Salone del libro
Ogni anno a maggio Torino ospita il più grande evento editoriale d’Italia, il Salone Internazionale del Libro. Quest’anno, UNINTBlog ha dato l’opportunità ad alcuni di noi di andarci in rappresentanza dell’Università.
Ho sempre desiderato andare al Salone, ma per un motivo o per un altro non sono mai riuscita. Quest’anno, quando ho saputo della possibilità di una trasferta per il Blog, ho accettato senza pensarci due volte e con le aspettative alle stelle.
Se avete già letto i miei articoli per il Blog, sapete che perlopiù mi occupo di libri. Un evento di questo tipo, quindi, is just my cup of tea. Una settimana prima della partenza, avevo già passato in rassegna tutti gli incontri e stilato una lista di tutti quelli a cui mi sarebbe piaciuto assistere, con relativi orari e sale.
Non so cosa mi aspettassi di preciso da questa esperienza, ma qualsiasi cosa fosse la realtà ha superato tutte le mie aspettative.
Ho programmato la giornata in modo da cercare di non perdere neanche un secondo di Salone: sveglia alle sette, alle otto in marcia, arrivo previsto per le nove.
Quel fine settimana a Torino ha fatto molto caldo. Quando sono uscita dalla stazione della metro, mi sono trovata davanti a una coda chilometrica e mi sono detta “stai tranquilla e rilassata perché altrimenti una bella insolazione non te la toglie nessuno”. Generalmente sono molto insofferente quando si tratta di aspettare in piedi sotto al sole, ma ero così carica che neanche l’ora passata a rosolare ha potuto minare il mio entusiasmo.
Il tempo trascorso in fila è stato un po’ come quando si fa la coda per le attrazioni a Disneyland: sei immerso nell’atmosfera ed è in tutto e per tutto parte del gioco. Le persone chiacchierano, si scambiano opinioni e tutti quanti sono del tuo stesso umore: non è stato neanche lontanamente pesante come credevo.
Una volta dentro, giuro, avrei voluto piangere. La prima cosa che si incontra passando dall’ingresso, da cui sono entrata, sono gli stand della ristorazione e gli info point, dove si prende la mappa e il programma degli eventi. Continuando il percorso, si entra nel vivo del Salone.
Libri ovunque, di qualsiasi tipo e autore. Sono stata sommersa da un senso di spaesamento felice che sinceramente non saprei spiegarvi. L’aria che si respira è frizzante e poi, non so voi, ma a me essere circondata dai libri mi dà sempre un senso di vita, di immenso. Mi dà sempre voglia di fare di più, imparare di più, vivere di più.
Il festival era diviso in zone: c’era la zona giovani, letteratura giapponese, grandi editori, piccoli editori, fumetti… insomma, impossibile non trovare qualcosa. Tra l’altro, molti editori propongono degli sconti in occasione dell’evento.
Agli stand, tutti quanti erano disponibilissimi e pronti a scambiare quattro chiacchierare. È stato affascinante scoprire qualcosa in più sul mondo dell’editoria, parlando con autori, editori, traduttori, librai.
Alla fine, dei dieci eventi che avevo segnato, ho assistito soltanto a due, tutti e due a tema traduzione. È stato particolare trovarsi nella stessa stanza con personalità famose del settore. L’impronta professionale e professionalizzante dei due eventi, inoltre, ha reso l’esperienza diversa dalle lezioni universitarie a cui sono abituata: lì dentro non mi sono sentita una studentessa, ma una traduttrice.
Pensavo di rimanere al Salone fino a chiusura, ma verso le cinque, dopo una giornata passata a camminare e chiacchierare, ero davvero sfinita.
Spero si sia percepito dalle mie parole, ma lo ribadisco ugualmente: il Salone del Libro per me è stata un’esperienza stupenda al limite della magia. Una parte grossa della mia percezione finale è sicuramente determinata dall’entusiasmo con cui ho affrontato tutto, però ritrovarsi in un’area enorme, circondata da persone che condividono la mia stessa passione, è stata una sensazione nuova e travolgente. Se ne avete l’occasione, l’anno prossimo armatevi di entusiasmo e tanti soldi da spendere e fateci un SalTo (eheh!).
Elisabetta Lupo