La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
In Spagna avvenuta aggressione da parte di una minorenne per una sfida social.
Nonostante il rincaro dei voli aerei in Irlanda, le persone pianificano viaggi post-pandemia. In Bretagna sono state avvistate alghe verdi, preoccupazione per gli spiaggianti. Le manifestazioni in Bogotá stanno rallentando e pregiudicando alcuni lavori nei cantieri. Rinvenuta in Canada una fossa con i resti di 215 bambini in una ex scuola presidenziale chiusa nel 1978. In Brasile sono state somministrate più di cento milioni di dosi di vaccino anti-covid. In Cina è stata avviata una politica che consente alle coppie di procreare fino a tre figli.
In Russia si pensa ad un possibile allentamento delle restrizioni mentre è già iniziata una campagna vaccinale anche per gli animali.
EUROPA
In Spagna è stata identificata una minorenne che picchiava altre ragazze per una sfida social. Elpais.com riporta un video in particolare. È la sera del 10 di aprile, presso “Chamartín”, uno dei quartieri più ricchi di Madrid. Nessuno potrebbe pensare di trovarsi in pericolo qui, eppure, in un angolo, una ragazza chiede ad un’altra:” Mi conosci?” e l’altra risponde di no. La ragazza però continua ad insistere dicendo “Mi conosci anche troppo bene”. L’interlocutrice continua a negare e inizia ad agitarsi. In questo istante, inizia una conta “1, 2…”, ma prima di arrivare al 3, la vittima riceve uno schiaffo, le vengono tirati i capelli e infine vari calci. L’aggreditrice riesce a scappare in pochi secondi. I suoi amici, riprendendo la scena, ridono e commentano “è la sesta rissa in un giorno”. La ragazza non è stata denunciata da nessuna delle vittime, ma la polizia ha iniziato ad indagare d’ufficio dopo aver visto i video nelle reti sociali. Un mese dopo è stato dato nome e cognome alla minorenne, la quale neanche si sforzava di coprire il suo viso per non farsi riconoscere. La polizia afferma che la ragazza e i suoi amici provenivano da un altro quartiere e si dirigevano a “Chamartín” solo per picchiare quelli che lei considerava ricchi spocchiosi. Al momento, gli altri ragazzi del gruppo non sono ancora stati identificati.
Questa brutale sfida virale è stata denunciata a inizio maggio a Siviglia da parte di genitori il cui figlio ha subito un’aggressione fuori da scuola. Il ragazzo è dovuto andare in ospedale per contusioni e un’insufficienza renale. Nessuna delle vittime di Madrid, invece, ha subito lesioni gravi.
V.G.
Austria, nella città di Vienna appaiono cartelloni che recitano “Achtung! Politischer Islam in deiner Nähe” (Attenzione! L’Islam politico è vicino a te) vicino agli edifici delle istituzioni islamiche. A partire da martedì 1° giugno in diverse strade e piazze viennesi tra cui Preterstrasse, Taborstrasse, Leopoldstadt e altre, sono state appese queste segnaletiche antislamiche, che la polizia ha prontamente rimosso. Il Kronen Zeitung racconta come i protagonisti di questo atto siano gli attivisti di estrema destra. In particolare, è stato identificato il movimento Identitäre Bewegung Österreichs e il suo leader, Martin Sellner. Il ministro dell’Integrazione Susanne Raab afferma che, da parte del governo austriaco si continuerà a lottare contro l’Islam politico, diventato reato a seguito dell’attentato terroristico dello scorso novembre e verranno condannati i gruppi estremisti che sfruttano le nuove leggi per supportare le proprie battaglie contro la religione musulmana e contro l’Islam in generale. L’azione provocatoria trova terreno fertile, a causa di una questione già aperta nel Paese, quella della mappa dell’Islam, creata dal Centro di documentazione dell’Islam politico. Come una mappa geografica, questa tiene traccia delle reti islamiche e delle costruzioni associative, al fine di garantire la trasparenza di questi gruppi, i quali secondo il leader del VP di Vienna Markus Wölbitsch operano in maniera “opaca” all’interno della città. Il ministro Raab l’ha descritta come un servizio per i cittadini e gli immigrati di questa fede. Nonostante queste affermazioni, la mappa è stata duramente criticata dalle organizzazioni musulmane dentro e fuori il Paese. Il presidente della IGGÖ (Comunità religiosa islamica austriaca) Umit Vural ha affermato che la mappa dell’Islam non garantisce trasparenza, ma incita all’odio e ha invitato i leader politici a porre fine a questi episodi. La portavoce della SPÖ Nurten Yilmaz sottolinea come queste azioni ricordino il “periodo più buio della nostra storia”. Rimane ancora un caso aperto, con l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione e la lotta al terrorismo (BVT) che sta indagando sulle minacce fatte agli esperti di Islam Mouhanad Khorchide e Ednan Aslan, così come contro il ministro Susanne Raab.
