Per il primo appuntamento di #urbantalks voglio parlare di un artista che per me ha rappresentato, e ancora rappresenta, tantissimo.
Federico Bertollini per molti potrebbe essere un nome qualsiasi.
Eppure, il protagonista di oggi, nato nel 1992 a Roma, è uno degli artisti più apprezzati degli ultimi anni a livello nazionale, solo che ha cambiato completamente il suo nome: infatti, oggi parliamo della carriera artistica di Franco126.
Artisticamente, il trasteverino nasce come rapper: insieme ai suoi amici di sempre, con cui condivide le giornate sulla scalinata del Tamburino nei pressi di Viale Glorioso a Trastevere (la famosa scalinata dei 126 scalini), Federico/Franco scrive le sue prime rime.
Agli albori della sua carriera, nel 2016, il suo stile è molto grezzo e le rime sono velate da un ironia tipica del romano D.O.C.
Nonostante questo inizio abbastanza sottotono, con due mixtape all’attivo (di cui il primo incompleto; Asso di Guasconi con Asp126 e Buchi neri con Il Tre), Franco inizia a mostrare il suo lato più poetico, che si ispira completamente alla sua quotidianità e alle sue esperienze nella Città Eterna (dalla cui decadenza ricava una poetica dal sapore unico, che si può assaggiare solo a Roma, come afferma lui in un’intervista).
In quel periodo fa parte della comitiva composta da Ketama126, Drone126, Pretty Solero, Asp126 e Gordo: il gruppo in principio si chiama Guasconi e in seguito, con l’ingresso di un altro membro storico come Ugo Borghetti, 126 CXXVI. In futuro, il nucleo originale, nei quali entrano a vario titolo Carl Brave e Gianni Bismark, fonda l’etichetta/brand Lovegang, che produce tutto il merchandising del collettivo (consigliato a tutti gli amanti dello streetwear) ed è pensato per essere aperto a chiunque volesse entrare a farne parte.
Il successo, improvviso quanto meritatissimo, arriva nel momento in cui decide di intraprendere insieme a Carlo Coraggio il progetto Carl Brave x Franco126: è il 2017, i singoli Sempre in due e Pellaria infiammano gli ascoltatori romani (che iniziano a scrivere le frasi del duo in giro per la città) e anticipano Polaroid, il progetto che a detta della critica ha rivoluzionato il mondo urban e ha introdotto suoni, metriche e flow tipici del rap e della trap all’interno di quello che è conosciuto come indie o It-pop.
Le prime dieci polaroid (così definiscono il loro album i due autori, che effettivamente immortalano la realtà come se la fotografassero in un’istantanea) sono completate dalla repack Polaroid 2.0: i due ragazzi figli di Trastevere parlano della loro vita semplice e genuina, condita da amore, amicizia e divertimento tipico dei “pischelli” romani. I due si completano e restituiscono alla perfezione il sapore di Roma: Carl è più scanzonato, mentre Franco è malinconico.
Il progetto si interruppe lì: dal 2018 iniziano entrambi a dedicarsi al proprio lavoro solista e solo altre due volte compaiono di nuovo insieme sulla stessa traccia.
In questo periodo di apparente stasi, quindi, Franco scrive molto e dà vita al suo primo album ufficiale: Stanza Singola.
L’opera è un tuffo nel cuore: le tematiche ricalcano completamente il suo senso di malinconia, dove addirittura pare che la contemporaneità non esista, come se ci si trovasse in un tempo mistico del ricordo, frutto delle sonorità che rievocano fortemente gli anni ’70 e proiettano l’artista nella sua fase cantautoriale (o cantautorap, come è stato definito il suo stile). D’altronde, Franco è sempre stato influenzato dalla musica popolare romana e dal cantautorato che ci ha reso grandi nel mondo, tra cui, giusto per citarne due, Franco Califano e Lucio Dalla.
Dal 2019 ad oggi, invece, si è reso protagonista di diversi featuring, sia per i componenti della Lovegang che per altri artisti come Fabri Fibra e Gemitaiz.
Allo stato attuale, 7 marzo 2021, sono usciti due nuovi singoli (di cui uno in collaborazione con Calcutta e uno dalle sonorità funk) con due video musicali che creano una connessione all’immaginario cinefilo: dal momento che sappiamo che sta per uscire il suo nuovo album, Franco ci sorprenderà con una nuova evoluzione, sempre nel segno di Roma? Solo chi vivrà vedrà!
“E quando metto il caffè sopra il fuoco, faccio ancora la moka per due”
Valerio Cavallaro