La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
La pubblicazione di oggi della nostra rassegna stampa coincide con il festeggiamento del carnevale cinese, la festività più importante del calendario lunario. In Australia, invece, solidarietà per la leader birmana Aung San Suu Kyi: centinaia di manifestanti si sono riuniti nella Federation Square di Melbourne chiedendo il taglio dei legami tra l’Australia e l’esercito del Myanmar. Come in molti Paesi del mondo, anche a Macao si è dato inizio alla campagna gratuita di vaccinazione, dopo aver ricevuto 100.000 dosi di vaccino Sinopharm.
EUROPA
In Spagna, la variante britannica del Coronavirus si è diffusa a Madrid e si conferma il primo caso di quella brasiliana, riporta Elpais.com. La variante britannica si sta già diffondendo nella Comunità di Madrid e in alcune zone rappresenta il 50% dei casi rilevati, mentre il campione del ceppo sudafricano continua a essere testato. Un dato positivo riguarda tuttavia il calo delle curve di reddito e di nuovi contagi nella regione: si registra un cambiamento di tendenza poiché il numero di casi è diminuito progressivamente durante la settimana, nonostante il livello di trasmissione sia ancora alto e si debba fare sempre attenzione. Di fronte a questa situazione, venerdì 5 la Comunità di Madrid ha deciso di ampliare il numero di commensali ammessi sulle terrazze da quattro a sei per tavolo. Il numero massimo di persone all’interno dei bar e dei ristoranti rimane quattro, il servizio bar è ancora sospeso e l’orario di chiusura resta fissato alle 21:00, riporta Elpais.com. La stessa ordinanza prevede di utilizzare sempre la mascherina, sia all’interno sia all’esterno degli esercizi alberghieri e di ristorazione, che può essere tolta dalla bocca solo per mangiare o bere. Il coprifuoco rimane in vigore dalle 22:00 alle 06:00.
Nel frattempo il clima negli hotel e nei centri dove sono ospitati migliaia di migranti giunti alle Isole Canarie peggiora sempre di più, secondo quanto riportato da Elpais.com. La paura delle deportazioni, il blocco sulle isole e il trasferimento nei macro-centri stanno moltiplicando le proteste e la frustrazione degli stranieri che da mesi vivono in questa situazione. Nell’ultima settimana ci sono state ripetute manifestazioni, annunci di sciopero della fame, fenomeni di autolesionismo e tentativi di suicidio.
S.P.
In Francia, il parlamento continua a esaminare il disegno di legge sul separatismo, come riporta Le Parisien. Questo lunedì sera, l’Assemblea Nazionale ha approvato l’articolo 16, che introduce il divieto di rilasciare certificati di verginità ed è stato a favore anche il collegio dei ginecologi e degli ostetrici francese, ma alcuni professionisti sostengono che si tratta di un divieto controproducente e valido in pochissimi casi. Tuttavia, in mancanza di uno studio mirato e autorevole, risulta difficile stimare la portata effettiva del divieto. Diversi deputati di destra hanno inoltre proposto una modifica che introduce sanzioni anche per i familiari che spingono le donne a ottenere tali certificati ma tale modifica è stata inserita nel progetto di legge e verrà discussa in seguito. Infine, i deputati hanno approvato un emendamento contro alcune pratiche per provare la verginità di una donna prima del matrimonio, ancora diffuse in alcune comunità religiose.
Se l’articolo 16 è stato approvato all’unanimità, l’articolo 21, che riguarda l’istruzione domiciliare, risulta più delicato, scrive Le Parisien. Finora è bastato dichiarare di voler ricorrere all’istruzione domiciliare, ma se l’articolo verrà approvato sarà necessaria un’autorizzazione ed a fronte delle critiche mosse dalle famiglie interessate, al testo originale verranno apportate delle modifiche che verranno discusse nei prossimi giorni. Una rappresentante di LREM ha tuttavia sottolineato che per procedere all’istruzione domiciliare sarà comunque necessario essere autorizzati dalle istituzioni, a prescindere dai cambiamenti che verranno apportati alla legge.
In questi giorni si discute anche del prolungamento dello stato di emergenza dovuto alla pandemia, come riporta Le Figaro. Diversi partiti di destra e sinistra si oppongono alla proroga, paragonando lo stato di emergenza a una forma di dittatura, che consentirebbe al Presidente della Repubblica Macron di conservare i pieni poteri ancora per un po’. A questa accusa, il Ministro della Salute Véran risponde che la nuova scadenza del primo di giugno darebbe il tempo alla campagna di vaccinazione di sortire gli effetti desiderati, ricordando che verranno erogati soltanto i provvedimenti necessari per far fronte all’emergenza sanitaria.
