabile e si applicherebbe per via nasale. Sviluppato dal Center for Genetic Engineering and Biotechnology (CIGB), questo progetto si concentra sull’immunizzazione per via nasale poiché il virus SARS-COV-2, è respiratorio. Il Direttore della ricerca Biomenica del CIGB, Gerardo Guillén, ha spiegato che l’immunizzazione attraverso questa via favorisce lo sviluppo di una risposta locale, il cui obiettivo è prevenire la malattia, la colonizzazione e la trasmissione dell’agente patogeno. Inoltre, ha spiegato che il nuovo candidato vaccinale si basa su una proteina del virus dell’epatite B. Cuba ha attualmente due farmaci contro il Covid-19 in fase di sperimentazione clinica (Soberana 01 e Soberana 02) e si prevede che entro la fine del 2020 la comunità scientifica registrerà un quarto vaccino candidato contro la pandemia. SempreCubadebate riporta che l’Organizzazione Mondiale della Salute ha incluso il secondo vaccino candidato di Cuba, Soberana 02 sul sito ufficiale dei progetti in fasi di sperimentazione clinica contro il Covid-19. Con Soberana 02 si prevede che l’immunità raggiunga la mucosa delle vie respiratorie per impedire l’ingresso del virus. Attualmente ci sono 47 candidati registrati in tutto il mondo, due dei quali sono cubani.
Il DW riporta che gli attori politici del Venezuela hanno iniziato lo scorso martedì la campagna elettorale per le elezioni legislative del 6 dicembre, questionate dall’opposizione e dalla gran parte della comunità internazionale, con raduni massici e ignari delle misure di sicurezza imposte dal governo di fronte alla pandemia Covid-19. Come previsto, hanno iniziato a contare i 30 giorni che avranno a disposizione i 14.400 candidati per ottenere i voti che li rendono meritevoli dei 277 seggi dell’Assemblea nazionale, la cui nuova direttiva dovrebbe essere installata il 5 gennaio. Il partito del governo ha utilizzato un macchinario che includeva piattaforme e intense campagne mediatiche per promuovere i suoi candidati. Sebbene meno persone abbiano partecipato a questi primi eventi rispetto agli anni precedenti, la giornata è stata disegnata in modo simile a quella del Venezuela prima della pandemia. Così, candidati come Diosdado Cabello e Jorge Rodriguez hanno potuto fare discorsi alla folla che non ha mantenuto la distanza richiesta e, inoltre, decine di sostenitori non hanno indossato la mascherina.
Infobae riporta che in Perù i membri di un tribunale della regione peruviana di Ica hanno archiviato una denuncia per stupro, la quale è stata presentata nel 2019 da una ragazza di 20 anni con la motivazione che la denunciante indossava biancheria intima rossa. I magistrati includevano nelle loro argomentazioni che l’uso di questo tipo di biancheria intima femminile viene solitamente utilizzata in occasioni speciali per i momenti di intimità, e quindi questo porta a dedurre che la vittima si era preparata o era disposta ad avere rapporti sessuali con l’accusato. I giudici hanno anche menzionato che c’erano omissioni nelle testimonianze del denunciante, mentre l’imputato ha sostenuto di essere stato accusato di vendetta. Dopo la conoscenza del caso, membri di gruppi femministi e dei diritti umani hanno manifestato davanti alla sede principale del potere giudiziario di Ica e Lima per respingere gli argomenti che erano stati utilizzati per archiviare questo caso con una sentenza sessista. Mentre le attiviste mostravano indumenti intimi rossi, l’organizzazione femminista Flora Tristan ha definito la risoluzione indignante e ha chiesto un’indagine e una sanzione per i magistrati. Il ministero delle donne ha espresso, da parte sua, il suo profondo rifiuto delle argomentazioni dei magistrati e ha ritenuto che non siano conformi alle attuali norme nazionali e internazionali. Sempre in Perù dopo 8 mesi di chiusura forzata a causa della pandemia, riapre le sue porte la fortezza inca di Machu Picchu che sorge sulle Ande, il gioiello più prezioso dei siti turistici peruviani. Per motivi di sicurezza vi potranno accedere solamente 675 al giorno, appena il 30% del numero di visitatori del pre-pandemia. La chiusura dell’area turistica è stato un duro colpo per le decine di migliaia di persone che si guadagnano da vivere con l’industria del turismo locale.
A.C.
Negli Stati Uniti, martedì 3 novembre 2020 sono state aperte le elezioni per votare il nuovo presidente. I candidati sono Donald Trump, 74 anni, e Joe Biden, 77 anni, ex vicepresidente durante l’amministrazione Obama.
Tuttavia, come riporta il New York Times, martedì all’alba, quasi 100 milioni di americani avevano già espresso le loro preferenze per posta. Questa nuova modalità di voto è stata introdotta quest’anno. Il suo scopo è quello di limitare i contagi del Covid 19, dal momento che all’apertura dei saggi elettorali seguono sempre lunghe file.