M.P.
Un articolo di Indipendent rivela che in Irlanda, nonostanteil costo dei biglietti aerei stia triplicando, la gente pianifica viaggi post-pandemia. La spesa per i biglietti aerei è aumentata a maggio del 192% rispetto ad aprile e sono soprattutto gli adulti vaccinati over 50 a spendere queste cifre. Le compagnie aeree hanno accolto positivamente questo cambiamento ma le loro entrate attuali sono ancora inferiori in confronto a febbraio 2020, prima che l’epidemia colpisse. Anche i prezzi degli hotel sono rincarati, in particolare, la spesa alberghiera dei giovani tra i 18 e i 24 anni è aumentata del 118%. Anche Revolut, che dichiara di avere 1,3 milioni di clienti in Irlanda, ha affermato che sono soprattutto le persone anziane vaccinate a pianificare un viaggio all’estero mentre i giovani, che devono ancora ricevere la prima dose, prediligono un turismo domestico. Per quanto riguarda ristoranti e bar, è stato rilevato un miglioramento dei guadagni dopo mesi di chiusure soprattutto grazie al take away. A maggio invece, in cui le restrizioni sono state allentate, si registrano percentuali maggiori di guadagni e Revolut afferma che la gente ha speso il 57% in più nei bar rispetto ad aprile. Anche i negozi di abbigliamento cominciano a respirare nuovamente e le spese sono aumentate del 53% rispetto ad aprile. In realtà questo effetto positivo ha riguardato tutte le principali categorie di vendita al dettaglio, dai negozi di scarpe alle gioiellerie, ai grandi magazzini. Nonostante le riaperture, molti acquisti vengono effettuati ancora online, infatti, il 53% della spesa al dettaglio irlandese avviene su internet, mentre nel febbraio dello scorso anno riguardava solo il 30%. In quest’articolo è intervenuto anche S. Hamilton, capo degli affari pubblici di Revolut Ireland, il quale ha dichiarato che gli acquisti online sono significativi e i negozi fisici dovranno adattarsi alle nuove esigenze post-pandemia degli acquirenti e che, per quanto riguarda i viaggi, questo picco della spesa per voli e hotel è un ottimo inizio per la ripresa.
