La Isla de las Muñecas: tra leggende e realtà
In occasione del mese in cui, come ogni anno, ricorre la “notte delle streghe” più comunemente nota come Halloween, ho pensato fosse giusto raccontarvi di un posto molto particolare che, solo a vederlo in foto, fa venire i brividi.
Siamo nel sud del Messico, a Xochimilco. In un’alternanza di zone verdi e canali percorribili con le trajineras (tipiche imbarcazioni locali), il distretto di Xochimilco viene non a caso definito come la Venezia del Messico. Sebbene possa apparire come il luogo ideale per le vacanze, sommerso nella natura, ricco di colori e di attività interessanti da svolgere, Xochimilco racchiude in sé un aspetto molto più buio.
Tra queste isole artificiali, infatti, ce n’è una che desta l’interesse degli amanti del genere horror come la sottoscritta.
Partendo da uno degli embarcaderos o moli più vicini, l’Isola delle Bambole può essere raggiunta solo in barca. Se siete davvero interessati a visitare questa meta da incubo, dovrete trovare qualcuno disposto ad accompagnarvi e non sarà facilissimo. Gli abitanti di Xochimilco sono piuttosto superstiziosi a riguardo e difficilmente accetteranno di guidarvi fin lì.
Su quest’isola e la sua storia si sono susseguite diverse leggende. La più comune narra di Don Julian Santana Barrera, un contadino che decise di abbandonare la moglie e la figlia per condurre una vita in solitudine su quest’isola.
Un giorno, Don Julian vide annegare una ragazzina nel canale. Per l’esattezza, c’è chi dice che la vide annegare e tentò invano di salvarla, mentre altri sostengono che trovò la ragazzina nel canale, già annegata. L’uomo aveva poi rinvenuto una bambola e, supponendo che appartenesse alla bambina, l’aveva legata ad un albero come offerta per onorare la piccola defunta e, soprattutto, nella speranza che la sua anima trovasse pace e non lo tormentasse. Come in tutte le storie dell’orrore che si rispettino, potete già immaginare che purtroppo non andò così. Anzi, da quel giorno l’uomo si sentì costantemente perseguitato dallo spirito della povera bambina.
C’è chi ipotizza che sia stato tutto frutto della mente malata di Don Julian e che non sia mai annegata nessuna bambina. Di fatto, il contadino sviluppò una vera e propria ossessione e iniziò a cercare bambole in ogni dove. In qualunque condizione fossero, Don Julian le prendeva e le legava ai rami degli alberi, sulle staccionate. Molte erano mutilate, senza uno o più arti. Di alcune addirittura c’era solo la testa.
È impressionante come queste bambole nel corso degli anni siano ingiallite, ora ricoperte di fango o di muffa. Vengono divorate dalla natura che, a poco a poco, si riprende i suoi spazi. Di quelle bambole, un tempo più graziose e fonte di divertimento per tanti bambini, rimangono delle sagome spettrali, che di grazioso non hanno più nulla.
Per chi ama di più il brivido, sono molti i racconti dei visitatori e della gente del posto secondo cui, che voi ci crediate o meno, nel cuore della notte è possibile sentire le bambole bisbigliare tra di loro, vederle girare la testa o muovere le braccia (per quelle che ancora ce le hanno) o addirittura sentire dei passi di bambini che corrono per tutta l’isola. Lo stesso Don Julian era arrivato a convincersi che le bambole godessero di vita propria, alcuni dicono che coltivasse la terra per poter nutrire anche loro.
E non è finita qui! La cosa più sconcertante è che, nel 2001, Don Julian morì e il suo corpo venne ritrovato dal nipote nello stesso luogo in cui la ragazzina era morta circa cinquant’anni prima. Secondo alcuni non morì soltanto nello stesso punto ma anche nello stesso modo. Stando ad alcune voci, pare che anche lui annegò nella laguna. Ad oggi sono i turisti i primi a lasciare qualche nuova bambola nell’isola, in ricordo della bambina tragicamente scomparsa e di cui probabilmente non si conoscerà mai l’identità.
Non è certo quanto ci sia di vero e quanto di inventato in tutta questa faccenda, ma la Isla de las Muñecas rimane un luogo a dir poco suggestivo e, per i più temerari, da non perdere assolutamente!
Anna Nobili