Se chiudo gli occhi sono in…Messico
Era il 1970 quando, per la prima volta, faceva la sua comparsa nel mondo musicale “Mexico e nuvole”. Brano reso celebre da Enzo Jannacci e reinterpretato, durante gli anni, da grandi artisti come Paolo Conte e Fiorella Mannoia. Brano che banalmente fu la colonna sonora del mio viaggio in Messico.
Nel luglio del 2012 io e la mia famiglia siamo partiti alla volta di Città del Messico. Non spenderò parole per descriverne le vie o le persone, perché tra tutti i posti che ho visitato in questi 15 giorni di vacanza è quello che mi ha lasciato meno emozioni e, di conseguenza, ricordi. Vi porterò con me direttamente nello Yucatan, Stato messicano situato a sud-est del territorio, del quale non credo sia umanamente possibile dimenticare le infinite spiagge bianche e l’acqua cristallina di Tulum. Lì, in un bungalow dalle pareti rosa che affacciava direttamente sul mare, mi sentivo come gli idoli dei teenager di cui “Cioè” raccontava le vacanze alle Maldive o in qualche altro posto esotico. Non fate finta di niente, sono sicura che sappiate a cosa mi sto riferendo! Comunque, nel caso vogliate fare i “finti tonti” vi basti sapere che io non avrei mai smesso di sorseggiare cocktail analcolici alla frutta (ero ancora troppo piccola per darmi all’alcol) sulla sabbia calda e dorata del Messico. Per una questione di dignità, eviterò di rendervi partecipi del dramma che allestii nel momento in cui mi portarono via da quel paradiso in terra. Luogo prediletto anche dalle enormi tartarughe che, proprio in quel periodo, approdano sulle spiagge per depositare le loro uova. Questi magnifici animali scavano delle buche di dimensioni considerevoli in cui si deve stare attenti a non cadere e del tutto paragonabili ai crateri lunari. Con un po’ di fortuna e armati di pazienza le si può avvistare a tarda notte, andandole a cercare con delle torce dalla luce rossa e avendo premura di non disturbarle troppo.
Un altro animale simbolo del Messico è sicuramente l’iguana, esserino che sorveglia le svariate piramidi sparpagliate in mezzo alla giungla. Tra i siti maya più noti è da menzionare quello di Chichén Itza in cui la massiccia piramide a gradoni di El Castillo torreggia su 6,5km2 di territorio. L’imponenza di queste strutture è sconvolgente: i gradoni alti e stretti ti costringono ad uno sforzo non trascurabile e ad adottare una tecnica di salita-discesa in cui il piede deve essere obbligatoriamente posizionato di sbieco. Una volta raggiunta la vetta lo spettacolo è mozzafiato e una distesa immensa di alberi viene puntellata da altre piramidi che da lì sembrano solo piccole costruzioni di lego.
Se dall’alto il paesaggio lascia a bocca aperta, questa terra riserva sorprese anche nei meandri più nascosti. La penisola dello Yucatan è infatti costellata di cenotes, grotte di origine calcarea che presentano al loro interno grandi specchi di acqua dolce. Queste meraviglie naturali attirano frotte di turisti accaldati alla ricerca di un posto fresco in cui poter fare un bagno.
Se siete stanchi dell’afa estiva di Roma un viaggio del genere potrebbe fare al caso vostro. Io, nell’attesa di poter ripartire, mi cullo nei ricordi e canticchio…
Messico e nuvole
la faccia triste dell’America
il vento suona la sua armonica
che voglia di piangere ho.
Giulia Giacomino