A.D.S
“Alghe verdi in Bretagna. I primi spiaggiamenti fanno presagire un’estate complicata”. Così si apre l’articolo pubblicato il 3 giugno 2021 dal quotidiano Ouest-France. Il fenomeno delle alghe verdi ha sempre interessato la regione della Bretagna sin dal 1971, quando si è verificato per la prima volta. Quest’anno, le zone principalmente colpite sono otto baie bretoni: Saint-Brieuc, La Fresnaye, Grève de Saint-Michel, Locquirec, Horn-Guillec, Guissény, Douarnenez e Concarneau. A queste zone si aggiungono anche alcuni siti nel Morbihan, territori che fino ad ora erano rimasti intatti. La causa alla base di questo fenomeno è l’allevamento intensivo. La Bretagna è la regione leader in Francia per la produzione di latte, uova, carne di maiale, pollame e vitello. Gli allevamenti industriali, però, a causa dell’eccessivo numero di animali che contengono, rilasciano una grande quantità di nitrati nel suolo che facilitano la proliferazione delle alghe verdi nelle acque bretoni. Le acque bretoni, inoltre, sono tra le più cariche di azoto in Europa. La situazione è allarmante perché le alghe verdi rappresentano un vero e proprio disastro ecologico e un rischio sanitario per la Francia occidentale. Come riporta Greenpeace, dal punto di vista ambientale, la proliferazione delle alghe sbilancia l’ecosistema e danneggia la qualità dell’acqua, provocando danni alla flora e alla fauna marina. Per di più, dal punto di vista sanitario, la decomposizione delle alghe verdi sulle spiagge sviluppa la produzione di idrogeno fosfato che, se inalato in grandi quantità, risulta tossico per l’uomo. Secondo i dati pubblicati dal Centro per lo Studio e la Valorizzazione delle Alghe (CEVA) nella primavera 2021, la baia di Saint-Brieuc registra già il 90% delle alghe verdi sulle sue spiagge. Inoltre, un rapporto del Senato pubblicato il 26 maggio critica la gestione della lotta alle alghe, definendo i piani per combatterle “inefficienti”. Secondo quanto riportato all’interno di un rapporto di Greenpeace, la Francia è stata accusata più volte dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per la sua inefficienza nella lotta contro le alghe, in quanto il paese non ha rispettato la direttiva sui nitriti che mira a ridurre l’inquinamento. La soluzione più efficace per contrastare questo fenomeno sarebbe la promozione di allevamenti ecologici ma, come sostengono Greenpeace e i giornali locali, al momento “le autorità pubbliche sembrano far prevalere gli interessi economici su quelli sanitari e ambientali”.
S.F.
AMERICA
ElTiempo riporta la situazione che sta vivendo la capitale colombiana, Bogotá. Diego Sánchez,il direttore dell’Istituto di Sviluppo Urbano (IDU), ha affermato che le continue proteste che hanno luogo nella capitale stanno compromettendo i lavori dei cantieri sorti nel tessuto urbano. Nessun progetto a contratto si è sottratto alla furia di tali proteste. Si tratta generalmente di atti di vandalismo, di furti di materiali necessari per i lavori di costruzione e manutenzione, che hanno come conseguenza diretta, una difficoltà di spostamento del personale presso il luogo di lavoro oppure un impedimento nella fornitura costante dei materiali. Questa situazione, come continua ad asserire il direttore dell’ISU, è svantaggiosa per i lavoratori, molti dei quali non riescono a lavorare e portarsi il pane a casa. Ciò non preclude ovviamente una loro mancanza di retribuzione, anche se le imprese lamentano il fatto di non poter finanziare alcune opere ed incorrere in ulteriori costi dovuti ad imprevisti del genere. Attualmente, non ci si è ancora pronunciati per avere un bilancio quantitativo dei costi dei danni materiali, ancora oggetto di valutazione. Sono più difficili da stimare invece i costi dovuti a proroghe e sospensioni dei lavori, direttamente vincolati ai sussidi forniti dai contraenti. A questo fa seguito un elenco in cui vengono spiegati gli ambiti concretamente pregiudicati dalla situazione corrente. Primo fra questi riguarda la viabilità stradale, dove 2 progetti su 19 sono stati compromessi da atti vandalici e saccheggi, con una perdita di circa 1,8 miliardi di pesos. A seguire, il caso del Transmilenio, il sistema di trasporto pubblico rapido tramite autobus della città, il quale ha registrato gli stessi disagi per la maggior parte dei contratti stipulati a cui si aggiungono, fra l’altro, la diminuzione dell’orario di lavoro per garantire maggior benessere ai lavoratori e il ritardo dell’approvvigionamento dei materiali richiesti. Per concludere, il settore della conservazione di opere come strade e infrastrutture ha riportato notevoli danni sui marciapiedi, ai quali si spera di poter porre presto rimedio.
