La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
Francia e Germania protagoniste di scontri a sostegno della causa Israelo-Palestinese. In Portogallo si annuncia la scomparsa di Luís da Ponte. La Cina annuncia la grandiosa spedizione su Marte.
EUROPA
Il conflitto israelo-palestinese sta avendo una risonanza mondiale tale da aver coinvolto anche la Francia che, lo scorso sabato è stata teatro di manifestazioni solidali al popolo palestinese, riporta LeFigaro. Manifestazioni, tra l’altro, vietate dalle forze dell’ordine. Ben 45 gli arresti effettuati; tra le cause, oltre alla violazione delle disposizioni dall’alto, anche il sospetto che si trattasse di manifestanti appartenenti ad associazioni o gruppi a fini di violenza. Parigi (e nello specifico il quartiere de Barbès, XVIII arrondissement), non è stata l’unica città protagonista di questi raduni, si conta anche Strasburgo, Marsiglia, Lione e Nantes. La decisione di vietare le manifestazioni era stata già presa lo scorso giovedì 13 maggio, dal commissario di polizia di Parigi, Didier Lallement, su richiesta del ministro degli interni, Gérald Darmanin, il quale temeva disordini sociali. L’intento era quello di prevenire una situazione simile a quella già verificatasi nel 2014 quando, una manifestazione propalestinese era stato il pretesto per mettere in subbuglio il Paese. Tra le critiche mosse alla Francia, vi è la testimonianza di uno dei manifestanti, che sembra riassumere il pensiero generale ovvero, che in tutto il mondo si sono espressi segni di solidarietà verso i palestinesi, dappertutto tranne che in Francia. Sembrerebbe essere proprio quest’ultimo, oltre che al sostegno alla causa principale, uno dei motivi che ha incitato i manifestanti a proseguire nel loro intento. FranceTvinfo invece, fa pervenire il nome della cantante Barbara Pravi nel ruolo di rappresentante francese nel concorso canoro dell’Eurovision 2021, quest’anno con sede a Rotterdam. Un’edizione particolare segnata dalla pandemia attuale. Ma non è la prima volta che l’evento si trova a convivere con questioni di risonanza mondiale, nel 2017 ad esempio, questo aveva avuto luogo in Ucraina, la quale si trovava in forte tensione con la Russia, o ancora, due anni fa, in Israele, la manifestazione fu oggetto di contestazioni da parte di attivisti e artisti filopalestinesi. Nel frattempo, LeMatin, in merito al tema Covid19, presenta la proposta pervenuta in Svizzera dall’Ufficio federale della sanità pubblica della Confederazione svizzera (OFSP), che sembrerebbe attenuare le preoccupazioni degli abitanti svizzeri circa le relazioni sociali che quotidianamente intratterrebbero. Questa consiste nella creazione da parte delle persone vaccinate di una locandina personale, presso il sito dello stesso ufficio, dotata di fototessera e della frase “Sono stato vaccinato”. A questi dati seguirebbero le motivazioni che ciascuna persona fornirebbe per giustificare la somministrazione del vaccino; tra le scelte, il desiderio di poter tornare ad abbracciare presto i propri cari o semplicemente la fede nell’efficacia del vaccino. L’obiettivo è ovvio, invitare tutti fare lo stesso.
M.P.
Lutto nel Portogallo socialista. Come si apprende da publica.pt, in una nota di rammarico la Direzione Nazionale del Partito Socialista portoghese annuncia nella serata del 16 maggio 2021 la scomparsa di uno dei suoi fondatori: Luís Nunes da Ponte.
Nunes da Ponte nacque 75 anni fa a Porto, era laureato in filologia ma il suo percorso lavorativo si era poi sviluppato attorno all’area del Turismo, infatti si prodigò per la diffusione del turismo portoghese nel mondo. Ha lavorato inoltre presso il ministero dell’Economia e del Turismo; fu direttore del Turismo a Macao. È stato membro dell’Assemblea della Repubblica, lavorando con Jaime Gama (attuale presidente della Banca Portoghese Novo Banco).
Il Partito Socialista portoghese indirizza ai familiari ed amici di Luís le sue più sincere condoglianze; si dichiara “profondamente rammaricato” per la perdita e ringrazia il fondatore per il lavoro svolto a favore della libertà del Portogallo. Infatti, il Partito Socialista nasce nel 1973 ma viene registrato ufficialmente solo dopo la liberazione del Paese dalla dittatura Salazarista (Rivoluzione dei Garofani il 25 aprile 1974). Fu proprio il Partito Socialista a salire al potere alle prime elezioni post-rivoluzione. Da allora fino ad oggi, il Partito Socialista occupa uno spazio importante nella politica portoghese. I suoi fondatori, tra cui il compianto Luís Nunes da Ponte, si sono uniti ed hanno lottato affinché il Portogallo divenisse uno stato libero e democratico.
