Kruger National Park
Il mio viaggio, o meglio, il nostro viaggio in questo caso, inizia dal Kruger National Park.
Il Kruger si trova nella parte nord-est del Paese ed è un’area vastissima ricca di animali selvatici, tra cui ovviamente i famosi “Big Five”: leone, leopardo, rinoceronte, elefante e bufalo.
Se atterrati all’aeroporto di Johannesburg, per raggiungere il parco è necessario affittare una macchina e mettersi subito sul tragitto che porta a una delle varie entrate. Alcune zone, tra cui Johannesburg stessa, sono molto pericolose; perciò, si consiglia di “filare dritti” al Kruger. Infatti, nel Paese resta molto percepito il divario tra bianchi e neri e, purtroppo, molti di quest’ultimi sono in totale povertà. Devo confessare, pertanto, che è stato strano guardarsi attorno mentre percorrevamo quella lunga strada fino alla nostra destinazione. In alcuni tratti era pieno di persone di colore che vivevano isolati dal resto del mondo, ignari di tantissime cose che noi siamo abituati a fare o a utilizzare quotidianamente.
Entriamo però nel vivo del Kruger ora, dove ho trascorso una settimana girando tutto il giorno in macchina alla ricerca di animali.
IMPALA. Sono arrivata a odiare gli impala. Tu sei in cerca di un leone, di un leopardo, guardi fuori dal finestrino (che deve rimanere assolutamente chiuso per ragioni di sicurezza) fiducioso di vedere da un momento all’altro un ghepardo che insegue un animale indifeso qualsiasi (lo so, povero animale… ma è la natura!); tuttavia eccoli lì, in gruppi numerosi, a ruminare, sono proprio loro: gli impala. Sono delle antilopi, anche molto belle, ma ce ne sono tantissime e in ogni dove. Alla fine della settimana mi sembrava normalissimo incontrarle, come fossero un cane o un gatto qualsiasi.
Non è facile incontrare tutti gli animali nel giro di sette giorni, ma devo dire di essere stata davvero molto fortunata. Sono riuscita a vedere iene, licaoni, zebre, giraffe, ghepardi, avvoltoi e ovviamente i sopracitati Big Five. Anche gli impala, non so se lo ho già detto. Per gli appassionati del film Il Re Leone ho incontrato anche Zazu!
Tenetevi forte poi, perché ho avuto l’onore di ricevere uno schiaffo sulla gamba da una scimmietta molto dispettosa. Infatti, nei camping in cui si dorme durante la notte, è comune la continua entrata di scimmie; pertanto, si raccomanda di chiudere la macchina, altrimenti si rischia di trovarla svuotata.
Per quanto riguarda l’organizzazione del safari, a mio avviso, è consigliato girare autonomamente la vasta area del Kruger. È possibile prenotare uscite in gruppo con delle guide, ma purtroppo il tempo a disposizione per godersi animali e panorami è limitato dall’orario stabilito per il giro. Perciò, se si vuole vivere bene l’esperienza del safari, affidatevi a voi stessi. L’unico tour con guida che consiglio di fare è quello di notte, quando è vietato uscire dai camping se non accompagnati da ranger. Infatti, la mia esperienza durante il tour notturno è stata fantastica. Il ranger era davvero eccezionale e aveva tutte le conoscenze necessarie per scovare i punti in cui avremmo avvistato gli animali più ricercati. Dopo aver seguito delle tracce, siamo giunti in un punto pieno di rovi dove il ranger ha imitato il lamento di un “impala cucciolo rimasto solo”. A questo punto, un gruppo di leoni e leonesse ha iniziato lentamente ad avanzare da dietro quei rovi e a girare intorno alla nostra camionetta. Erano talmente vicini ai nostri occhi che è stata un’esperienza indimenticabile.
L’intero safari è stata un’esperienza indimenticabile. Ricordo il momento esatto in cui ho visto i primi animali. Le sensazioni che ho provato sono state “natura, radici, origine, libertà, vita”. Ci si rende conto di quanto quella sia la vera realtà, l’essenza di ogni cosa. Vedere quegli animali al loro vero posto, nella savana, con tutta quella che è la bellezza della natura che li circonda. Vedere una iena in mezzo alla strada che allatta i propri cuccioli, un leone nutrirsi della propria preda, sono tutte cose che ti fanno rendere conto della bellezza e allo stesso tempo brutalità della vera natura. Potrei continuare a parlarvi per ore e ore di ogni singola cosa che ho visto in quella settimana meravigliosa, ma mi auguro, se non ne avete ancora avuto l’occasione, che un giorno possiate viverlo da soli. È un’esperienza talmente unica che mi risulta quasi difficile poter rendere bene l’idea.
A questo punto, avendo ripercorso con gli occhi un po’ lucidi il Kruger, chiuderei questo primo capitolo, invitandovi a proseguire con me questo “viaggio sudafricano” nei prossimi articoli.
Eleonora Ferrini