M.P.
In Canada è stata rinvenuta una fossa comune in cui sono stati ritrovati i resti di 215 bambini.
Il ritrovamento è avvenuto a fine maggio 2021 nella ex scuola residenziale di Kamloops, Columbia Britannica, chiusa dal 1978. Attualmente le cause e il momento dei decessi non sono noti. Rosanne Casimir, il capo della comunità di Kamloops, ha dichiarato che queste morti non sono mai state documentate dagli amministratori scolastici. Le scuole residenziali indiane del Canada erano dei collegi obbligatori gestiti dal governo e dalle autorità religiose dal XIX secolo fino a buona parte del Novecento, create allo scopo di far integrare coercitivamente i giovani indigeni, portandoli via dalle famiglie di origine. La scuola residenziale indiana di Kamloops era la più grande, contava fino a 500 studenti quando le iscrizioni raggiunsero il picco negli anni ’50 del Novecento. Il governo centrale ha assunto il ruolo di amministrazione della scuola nel 1969, rendendola uno studentato fino a quando è stata chiusa. Dal 1863 al 1998 circa, in Canada, più di 150.000 bambini indigeni sono stati sottratti alle loro famiglie e inseriti in questo tipo di scuole, in cui non erano autorizzati a parlare la loro lingua né a vivere secondo la propria cultura. Molti bambini hanno subìto maltrattamenti e abusi, riporta la BBC, e un numero elevato di loro non è mai tornato nelle proprie comunità di origine. Ad oggi risultano più di 4.100 bambini deceduti mentre frequentavano una scuola residenziale, ma probabilmente i resti ritrovati a fine maggio 2021 sono relativi a decessi precedentemente non documentati, afferma Rosanne Casimir. L’operazione d’identificazione dei corpi probabilmente necessiterà di un po’ di tempo prima che possano essere restituiti alle comunità di origine per una degna sepoltura. I sopravvissuti hanno sollecitato il governo e le autorità religiose per ottenere un risarcimento e delle scuse, processo che ha portato a un accordo di risarcimento per due miliardi di dollari e alla creazione della Truth and Reconciliation Commission (Commissione per la verità e la riconciliazione sulle scuole residenziali indiane). Nel 2015 la Commissione ha redatto una relazione, basata su interviste di più di 6.000 testimoni, in cui dichiara che le scuole residenziali hanno causato un genocidio culturale e che questi eventi sono responsabili dei problemi che le popolazioni indigene devono affrontare oggi, a partire dall’alto tasso di povertà e suicidi, fino alla perdita dei propri territori e tradizioni culturali, secondo quanto riportato da The Globe and mail.
E.R.
In Brasile, il due giugno, sono state superate le cento milioni di dosi di vaccino anti-covid distribuite nel Paese, come riportato su agenciabrasil. Secondo il Ministero della Salute bisogna superare il record di maggio in cui sono state distribuite 33 milioni di dosi, ed arrivare a 40 milioni in un mese. E proprio il due giugno il presidente Jair Bolsonaro ha annunciato, tramite le radio e le televisioni della nazione, che il Brasile farà parte di quell’élite di appena cinque Paesi che produrrà i vaccini contro il Covid-19. Infatti, il presidente è giunto ad un accordo, nella giornata del primo giugno, con FioCruz per la produzione dei vaccini Astrazeneca firmando un contratto di trasferimento tecnologico. Secondo quanto riporta il Ministero della Salute, l’autosufficienza nella produzione dei vaccini è un passo molto importante che mette il Paese in una posizione strategica nei confronti della lotta al Covid-19. Il Brasile è il quarto paese che più vaccina al mondo. Il presidente Bolsonaro assicura che entro la fine del 2021 tutti i brasiliani che lo vorranno riceveranno la propria dose del vaccino, vaccino che chiaramente è approvato dall’Anvisa (l’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria). Secondo il Ministero della Salute le dosi di vaccino ordinate saranno sufficienti ad immunizzare tutta la popolazione sopra i diciotto anni di età, entro la fine dell’anno confermando quindi quanto detto dal presidente.