Ad ogni modo, la campagna elettorale dei due candidati si è conclusa nel seguente modo: Joe Biden ha esortato gli elettori a porre fine a una presidenza che ha “alimentato le fiamme dell’odio”, mentre il presidente Trump ha concluso mettendo in discussione l’equità delle elezioni e sollevando la prospettiva di disordini.
Il giorno successivo alle elezioni, ossia mercoledì 4 novembre, Trump ha vinto una serie di campi di battaglia importanti: Florida, Ohio e Iowa.
Tuttavia, con milioni di voti legittimi che aspettavano ancora di essere contati, Trump ha dichiarato prematuramente e incautamente di aver vinto le elezioni, ha insistito inoltre per un maggiore conteggio dei voti in Arizona dove si trovava indietro e ha chiesto di fermare il conteggio dove era già in vantaggio.
Finora, Trump è riuscito a tenere a bada Biden in due Stati del Sud che l’ex vicepresidente aveva sperato di strappare alla colonna repubblicana: Georgia e Carolina del Nord. Questi non erano stati obbligati a votare per Biden, tuttavia quest’ultimo ha speso molto in entrambi e li ha visitati nel tratto finale della campagna.
Fino allo scorso mercoledì 4 novembre, Joe Biden sembrava avere la meglio in Arizona, Stato conquistato da Trump nel 2016, ma anche in New Hampshire e in Minnesota.
Dunque, sembra che l’ex vicepresidente non tema l’avversario e sollecitando pazienza, ha dichiarato “Vinceremo”.
A.B.
In Québec, il ministro della Salute e dei Servizi Sociali Lionel Carmant ha anticipato una misura nella giornata del 2 novembre, inserita in bilancio, che doveva essere annunciata il 13 novembre. Secondo l’articolo del Journal de Québeclo Stato investirà 100 milioni di dollari per gli interventi destinati alle persone che hanno problematiche di salute mentale. L’importo verrà erogato in più tranche, fino a marzo 2022. Sarà destinato sia ai cittadini che hanno sviluppato problemi d’ansia causata dal Covid-19, sia per chi soffre di gravi disturbi mentali.
Ci sono anche delle critiche nei confronti di questa misura, come quella del Dottor Olivier Farmer, psichiatra di Montreal, il quale ha dichiarato che gli investimenti per avere un reale effetto dovrebbero essere molto maggiori. Ha affermato anche che in questo momento solo un paziente su dieci può essere ricoverato e ricevere il sostegno adeguato.
Anche Martine Fortier, il presidente della Fraternité des policières et policières della città del Québec, non è soddisfatto di questi investimenti che dovrebbero diventare ricorrenti per poter ottenere degli effetti. Quest’ultimo ha infatti citato l’esempio di un uomo che, nonostante le chiamate d’aiuto, era stato dimesso dopo pochi giorni dal suo ricovero e abbandonato a sé stesso si è tolto la vita dopo due settimane.
G.D.C.
ASIA
In base a quanto riportato dall’Asia Times il 31 ottobre, tra Taiwan e la Cina sta aumentando la tensione a causa dell’interferenza delle armi vendute dagli Stati Uniti.
Nello specifico, gli USA, dopo aver ignorato completamente le minacce del portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin in merito all’interruzione della vendita di armi e dei collegamenti militari con Taiwan, hanno sanzionato la vendita di 400 missili antinave Harpoon per Taipei, capitale di Taiwan.
Pertanto, la dichiarazione di Wang “La Cina adotterà misure legittime e necessarie per salvaguardare la propria sovranità e gli interessi di sicurezza con ferma determinazione” non fermò gli Stati Uniti, che invece hanno anche approvato tre importanti nuovi accordi sulle armi.
Dunque, se la vendita dovesse procedere come previsto, Taiwan avrebbe un controbilanciato altamente resistente a qualsiasi potenziale assalto navale da parte delle forze della Repubblica popolare cinese (RPC).
Tuttavia, l’accordo, del valore di circa 2,37 miliardi di dollari, richiede ancora l’approvazione del Congresso e i suoi termini esatti potrebbero essere soggetti a modifiche, ha riferito The War Zone.
Inoltre, e questa sarà la cosa peggiore per la Cina, Taiwan riceverebbe vari pezzi di ricambio e riparazioni, apparecchiature di supporto, formazione del personale e attrezzature per l’addestramento dagli Stati Uniti.
Song Zhongping, un esperto militare della Cina continentale, ha dichiarato che “i missili statunitensi, se scoppiasse la guerra potrebbero rappresentare delle minacce”, continua inoltre dicendo che “Questa è un’ulteriore prova che gli Stati Uniti hanno violato le promesse fatte nei tre comunicati congiunti con la Repubblica popolare cinese di ridurre gradualmente le vendite di armi a Taiwan”.
Cambiando argomento e rimanendo sempre aggiornati grazie all’Asia Times scopriamo che, sempre in Cina il PCC, Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ha proposto una serie di obiettivi a lungo termine in un piano di sviluppo, affinché il Paese raggiunga sostanzialmente la modernizzazione socialista entro il 2035.