YC
A Ceuta, Spagna, varie unità dell’esercito si sono dispiegate all’alba di martedì per aiutare a controllare le strade della città dopo l’entrata di più di 8.000 immigrati, soprattutto marocchini, attraverso i valichi di frontiera. Tra lunedì e martedì, migliaia di giovani e famiglie intere si sono gettate in mare di fronte alla passività delle autorità marocchine. Nel tentativo un uomo è morto.
Secondo quanto riportato dal Ministero degli Interni, la Spagna ha già rimpatriato in Marocco 4.000 persone (tra queste non ci sarebbero minori).
Martedì, intanto, il Marocco ha schierato al confine un equipaggiamento antisommossa per fermare l’arrivo dei migranti a Ceuta.
Per la Spagna, l’ingresso irregolare di 6.000 persone in un giorno rappresenta un evento insolito. Infatti, neanche nei momenti di elevata pressione migratoria si sono raggiunti dei numeri simili.
L’afflusso consistente di marocchini, davanti all’inerzia delle forze di sicurezza della gendarmeria marocchina, avviene in una circostanza di tensione diplomatica tra Spagna e Marocco.
Rabat, invero, è momentaneamente in attrito con la Spagna per l’entrata in un ospedale di Logroño del leader del Fronte Polisario, nonché Presidente della Repubblica araba saharawi democratica (RASD), Brahim Gali, di 73 anni e affetto da coronavirus.
Tuttavia, il Ministero degli Affari Esteri ha spiegato che l’accoglienza del leader saharawi, su richiesta dell’Algeria, è dovuta a “ragioni strettamente umanitarie”.
Il Marocco però ha reputato il gesto come una scelta “premeditata”, tanto da affermare che avrebbe preso nota di ciò.
Nel frattempo, il Presidente del Governo Pedro Sanchez, ha cancellato il suo viaggio a Parigi previsto per martedì per prendere parte ad un vertice dove saranno esaminati programmi di aiuto finanziario all’Africa. Elpais.com riferisce, inoltre, che il Presidente farà una dichiarazione istituzionale che tratterà la situazione di Ceuta e Melilla.
V.G.
Il 16 maggio il Parlamento europeo ha formulato cinque princìpi per la gestione degli affari con la Russia. Secondo quanto riportato da Ria.ru, la commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo ha presentato un progetto di relazione, nel quale vengono esposti i princìpi fondamentali per il riallineamento delle relazioni con la Russia.
Il primo punto prevede la lotta contro l’“ingerenza” negli affari dell’Unione Europea, nonché il contrasto di tali intimidazioni e contro sanzioni, secondo Radiosputnik.ria.ru.
Come sottolineano gli autori della relazione, promuovere il progresso della democrazia presuppone, nello specifico, l’opposizione alla “propaganda in lingua russa”, motivo per cui si è raccomandato all’Unione Europea di creare un canale televisivo in onda 24 ore su 24, come riportato su Gazeta.ru.
Il Parlamento europeo, inoltre, ha proposto di “rifiutare il riconoscimento del Parlamento russo e di richiedere l’estromissione della Russia dalle organizzazioni internazionali con le assemblee parlamentari”, se, durante le prossime elezioni della Duma di Stato che si terranno in autunno, i rappresentanti dell’UE riscontreranno che siano avvenute frodi o interferenze nel risultato finale delle elezioni.
Il quarto punto prevede che Bruxelles adotti una strategia per lo sviluppo dei paesi del “Partenariato orientale” per la Russia. In precedenza, tale strategia era stata avviata per sviluppare le relazioni con i paesi dell’ex Unione Sovietica.
Inoltre, riporta Radiosputnik.ria.ru, il Parlamento europeo ha proposto di “rivedere i propri progetti per il sostegno agli investimenti e alla cooperazione economica, a partire dalla sospensione del progetto per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2”. Il principio della “democrazia prima di tutto” prevede che, in ogni dialogo con Mosca, si tenga presente in primis la questione del rispetto dei diritti dell’uomo (Ria.ru).
Il deputato della Duma di Stato, Ruslan Balbek, considera questi princìpi, definiti dal Parlamento europeo, “verbosità”. Il deputato ha detto a Ria.ru: “Un’altra verbosità politica: a loro la democrazia non basta, la nostra indipendenza non va bene, non va bene ciò che dicono i nostri canali. Chissà, questi signori, saranno mai soddisfatti?”.
