FACCIAMO IL PUNTO – GUERRA e 2022
‘Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini’. Fu questa la prima frase pronunciata da Jurij Gagarin, cosmonauta sovietico che il 12 aprile 1961 divenne il primo essere umano ad avere il privilegio di osservare il nostro pianeta dallo spazio. Quelle parole avevano un significato massiccio, visto che ci si trovava in piena Guerra Fredda. Lo stesso anno, qualche mese dopo, venne costruito il muro di Berlino, che tagliava in due parti la stessa città. Il muro di Berlino ha separato famiglie, ha diviso in due un Paese, è stato il simbolo di un mondo diviso, spaccato, di un’Europa tagliata a metà da quella che Churchill aveva definito ‘cortina di ferro’. Quest’espressione è famosa quasi quando la ‘goccia che fece traboccare il vaso’ nel 1915. Sono citazioni celebri che leggiamo da sempre sui libri di storia, le abbiamo assimilate per sentito dire. Parole che rappresentano il nostro passato, così lontane dalla realtà che siamo abituati a vivere.
Eppure, nonostante gli sforzi degli uomini politici dell’epoca, nonostante gli sforzi dei nostri predecessori, molti anni dopo ci troviamo con l’ennesimo conflitto armato tra le mani. Un conflitto che un po’ nessuno sa gestire. Non abbiamo più Churchill, non abbiamo più Chamberlain, non abbiamo Roosevelt e non abbiamo più Charles De Gaulle. Non abbiamo JFK, né Khrushchev, Raegan o Gorbachev. Alcune situazioni di conflitto sono rimaste quasi ‘invariate’, vedi Israele- Palestina. Altre, sono frutto delle politiche estere sconsiderate portate avanti da Russia e Stati Uniti in Medio Oriente, vedi l’Afghanistan. Altre ancora, totalmente inaspettate e forse ancora più ‘insensate’ perché presentatesi un territorio iper-democratico come il continente europeo.
L’invasione dell’Ucraina è una guerra esattamente come tutte le altre, è una situazione disperata esattamente come tutte le altre. C’è però ovviamente una grande differenza: in questo caso una grande superpotenza come la Russia ha deciso di schierarsi deliberatamente e di compiere un gesto quasi ‘suicida’. Le motivazioni alla base sono legate ad una forte necessità di protezione e di ossessione nei confronti di quest’esigenza, tra le finte negoziazioni, le tentate mediazioni, le proposte di cessate il fuoco e le proposte di corridoi di fuga per i civili verso la Bielorussia. Al decimo giorno di conflitto, nulla è cambiato: l’avanzata russa procede, il numero di rifugiati continua a crescere e molte scuole, ospedali e centri abitati sono stati colpiti dai bombardamenti di Mosca.
Un conflitto di questo tipo, nel cuore dell’Europa, ha il suo peso, com’è stato detto innumerevoli volte. Ad oggi però, questo peso non è dettato solamente dalla posizione geopolitica e strategica, ma dal fatto che la guerra in Ucraina viene ripresa momento dopo momento, secondo dopo secondo. E’ ripresa dai social, è ripresa dalle TV, è condivisa, è vista. Oggi vediamo chi sopravvive, chi combatte, chi muore. Abbiamo foto, video, nomi a portata di mano. Abbiamo l’occasione di sapere e di farci un’opinione.
Tutte le guerre sono uguali, sono terribili. Non ci sono veri rifugiati o finti rifugiati. Ci sono soltanto persone che cercano di fuggire da scenari atroci. La situazione in Ucraina, che ci tocca ancora più da vicino, ci deve far riflettere su cosa significa fare guerra nel 2022. Sul perché non dobbiamo mai più voltarci dall’altra parte.
Speriamo di non dover soltanto rimpiangere quei grandi uomini politici del passato.
Martina Noero