Secondo le proposte, la forza economica, tecnologica e nazionale della Cina aumenterà in modo significativo, pertanto nuovi progressi saranno fatti nella crescita dell’economia e del reddito pro capite dei residenti. Facendo importanti passi avanti nelle tecnologie di base in importanti aree chiave, la Cina, oltre a diventare un leader globale nell’innovazione, diventerà un Paese forte in termini di cultura, istruzione, talento, sport e salute. Grazie a questo sviluppo a tutto tondo dei cittadini, l’etichetta sociale e la civiltà miglioreranno notevolmente.
Cambiando di nuovo argomento, sempre in Cina, a Shanxi, mercoledì 28 ottobre, in base a quanto riportato dal giornale cinese The standard, dopo una sospetta esplosione di gas in una miniera di carbone nella provincia nord-occidentale dello Shanxi, otto minatori sono scomparsi. Quarantadue minatori stavano lavorando sottoterra quando l’incidente è avvenuto, intorno alle 13:00. Secondo la squadra di soccorso di emergenza dei minatori, solo 34 sono stati portati fuori dalla miniera in sicurezza.
Passiamo ora a questioni principalmente economiche. Sempre, secondo l’Asia Times, dopo il Covid-19 l’ultimo segnale della resilienza dell’economia cinese, la quale ha visto una crescita del 4,9% su base annua nel terzo trimestre del 2020, proviene dalla vicina potenza commerciale della Corea del Sud.
Durante la prima metà del 2020, con Covid-19 su tutte le furie, le esportazioni della Corea del Sud verso la Cina sono diminuite solo del 6,4%, rispetto a un calo dell’11,3% delle esportazioni nel mondo in generale, secondo quanto rilevato da un rapporto della Korea Trade Investment Promotion Agency, o KOTRA, raccolto dall’agenzia di stampa Yonhap.
La Cina e la Corea del Sud sono state, rispettivamente, la prima e la seconda nazione a soffrire di infezioni di massa da Covid-19.
Utilizzando strategie molto diverse, da allora entrambe le economie hanno ampiamente contenuto il coronavirus.
Gli acquisti cinesi dalla Corea del Sud sono stati particolarmente forti nei settori dei tessuti e dei componenti elettronici, ha mostrato il rapporto KOTRA.
In Cina c’è stata un’elevata domanda di maschere, articoli per l’igiene personale e abbigliamento sudcoreani.
Gli articoli di moda e cosmetici sudcoreani invece, sono molto ambiti dalla Cina grazie all’influenza di Hallyu, “l’onda coreana” della musica pop, dei film e delle fiction televisive.
Più in alto nella catena del valore, anche le spedizioni di componenti elettronici sono state solide. Infatti, secondo il suo ultimo piano quinquennale, Pechino sta espandendo massicciamente gli investimenti nelle industrie ad alta tecnologia.
In termini più ampi inoltre, l’alleanza della Corea del Sud con Washington ha determinato un enorme vantaggio finanziario per il Paese anche se negli ultimi tre anni le passività hanno iniziato ad accumularsi.
A settembre, Washington ha imposto sanzioni sulle esportazioni di componenti elettronici all’ammiraglia tecnologica cinese Huawei. Samsung e SK Hynix, che utilizzano tecnologie americane nei loro processi e prodotti, quindi non avevano altra scelta che conformarsi.
Dal 2019, la Cina ha rappresentato il 25,5% delle esportazioni totali della Corea nella prima metà dell’anno, secondo KOTRA, rispetto al 25,1% dell’anno precedente. Inoltre, aggiungendo i numeri di Hong Kong, la percentuale della Cina sulle esportazioni totali della Corea del Sud sale al 31,8%. Con la Cina ora in una modalità di crescita in ripresa, i dati recenti confermano le cifre di KOTRA.
Inoltre, se si includono i numeri di Hong Kong (3 miliardi di dollari), la Corea del Sud ha venduto più del doppio alla Cina che agli Stati Uniti.
A.B.
OCEANIA
Come si è visto, il virus sta mettendo in ginocchio un po’ tutta Europa. Al contrario, dall’Australia sono giunti segnali positivi. Nel giorno di Ognissanti la BBC ha comunicato che nello Stato di Victoria, cuore dell’ondata pandemica autunnale, si sono registrati zero casi per il secondo giorno di fila in seguito ad un lockdown durato 112 giorni. Da circa cinque mesi non si aveva un risultato così rincuorante. Sicuramente, un dato del genere potrebbe far ben sperare gli australiani di vivere normalmente le vicine festività natalizie.
Nel frattempo, dal panorama sportivo è giunto l’annuncio dall’Australian Associated Press della cancellazione del Tour Down Under e del Cadel Evans Great Ocean Road Race, due eventi ciclistici internazionali previsti per gennaio. La decisione di annullare le gare con largo anticipo è stata dettata dall’esigenza proteggere la salute dei corridori e degli organizzatori dalla minaccia Covid. Il mondo dello sport si è attestato come uno dei settori più colpiti globalmente dall’epidemia.
F.L.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Federica Lo Re, Alissa Bianconi (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
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Gaia De Gandia (lingua francese)
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Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)