Inoltre, secondo quanto riportato da Radiosputnik.ria.ru, il 15 maggio il governo russo ha pubblicato una lista di paesi stranieri che hanno commesso azioni ostili nei confronti di Mosca tra cui gli Stati Uniti. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha affermato che Bruxelles ritiene infondate tali accuse nei confronti degli Stati inclusi nella lista, e che il documento firmato da Putin non sia compatibile con la Convenzione di Vienna sui rapporti diplomatici e che, pertanto, dovrebbe essere rivisto.
E.R.
Il conflitto israelo-palestinese raggiunge anche la Germania, tra proteste pro e contro Israele. Alcune manifestazioni si sono svolte pacificamente, mentre altre hanno assunto toni accesi, con attacchi alle sinagoghe e ai simboli ebraici e israeliani. Tutto ciò sullo sfondo delle celebrazioni nazionali per i 1700 anni di vita ebraica nel paese, ma anche della giornata per la Nakba (15 maggio), in cui si commemora l’esodo palestinese nel 1948. In un video diffuso dal Consiglio centrale degli ebrei su Twitter, lo scorso 12 maggio a Gelsenkirchen alcuni manifestanti urlavano slogan astiosi nei confronti delle persone di fede ebraica, sventolando bandiere palestinesi, algerine, tunisine e turche, comunica Der Spiegel. FAZ riporta altri episodi avvenuti in diverse città tedesche, tra cui bandiere bruciate davanti a una sinagoga a Münster già la notte prima e lanci di pietre contro l’ingresso di una sinagoga a Bonn. Secondo Stimme, i disordini peggiori si sono verificati a Berlino, con 65 persone arrestate provvisoriamente e 93 agenti rimasti leggermente feriti. La comunità ebraica teme ulteriori attacchi, pertanto le autorità si sono impegnate a rafforzare le misure di sicurezza nelle sinagoghe. Welt informa che, durante la telefonata con il primo ministro israeliano Netanyahu, svoltasi lunedì 17 maggio, la Cancelliera Merkel ha sostenuto il diritto di Israele all’autodifesa nel conflitto contro Hamas, aggiungendo che il governo tedesco agirà duramente contro le proteste violente. Gli interventi dei leader politici e dei rappresentanti religiosi si sono moltiplicati per denunciare le accuse rivolte agli ebrei. Spesso, tuttavia, gli slogan hanno sfiorato il confine tra responsabilità penale e libertà di espressione. Il portavoce del governo, Seibert, ha comunicato che ogni manifestante potrebbe essere chiamato a distinguere tra le critiche alla politica dello Stato di Israele, che chiunque è autorizzato ad esprimere, ciò che, invece, non può essere accettato in nessun caso, cioè l’odio e l’aggressione contro gli ebrei e il popolo israeliano. Il leader politico Laschet ha affermato lunedì che “Chi diventa tedesco ha una responsabilità speciale davanti alla storia”, riferendosi alla naturalizzazione degli immigrati. Gli esperti sottolineano, però, che gran parte dei crimini possono essere fatti risalire all’estremismo di destra, precisa Der Tagesspiegel. FAZ rende noto che il 18 maggio i ministri degli Esteri dell’UE hanno preso parte a una conferenza straordinaria per coordinare le proprie strategie, in vista dell’escalation del conflitto. Da una parte la Germania, che assume tradizionalmente una posizione di mediazione, ha ribadito la propria vicinanza ad Israele in caso di autodifesa. D’altra ha insistito sul rispetto del diritto internazionale, rifiutando la politica di insediamento israeliana. Il Ministro degli Esteri Maas ha ritenuto Hamas responsabile della situazione attuale. Inoltre ha promesso 40 milioni di euro in aiuti alla popolazione civile di Gaza.
O.P.
