La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19
Il 3 maggio sarà revocato lo stato di emergenza dichiarato dal Presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa lo scorso 18 marzo ed il Paese si avvierà alla riapertura progres-siva di attività e servizi. Ad oggi, molte testate giornalistiche italiane ed estere rendono chiaro il fatto che il Portogallo è il miglior esempio europeo nella lotta contro il Covid-19.
Secondo uno studio dell’Eurostat, il Paese lusitano si piazza al terzo posto con ben il 21,8% (dietro l’Italia con il 22,8% e la Grecia con il 22%) per tasso di popolazione over 65. Considerando che la popolazione anziana è a più alto rischio di contagio da coronavirus, come è possibile che il Portogallo abbia dei dati così bassi e sia uno dei primi Paesi ad uscire dall’epidemia?
Solo confrontando i dati dei due Paesi europei più colpiti dal virus, ovvero Spagna ed Italia (superati solo a livello mondiale dagli USA), emerge che il principale merito sia da attribuire al Governo che è intervenuto tempestivamente con valide misure restrittive.
Basti pensare che in Italia le scuole sono state chiuse il 5 marzo quando vi erano già 2500 casi, in Spagna il 12 marzo quando vi erano ben 2140 infetti, mentre il governo portoghese ha ordinato la loro chiusura il 16 marzo, quando i casi accertati erano solo 245.
Inoltre, i rispettivi Governi hanno dichiarato il lock-down totale in Portogallo il 18 marzo quando vi erano 448 casi, in Spagna il 14 marzo con 8000 contagi ed in Italia il 10 marzo con 9000 casi accertati.
Un altro elemento importante è stato la collaborazione tra i partiti di maggioranza ed opposizione nella gestione della crisi. Il 23 aprile, in Parlamento il leader della PSD Rui Rio ha dichiarato “Stiamo affrontando un’emergenza nazionale e c’è bisogno di unità, solidarietà e senso di responsabilità nel nome dell’interesse nazionale. In questo momento non siamo in mano a un governo del partito avversario, siamo in mano al governo del Portogallo, che tutti dobbiamo aiutare. In questa sfida il PSD non è opposizione, è collaborazione. Dobbiamo essere tutti soldati della disponibilità per aiutare in questa lotta e aiutare il Portogallo a vincere con il minor numero di morti. Signor Primo Ministro, conti sulla nostra collaborazione. Le auguro coraggio, nervi saldi e molta fortuna, perché la sua fortuna è la nostra fortuna”.
Inoltre, la regolarizzazione dei migranti in attesa di permesso di soggiorno ha consentito anche ai più vulnerabili di ricevere l’assistenza sanitaria adeguata.
Fondamentale è stato il rigoroso comportamento dei portoghesi, che vengono definiti come “un popolo molto disciplinato” di cui viene elogiato “l’insuperabile senso civico”.
Infatti, il 45% dei portoghesi, durante la quarantena, è uscito di casa solo una volta alla settimana per motivi di stretta necessità.
Il Presidente della Repubblica portoghese ha dichiarato di essere orgoglioso della grande prova di maturità che i suoi cittadini hanno dato, ma ribadisce che “la fine dello stato di emergenza non è la fine dell’epidemia”.
Il paese dal 3 maggio ripartirà gradualmente ed il piano sarà suddiviso in 3 fasi, da confermare con analisi epidemiologiche ogni 15 gg:
• 4 maggio: riapertura dei servizi e trasporti pubblici, esercizi commerciali fino a 200mq, parrucchieri, barbieri ed estetica;
• 8 maggio: riapertura negozi fino a 400 mq, ristoranti e bar con capacità ridotta del 50%, musei, scuole 11°-12° anno ed asili nido;
• 30 maggio: riavvio Primeira Liga e Coppa del Portogallo (calcio) a porte chiuse;
• 1 giugno: riapertura negozi superiori a 400 mq, centri commerciali, cinema e teatri.
M. Clotilde Benvenuti
In Australia la situazione continua ad essere stabile nonostante un aumento dovuto a un focolaio in una casa di cura fuori Sydney e in un mattatoio fuori Melbourne; sono stati condotti anche maggiori test sulla popolazione e il numero di casi accertati è arrivato a più di 6800 mentre i de-ceduti a 95. Il primo ministro Morrison invita gli australiani a scaricare l’app del governo, contributo necessario anche per poter allentare le misure restrittive. Le squadre di rugby si allenano in vista della ripresa delle partite il 28 maggio; in via eccezionale il governo del Nuovo Galles del Sud ha anche permesso la trasferta della squadra dei New Zealand Warriors con un volo aereo da Auckland.
Il Regno Unito è stato recentemente vittima di cyber attacchi, che secondo alcuni esperti potrebbero essere riconducibili a Russia, Cina e Iran. Sembra che l’obbiettivo sia stato quello di accede-re alle ricerche di università e laboratori scientifici, relative al Covid -19 e soprattutto al vaccino.