In Belgio, il Ministro della Salute Frank Vandenbroucke ha affermato che bar e ristoranti non apriranno prima di marzo, come riportato dal giornale La Libre Belgique. Infatti, sebbene negli ultimi giorni il Belgio abbia visto calare il numero di casi di Coronavirus, in molti hanno affermato che non conviene abbassare la guardia. Il Vice Primo Ministro Jan Jambon non ha fornito una data specifica per un ulteriore allentamento delle restrizioni, dichiarando invece che la priorità è sapere quando terminerà la vaccinazione dei gruppi più vulnerabili. Infine, il Vice primo ministro ha specificato che la frustrazione dei cittadini è comprensibile, ma allentare le restrizioni prima del tempo sarebbe controproducente.
E.L.
SIC Noticìas riporta che in Portogallo, il Primo Ministro ha ritenuto lo scorso martedì 9 febbraio che l’attuale confinamento stia producendo risultati contro il Covid-19, ma è necessario prolungarlo in considerazione degli alti livelli della pandemia e continuare a investire in test massicci e nella capacità di tracciamento. Nel suo messaggio, António Costa ha anche affermato che “il livello di fiducia dei cittadini nel vaccino è in aumento”. “Finché l’industria farmaceutica continuerà a produrre al livello ora stimato, saremo in grado di raggiungere l’obiettivo di avere il 70% della popolazione adulta vaccinata entro la fine dell’estate”, ha aggiunto. Anche il ministro della Salute si aspetta una proroga fino alla fine di febbraio e, successivamente, soggetta a valutazione. Spiega che solo allora sarà possibile avere un’occupazione in Unità di Terapia Intensiva al di sotto dei 200 posti letto e un’incidenza cumulata di 14 giorni sotto i 60 casi ogni 100mila abitanti.
A.C.
Secondo quanto riporta Ria.ru, il 9 febbraio in Russia sono stati registrati per il secondo giorno consecutivo meno di 16 mila nuovi casi di Coronavirus. Il tasso di crescita è sceso allo 0,38%, con 530 decessi e più 20 mila pazienti dimessi. La maggior parte dei contagi proviene da Mosca, San Pietroburgo e dalla regione di Mosca. Questi dati hanno permesso agli uffici del registro della capitale di revocare le restrizioni precedentemente imposte, allentandole gradualmente per riportare gli uffici ai normali orari di apertura, riferisce Iz.ru. inoltre, anche gli istituti di istruzione superiore sono tornati al formato tradizionale di istruzione l’8 febbraio, a condizione che le misure preventive raccomandate continuino a essere rispettate e, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, gli istituti devono essere pronti a tornare alla formazione a distanza, informa Russian.rt. Le principali restrizioni imposte in relazione alla pandemia potrebbero essere revocate nella capitale entro maggio, ha annunciato il sindaco Sergej Sobjanin.
Per quanto riguarda la situazione del leader dell’opposizione russo ormai famoso in tutto il mondo, Mskagency.ru riporta che Aleksej Naval’nyj è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere dal tribunale distrettuale di Simonovskij. Secondo la decisione del tribunale, Navaln’yj sconterà la pena in una colonia generale del regime. La decisione è stata presa il 2 febbraio e il giorno successivo il rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea ha annunciato a nome dei 27 stati membri di aver condannato la decisione del tribunale russo. Secondo quanto riporta Vesti.ru le dichiarazioni dei Paesi della NATO e dell’Unione Europea sulla situazione di Naval’nyj sono un tentativo di contenere la Russia e di interferire negli affari interni del Paese, ha affermato la rappresentate ufficiale del Ministero degli Affari Esteri russo Marija Zacharova, secondo la quale il ruolo guida in questo processo è proprio degli Stati Uniti, i quali dirigono “tutto il coro”. Nel frattempo, una nuova bozza sulle sanzioni contro la Russia è stata presentata al Congresso degli Stati Uniti, che menziona il caso Naval’nyj. Secondo quanto riporta Gazeta.ru, il disegno di legge prevede l’introduzione di sanzioni mirate contro i funzionari russi coinvolti in flagranti violazioni del diritto internazionale e chiede all’amministrazione statunitense di scoprire se la Russia ha violato le leggi americane che vietano l’uso di armi chimiche e biologiche, di ottenere un rapporto sull’omicidio del politico dell’opposizione russo Boris Nemcov e viene inoltre ovviamente richiesto il rilascio di Naval’nyj. Secondo l’addetto stampa del presidente russo, Dmitrij Peskov, il Paese considera tali sanzioni inaccettabili nelle relazioni bilaterali. A sua volta Zacharova ha affermato che gli Stati Uniti escogitano sempre vari pretesti per introdurre sanzioni antirusse, non necessitando di specifiche ragioni per farlo, ma la riposta di Mosca è necessaria.
