Ciao a tutti!

Sono Fulvia Caporale, ho 22 anni e sono campana, anche se a sentirmi forse non si direbbe: vivo a Roma da un paio di anni e l’inflessione originale che avevo acquisito fino a prima di trasferirmi nel tempo si è nebulizzata, dando spazio, però, ad un linguaggio in dizione pulita.

Poco prima della maturità ho cominciato a pensare all’idea di trasferirmi in un’altra città per continuare a studiare e la scelta è ricaduta quasi subito su Roma. Volevo sentirmi libera di vivere come sentivo e se tornassi indietro rifarei la stessa scelta. Mi ritengo una persona paziente, sensibile, creativa e buona, con tante domande e poche risposte. Mi piace ascoltare gli altri per il piacere e la curiosità di conoscerli, ma tendo a non farmi conoscere, a non aprirmi completamente e a tenere per me alcune parti.

Da sempre seguo le fiction e i film che trasmettono in televisione e quando so poche informazioni sugli attori o sui luoghi dove è stato girato quel film vado ad informarmi quanto più possibile. Chi conosce questa mia passione spesso mi chiede informazioni su film e attori. Mi ha sempre incuriosito scoprire i meccanismi di preparazione che riguardano i set e gli attori, cosa avviene fino a prima che l’attore entri in scena e reciti e in che modo, e perché.

Durante i primi anni ho vissuto a stretto contatto con la musica, grazie a mio padre che si ritagliava degli spazi durante la giornata per suonare la chitarra e per far sì che io potessi cominciare ad avvicinarmi a quel mondo e ad apprezzarlo già in tenera età, com’era già successo con i suoi primi 5 figli, ad oggi tutti artisti.

In età adolescenziale ho cominciato a studiare canto presso la realtà accademica della mia città. Eredito la vena artistica da parte paterna. Ho deciso di incentrare i miei prossimi articoli sull’arte in scena, qualcosa di magico per me.

Ho scelto il liceo linguistico e lì ho studiato inglese, francese e spagnolo, percorso che ho poi continuato all’università, scegliendo una Facoltà triennale di Lingue per l’interpretariato e la traduzione, sostituendo, però, il francese con il russo. L’intenzione era quella di studiare una lingua di cui non conoscessi nulla e sul russo non ho mai avuto dubbi.

Il percorso di crescita e di studio universitario ha fatto maturare in me l’idea ascoltarmi e di assecondarmi, per cui ho deciso di espormi e di cominciare a pensare ad un percorso artistico accademico. Alla fine ho scelto quella che ho sentito essere la strada più incline a chi sono, con tutte le paure e i rischi a cui vado e andrò incontro.

Fulvia Caporale