Nella Repubblica d’Irlanda le misure di restrizione saranno prorogate fino al 18 maggio. Lo ha annunciato venerdì sera il Taoiseach (capo di governo) della Repubblica d’Irlanda, Leo Varadkar, presentando anche un piano in 5 fasi per un ritorno alla normalità. Ancora rimane alta l’allerta nelle case di cura in cui il tasso di mortalità è raddoppiato rispetto allo scorso anno. Destano preoccupazione anche le strutture per disabili, il cui numero di focolai è salito a 100. Inoltre, per il ponte del primo maggio, sono stati intensificati i controlli sulle strade, ripetendo la cosiddetta “Operazione Fanacht”. Tuttavia, alcune misure di restrizione saranno allentate da lunedì: sarà concesso anche ai cittadini che hanno più di 70 anni di uscire nell’area di 5km.
In Canada, nonostante l’aumento dei contagi durante questo fine settimana, si procede con la fase di riapertura. Il grado di apertura varia a seconda delle province. La provincia del Québec è stata particolarmente criticata per aver autorizzato la riapertura dei dettaglianti e delle scuole l’11 maggio; François Legault, Premier del Québec, giustifica le misure prese specificando che la maggior parte dei decessi era avvenuta nelle case di cura. Le scuole inglesi del Québec si rifiutano di riaprire, ma la provincia sottolinea che la competenza esclusiva in materia è del governo dello Stato Federato.
Negli Stati Uniti, in un’intervista per la Fox, il Presidente Donald Trump prova a rassicurare gli americani circa l’allentamento delle misure anti-contagio. Il Presidente dichiara che il distanzia-mento sociale dovrà essere rispettato “ancora per un po’”. In circa 40 stati si procede ad allentare le misure restrittive, anche se in molti di essi continua a preoccupare il numero giornaliero di contagi e di morti. Nel Texas sono autorizzate le riaperture di bar, ristoranti, negozi e cinema, limitando però la capacità; mentre, nel Maine hanno riaperto anche i parrucchieri.
In Nuova Zelanda, si sono verificati dieci casi di contagio presso l’ospedale di Waitakere. A esse-re coinvolti, sono stati 4 pazienti, 3 infermieri e 3 operatori. Fortunatamente, l’allarme sembra es-sere rientrato. Al momento, nel paese si registrano zero nuovi casi ma i risultati della fase 3 si vedranno nelle prossime settimane quando sarà passato il periodo di incubazione. Nel frattempo, il Ministero della Salute si muove con cautela verso la fase 2, messa a repentaglio dal clima mite che potrebbe favorire gli incontri e andare al mare. In Sud Africa si torna al lavoro nonostante crescano i contagi e i decessi; la scelta è tra rischiare o morire di fame. A Città del Capo, 29 agenti di polizia sono risultati positivi e immediatamente messi in isolamento.
Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina, Oriana D’Agostino
In Germania il 1 maggio si apre con le proteste di alcune classi di lavoratori, soprattutto dei marinai che, ad Amburgo, non possono scendere dalle navi per rifornirsi di provviste o vedere i famigliari. Alcuni capitani infatti si trovano a bordo delle proprie navi ormai da mesi, senza sapere quando potranno di nuovo scendere a terra.
Anche se da alcuni giorni il Paese ha ripreso la maggior parte delle attività molte imprese protestano ancora contro le restrizioni che rallentano la Germania e danneggiano la sua economia. Sono in molti a chiedere alla cancelliera Merkel di dare indicazioni più precise per poter riaprire in sicurezza senza dover sacrificare in maniera irreversibile il sistema economico del Paese.
Con la riapertura dei negozi e delle attività la Germania vede anche risalire l’indice di contagio. Secondo il Robert Koch-Institut, infatti, l’indice sarebbe risalito a 1,0 dopo le riaperture, mentre nei giorni precedenti risultava essere a 0,7. Nei giorni successivi alle riaperture però si è registrato nuovamente un cambio di rotta: i nuovi contagi nella giornata del 4 maggio sembrano infatti esse-re poco più di 600.
Durante una videoconferenza del partito CSU, Söder, il presidente della Baviera, ha affermato che non è pensabile riaprire le attività gastronomiche prima della fine del mese di maggio. La Baviera è fra le regioni più severe per quanto riguarda le restrizioni, al contrario della Renania settentrionale-Vestfalia che a partire da questa settimana ha ripreso a celebrare le messe, anche se con un numero limitato di fedeli.
Anche la Turingia e il Meclemburgo Pomerania si preparano a seguire una propria strada per le riaperture. Anche se il governo centrale ha vietato ai negozi con una superficie superiore agli 800 mq il permesso di riaprire, a partire da lunedì questi due Länder permetteranno la riapertura anche a grandi negozi. La Sassonia-Anhalt segue un percorso simile e il presidente Haseloff garantisce che a partire dalla metà di maggio gli studenti potranno frequentare le lezioni in classe almeno un giorno alla settimana.