AMERICA
Stati Uniti, Jonatham Schanzer di Foundation for Defense of Democracies nella giornata del 17 maggio spiega al programma “Squawk Box Asia” della CNBC come il rinnovo dell’accordo sul nucleare iraniano da parte degli Stati Uniti potrebbe compromettere gli sforzi fatti per porre fine al conflitto israelo-palestinese. Il Piano d’azione congiunto globale viene siglato il 14 luglio 2015 a Vienna tra l’Iran, i Paesi del P5+1 (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania) e Unione Europea. Secondo tale accordo, l’Iran avrebbe eliminato le riserve di uranio a medio arricchimento e tagliato quelle a basso arricchimento, nonché avrebbe evitato il rischio di proliferazione nucleare. L’8 maggio 2018 l’amministrazione Trump, sotto la richiesta di Israele, ha annunciato unilateralmente l’uscita dall’accordo, rilanciando sanzioni economiche contro l’Iran. Lunedì 11 maggio sono ricominciati i bombardamenti di Israele su Gaza, a seguito delle nuove violenze a Gerusalemme. A distanza di una settimana sorprende come il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, non abbia rilasciato dichiarazioni pubbliche per un cessate il fuoco. Secondo Schanzer, il silenzio di Biden potrebbe perdurare ancora per qualche giorno, affinché Israele indebolisca Hamas, prima di esporsi sulla ripresa dell’accordo nucleare che, avverte l’intervistato della CNBC, potrebbe essere rischioso poiché “l’Iran è il principale sponsor di Hamas”. Sul fronte britannico, invece, BBC News riporta che il 16 maggio, a Londra, nel Regno Unito, migliaia di persone hanno marciato attraversando Hyde Park, dirigendosi verso l’ambasciata israeliana, a sostegno dei palestinesi nel conflitto in corso da giorni tra Israele e militanti a Gaza, cantando “free Palestine” (‘Palestina libera’), la manifestazione è stata accompagnata da fumogeni rossi o verdi e dalle bandiere palestinesi. I partecipanti hanno protestato affinché Israele blocchi gli attacchi aerei e il governo inglese intervenga nel conflitto appacificando le due parti. Secondo quanto si legge ancora da BBC News, uno degli organizzatori dichiara quanto sia importante che il Regno Unito agisca in questa situazione per cercare di porre fine a questa lotta, anziché continuare a fornire armi e aiuti economici a Israele. A questa voce si unisce anche quella di Husam Zumlot, ambasciatore palestinese nel Regno Unito, il quale ringrazia i partecipanti per il supporto e l’attiva partecipazione; nonché quelle dell’ex leader laburista Jeremy Corbyn e dell’ex segretaria Diane Abbott. Contrapposta, invece, è la voce dell’ex ambasciatore israeliano nel Regno Unito, Mark Regev, il quale ha difeso le azioni di Israele a Gaza. Stando a quanto si legge dal giornale inglese, la marcia è stata predisposta e organizzata da Palestine Solidarity Campaign, Friends of Al-Aqsa, Palestinian Forum in Britain, Stop The War Coalition, Campaign for Nuclear Disarmament e Muslim Association of Britain, ma sono avvenute altre manifestazioni filopalestinesi in altre capitali europee.
M.P, A.D.S
In Brasile, il procuratore generale Augusto Aras, ha presentato alla CPI Pandemia le indagini in corso presso la Corte Superiore di Giustizia (STJ) in merito a possibili irregolarità nella lotta contro il Covid-19. Secondo quanto riportato dal CNN Brasil, sono stati citati i governatori di Amazonas, Wilson Lima; Bahia, Rui Costa; Minas Gerais, Romeu Zema; Pará, Helder Barbalho; e di San Paolo, João Doria. Le due inchieste presentate contro i vari governatori sono state le seguenti: acquisizione di respiratori e la presunta irregolarità della campagna ospedaliera per Wilson Lima, governatore di Amazonas; acquisizione fraudolenta di respiratori da parte di Rui Costa, governatore di Bahia; irregolarità nell’acquisizione dei respiratori da parte di João Doria, governatore di San Paolo; illegalità connessa all’acquisizione di 1.600 unità di pompe da infusione e 400 ventilatori per Helder Barbalho, governatore del Pará. Per quanto riguarda, invece, il governatore del Minas Gerais è stata aperta un’indagine preliminare sull’ospedale da campo e, secondo quanto riportato dal quotidiano O Dia, il governatore di Rio, Wilson Witzel, ha lasciato l’incarico dopo essere stato messo sotto accusa. La lettera di accuse è stata firmata direttamente dal procuratore generale della Repubblica, Augusto Aras e indirizzata al presidente del CPI, Omar Aziz. Come cita CNN Brasil, è stata Lindora Arujo ad aver mandato direttamente la lista dei casi ad Aras.
S.F.