Durante il discorso alla nazione, in cui ha annunciato l’accordo per l’autoproduzione di Astrazenenca, Bolsonaro è tornato a parlare di quella che è stata la gestione della pandemia da parte del governo. Due sono stati i grandi problemi: lo stesso virus e la disoccupazione. Il governo brasiliano non ha obbligato nessuno a restare in casa e non ha chiuso servizi e strutture pubbliche proprio per evitare un aumento del tasso di disoccupazione. Dopo i 320 miliardi di Real stanziati nel 2020, Bolsonaro annuncia che per il 2021 stanzierà altri 190 miliardi di Real per aiutare la popolazione più bisognosa e che più ha subito le conseguenze della pandemia.
Y.C.
CINA
La Cina ha annunciato lunedì 1° giugno l’avvio della politica con la quale alle coppie sarà concesso di avere fino a tre figli. La mossa è stata approvata dal presidente Xi Jinping nel corso di un meeting con i più alti funzionari del Partito Comunista. La decisione si deve al fatto che i recenti dati demografici rivelano un drammatico crollo nella natalità cinese. Il governo di Pechino aveva varato nel 1979 la politica del figlio unico per far fronte alla forte impennata demografica della nazione. Nel 2016, era stata poi sostituita per salvare l’economia dai possibili rischi dovuti ad un rapido invecchiamento della popolazione. Alle coppie, si era dunque permesso di avere fino a due figli. Secondo i risultati di un censimento condotto dal China Statistical Yearbook, già la politica dei due figli non aveva portato i risultati sperati. Dal 2016 al 2020, si è registrato infatti un importante crollo dei tassi di natalità passando dai 18 milioni di bambini nati nel 2016 ai 12 milioni nati nel 2020. I media stanno dando grande spazio alla politica dei tre figli, postando sui social immagini di bambini felici e annunciando l’arrivo della nuova politica. La pressione è alle stelle ma i giovani non sono intenzionati ad avere famiglie numerose per una serie di ragioni. Primo fra tutti, essi non dispongono risorse sufficienti al sostentamento di tre figli, vista l’attuale contrazione del mercato del lavoro. Nelle città cinesi, crescere bambini risulta economicamente dispendioso e le coppie sono consapevoli che sarà necessario lavorare per più ore. In secondo luogo, le donne sono intenzionate a dedicarsi ai loro studi e alla loro carriera piuttosto che a metter su famiglia. Il tasso di fertilità per donna in Cina si stima intorno all’1.3, al pari di società quali quella giapponese ed italiana. Alle prime due motivazioni, si sovrappongono gli strascichi della politica del figlio unico. I cittadini cinesi sono ormai abituati a non avere fratelli o sorelle e sono restii all’idea di avere famiglie numerose. Tale reticenza potrebbe però generare un divario tra la popolazione urbana residente in città, che preferisce ritardare la maternità oppure evitarla, e la popolazione rurale, più attaccata alle tradizioni e favorevole alle grandi famiglie. L’associazione per i diritti dell’Uomo Amnesty International si è pronunciata a riguardo e ha definito la politica, al pari delle precedenti, come una violazione dei diritti sessuali e riproduttivi.
L.L.