In Austria, le restrizioni si sono allentate già da alcuni giorni e con buoni risultati per quanto ri-guarda il numero dei nuovi contagi. Il governo vieta però la riapertura di teatri, musei e attività gastronomiche fino alla metà di maggio.
Secondo i primi accordi fra i paesi tedescofoni si prevede una riapertura delle frontiere fra Austria e Germania per permettere ai cittadini di trascorrere le vacanze in entrambi i Paesi, anche se sia la Merkel che il presidente della Baviera Söder consigliano ai cittadini di trascorrere le vacanze principalmente in Germania.
Jasmin Pick
Mentre in molti paesi è già iniziata la fase 2, in altri come il Libano «il passaggio alla fase suc-cessiva dipenderà da una valutazione settimanale che determinerà l’allentamento delle restrizioni», secondo quanto detto dal Ministro della salute Hamad Hassan, che ha aggiunto «quanto fatto finora nella lotta alla pandemia ha portato a dei risultati concreti e confortanti». Tuttavia, è necessario continuare a rispettare il piano governativo durante la prossima fase e mantenere la massima cautela. Notizie rassicuranti arrivano anche dai campi profughi presenti nel Paese: i rifugiati siriani e i profughi palestinesi stanno rispettando alla lettera le misure di prevenzione, dimostrando assoluta trasparenza nel ricevere donazioni e aiuti dalle istituzioni internazionali e facendo attenzione a non sprecarli.
Altri aiuti vengono anche dalla Banca di Palestina che, in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo sociale e il Fondo Wakfet Izz (fondo nazionale creato specificamente per limitare la diffusione della pandemia in Palestina), ha firmato un accordo. Esso rappresenta il culmine degli sforzi profusi dal Governo, dal settore privato e da quello bancario per affrontare la pandemia da Covid-19, limitarne la diffusione in Palestina e garantire le risorse necessarie per il sostegno e la resilienza, creando una rete di previdenza sociale per le fasce più colpite dalla pandemia. Stando al documento, la Banca contribuirà con un milione di shekel (pari a 300mila dollari circa), come parte di una donazione a sostegno del settore sanitario e di soccorso.
La Giordania, invece, prosegue sulla sua linea precauzionale rispettando le disposizioni del mini-stero dell’Awqāf (beni e affari islamici) che aveva già precluso l’accesso alle moschee per evitare il contagio. La natura delle moschee è quella di un luogo chiuso in cui potrebbe non essere garantita la giusta areazione, oltre al fatto che il virus resiste per molto tempo sulle superfici, incluso pavimenti e tappeti, rendendo difficile la sanificazione degli ambienti tra una preghiera e l’altra. La decisione fa anche fede alla sharia islamica, il cui fine ultimo è tutelare la società nel suo insieme. Ciò permette di mantenere basso il numero dei contagiati rispetto ad altri paesi ed evitare il tracollo di un sistema sanitario nazionale già allo stremo. Altro settore gravemente colpito è quello dell’istruzione, dove emergono voci discordanti che ribadiscono l’inadeguatezza della didattica a distanza, dovuta alla mancanza di infrastrutture adeguate e costi tecnici elevati che im-pediscono a molti studenti l’accesso ai servizi. Anche la stampa è impegnata nella lotta contro la pandemia in cui figura l’iniziativa “La Giordania è più forte del Coronavirus”, idea del giornalista Bakr al-Zubaidi per preservare la salute dei cittadini, diffondendo in maniera capillare le racco-mandazioni dell’OMS e di altri giornalisti della stampa internazionale. Al-Zubaidi ha spiegato che si è deciso di riservare l’iniziativa solo agli studenti universitari, scuole e tutori degli stessi, in quanto sono la parte più importante su cui si sta scommettendo per la costruzione di una Giorda-nia consapevole e che può contare sulle potezialità dei suoi bambini e dei suoi giovani.
Roberta Elia, Maria Antonietta Reale, Valentina Baldo
FONTI e SITOGRAFIA
Per la lingua PORTOGHESE
https://www.politico.eu/article/how-portugal-became-europes-coronavirus-exception/
Per la lingua INGLESE
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Per la lingua TEDESCA
https://www.tagesschau.de/multimedia/sendung/tt-7487.html
https://vorarlberg.orf.at/stories/3046759/
Per la lingua ARABA
http://alrai.com/article/10535506
https://royanews.tv/news/212875
http://alrai.com/article/10535425/محليات/التعلم-عن-بعد-رهن-اجتهادات-غيبت-رأي-الطلبة
https://www.al-ayyam.ps/ar_page.php?id=13d84f5ey332943198Y13d84f5e