MEDIO ORIENTE
In Palestina divampano da giorni gli scontri tra i manifestanti palestinesi e le forze dell’ordine israeliane che si sono tradotti in una guerra aperta nella Striscia di Gaza con razzi e bombardamenti. Secondo la cronologia riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, la rabbia palestinese si deve a due ragioni: la prima è la chiusura il 12 aprile, giorno di inizio del mese di Ramadan, della porta di Damasco, area nella quale i fedeli musulmani sono soliti ritrovarsi per festeggiare. Tale decisione, percepita come un’umiliazione, accende i primi risentimenti e i primi scontri tra palestinesi e polizia israeliana. La seconda riguarda la notifica di espulsione di famiglie palestinesi dalle proprie abitazioni a Gerusalemme Est, a favore di coloni israeliani. Si giunge così ad un crescendo di violenza che vede da una parte i razzi di Hamas, gruppo radicale palestinese che vuole dimostrare di poter difendere Gerusalemme Est al fine di rivendicare la leadership palestinese. Dall’altra, Israele dichiara di voler distruggere tutte le infrastrutture di Hamas ed è questa la giustificazione per i recenti bombardamenti aerei, tra cui l’attacco all’edificio di Al-Jalaa il 15 maggio. Secondo quanto sostenuto dal governo israeliano, il palazzo, sede di alcuni media internazionali quali Associated Press e Al-Jazeera, avrebbe ospitato anche membri di Hamas. L’agenzia di stampa palestinese Wafa smentisce l’accusa e lo stesso segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, chiede alle autorità israeliane di fornire le prove per sostenere le loro tesi. Come riporta Al-Jazeera, il bilancio dei morti al 17 maggio risulta svantaggioso per la popolazione palestinese, che ne conta 198 di cui 58 bambini. Dalla parte israeliana, i morti sono 10 di cui 2 bambini. Nonostante il numero di civili coinvolti sia destinato a salire, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non dà segni di voler esercitare pressione su Israele. Nella riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 16 maggio, gli Stati Uniti, che sono tra i maggiori sostenitori di Israele, bloccano la dichiarazione congiunta di un immediato cessate fuoco tra Hamas e Israele. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sottolinea nel corso del meeting la necessità di far rispettare il diritto umanitario internazionale e i diritti dell’uomo. Mentre il Ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki imputa ad Israele “crimini di guerra”, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, accusa Hamas di organizzare attacchi indiscriminati al fine di un beneficio politico. Numerose le critiche all’inattività di Biden così come le figure politiche che lo esortano ad esercitare pressioni su Israele per porre fine alle violenze. Il senatore Bernie Sanders fa notare difatti come gli Stati Uniti supportino lo Stato israeliano con ben 4 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari. Non è altro che un finanziamento alle violazioni di diritti dell’uomo in corso.
L.L.
ASIA
Nel mese di maggio la Cina ha dichiarato che la sua sonda Tianwen-1, lanciata dal porto spaziale di Wenchang, nella provincia di Hainan, ha brillantemente toccato il suolo marziano. È la prima volta che il paese organizza una spedizione spaziale verso il Pianeta Rosso. La sonda è stata battezzata con il nome Zhurong la quale, secondo un sondaggio popolare, allude al dio cinese del fuoco. La missione Tianwen-1 o Quest for Heavenly Truth 1 prevede tre obiettivi specifici: ruotare attorno a Marte per un’osservazione più accurata, atterrare sulla superficie del pianeta e inviare un rover per girare sul luogo dell’atterraggio, secondo quanto riportato su China.org.cn. La sonda, somigliante a quella dell’agenzia spaziale Americana Spirit, comprende un’orbita e un rover, pesa 250 chilogrammi ed è alimentata da quattro pannelli solari pieghevoli. Secondo lo studente Sun Zezhou la sonda opererà per tre mesi sul pianeta rosso. Gli ingegneri cinesi hanno pianificato una frenata di 14 minuti sul prepulsore dell’orbiter da 3.000 newton, sperando in una riduzione della velocità di 23 chilometri sufficienti per farsi catturare dalla forza gravitazionale di Marte. All’interno della sonda, sono state inserite quattro telecamere ad alta e media risoluzione per immortalare le immagini e uno spettrometro mineralogico. Inoltre gli ingegneri si prefiggono di condurre indagini sul suolo marziano che include la struttura geologica, ambientale, atmosferica e idrica del pianeta rosso. Il rover con le sue 5 tonnellate studierà il pianeta usando dispositivi di tele-ricevimento.
La Cina ha menzionato due siti di atterraggio, di cui uno previsto nella piana di Utopia Planitia. Infine gli scienziati cinesi hanno affermato che i dati raccolti saranno condivisi con la comunità internazionale.
C.C
Rassegna stampa a nome di:
Chiara Cavallini (lingua cinese)
Valentina Guerra (lingua spagnola)
Cossu Ylenia (lingua portoghese)
De Stasio Antonella (lingua inglese)
Marika Provenzano (lingua inglese)
Lara Ludovica (lingua araba)
Mariella Perrone (lingua francese)
Romani Elena (lingua russa)
Parshina Oxana (lingua tedesca)
Simona Ferri (lingua portoghese)