RUSSIA
Secondo il Ministro della Salute russo Mikhail Murashko si allenteranno le restrizioni anti-Covid in Russia quando almeno il 60% della popolazione nel paese sarà immunizzato contro il virus, vale a dire 69 milioni di persone. Il Ministro lo ha detto a TASS a margine del XXIV Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF), che si tiene dal 2 al 5 giugno. In precedenza, la vice prima ministra Tatiana Golikova aveva indicato settembre 2021 come termine approssimativo per raggiungere l’immunità collettiva. Il Ministro Murashko ha dichiarato al Forum che più di 18 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose del vaccino, riporta RIA. Per gli over 18, la vaccinazione di massa ha avuto inizio il 18 gennaio in tutta la Federazione Russa. Il Presidente Putin sostiene che la Russia stia gradualmente uscendo dalla difficile situazione sanitaria, tuttavia si attesta ancora un certo grado di pericolo e di preoccupazione, scrive Gazeta.ru il 1° giugno. Il 3 giugno, sono stati registrati 8933 nuovi casi di contagio rispetto agli 8832 del giorno prima, 9383 sono i pazienti guariti e 393 i decessi. Il maggior numero di casi di coronavirus è stato rilevato a Mosca (2876). Per tutto l’arco della pandemia si riporta un totale di 5 099 182 casi, con 4 711 982 guariti e 122 660 decessi, secondo i dati aggiornati da Gazeta.ru. Il 2 giugno TASS informa che la società di investimenti AFK Sistema ha iniziato dei negoziati per la costruzione di impianti chiavi in mano per la produzione del vaccino Sputnik V all’estero, lo ha comunicato l’AD di Sistema, Vladimir Evtushenkov. Oltre alla costruzione, si parlerebbe anche della fornitura di materiali e attrezzature, in modo da poter “aiutare altri paesi a produrre il vaccino su larga scala”. L’attrezzatura sarebbe adatta non soltanto alla produzione di Sputnik V, ma anche di “altri vaccini e farmaci biotecnologici”. Evtushenkov ha dichiarato che le forniture degli impianti potranno iniziare per tre paesi, ma non ha specificato quali. Allo stesso tempo, si rende noto che la società starebbe già collaborando con partner tedeschi. Il 19 febbraio la Federazione russa ha registrato il vaccino CoviVac, sviluppato dal Centro di ricerca Chumakov e realizzato mediante virus inattivato. Il 2 giugno il Centro ha dichiarato a TASS che è troppo presto per parlare del livello di efficacia del CoviVac. Secondo i dati preliminari, circa l’80% dei volontari avrebbe sviluppato gli anticorpi, ma i risultati saranno chiari soltanto dopo aver completato tutte le fasi dei test clinici. Secondo il direttore del Centro, CoviVac potrebbe essere efficace contro tutte le mutazioni del coronavirus attualmente esistenti. I dati sull’efficacia sono attesi per l’autunno, quando verrano pubblicati gli articoli scientifici sul vaccino. Nel frattempo, in alcune regioni russe, è iniziata la vaccinazione contro il Covid-19 anche per gli animali domestici con il Carnivac-Cov, un farmaco sviluppato dal Centro federale di salute animale (Federal Centre for Animal Health – FGBI) e registrato il 31 marzo 2021. Sarebbe, inoltre, il primo al mondo ad essere destinato in campo veterinario, scrive RIA. Per il Cornivac-Cov sono previste 2 dosi con un intervallo di 21 giorni tra l’una e l’altra. Secondo i produttori, il 100% degli animali vaccinati svilupperà gli anticorpi due settimane dopo la seconda dose; il richiamo avverà a distanza di 6 mesi.
O.P.
Rassegna stampa a cura di:
Valentina Guerra (lingua spagnola)
Ylenia Cossu (lingua portoghese)
Mariella Perrone (lingua spagnola)
Antonella De Stasio (lingua inglese)
Marika Provenzano (lingua tedesca)
Elena Romani (lingua inglese)
Oxana Parshina (lingua russa)
Simona Ferri (lingua francese)
Ludovica Lara (lingua cinese)
Chiara Cavallini (coordinatrice del progetto)