Innanzitutto, i dipendenti diplomatici dei Consolati generali di Svezia e Polonia a San Pietroburgo e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Mosca sono stati dichiarati “persone non grate”, riporta Pravda.ru. Il Ministero degli Esteri russo ha registrato la partecipazione di questi diplomatici alla protesta non autorizzata del 23 gennaio, un comportamento non coerente con le disposizioni della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Tali dichiarazioni sono accompagnate da prove concrete e i diplomatici lasceranno il Paese nel prossimo futuro. In risposta, la Polonia ha annunciato una possibile risposta speculare, la Germania ha minacciato di espandere le sanzioni e la Svezia si è riservata il diritto di rispondere di conseguenza.
Nonostante i rapporti attualmente difficili, Mosca potrebbe riconsiderare la sua decisione di ritirarsi dal Trattato sui Cieli Aperti, a patto che gli Stati Uniti decidano sulla loro posizione. Lo ha annunciato il 4 febbraio il capo della delegazione russa ai colloqui di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti Konstantin Gavrilov, secondo il quale la squadra del presidente degli Stati Uniti sta studiando la questione del ritorno nel Trattato, riporta Iz.ru. Della questione del Trattato sui Cieli Aperti e di altre questioni relative ai rapporti tra Stati Uniti e Russia hanno discusso telefonicamente il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato americano Anthony Blinken, riferisce Iz.ru. Oltre alle ripercussioni sui rapporti internazionali, il giorno in cui il tribunale ha deciso di inviare Naval’nyj in una colonia più di mille persone sono state arrestate a Mosca per aver partecipato a manifestazioni a sostegno del politico. Alcuni manifestanti sono stati picchiati non solo durante l’arresto, ma anche successivamente nelle stazioni di polizia, secondo le testimonianze riportate da Zona.media. Sempre facendo riferimento a Zona.media, è emerso che i sostenitori dell’oppositore sono perseguitati non solo dalle forze di sicurezza, ma anche dai datori di lavoro, i quali hanno licenziato attivisti o semplici simpatizzanti per un “atto diffamatorio dell’onore del dipendente” o per altri dubbi pretesti. Nell’articolo di Zona.media si raccontano le storie di due professori universitari, un insegnante, un poliziotto, un impiegato del Ministero delle Emergenze e un minatore che hanno perso il lavoro a causa delle loro convinzioni politiche.
Per quanto riguarda un problematico Paese ex-sovietico, l’Ucraina continua il blocco disumano della vita nelle regioni del Donbass in violazione degli accordi di Minsk. Lo ha dichiarato il 4 febbraio in una riunione online del Consiglio permanente dell’OSCE il vice rappresentante permanente della Federazione Russa presso l’OSCE Vladimir Žeglov. Secondo quanto riporta Regnum.ru, la situazione ucraina continua a deteriorarsi. L’Ucraina sta conducendo una campagna per screditare gli accordi di Minsk, proponendo un disegno di legge che contraddice tali accordi.
S.P.
AFRICA
In Mozambico, il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso martedì 9 febbraio, un decreto che stabilisce che l’accesso al Bollettino della Repubblica fa parte del servizio pubblico e diventa gratuito, scrive O Paìs. L’accesso universale e gratuito “include la possibilità di stampare, archiviare e ricercare gli atti pubblicati nel Boletim de República, sul sito web gestito dalla Stampa nazionale del Mozambico”. Il Boletim da República è attualmente venduto in Mozambico, ma, con il decreto approvato, il governo intende ribaltare la situazione. L’approvazione del provvedimento fa parte degli sforzi dell’Esecutivo per migliorare l’attuazione della legge sul diritto all’informazione (legge n. 34/2014, del 31 dicembre), nonché il rafforzamento dello stato di diritto, ha aggiunto il portavoce.
A.C.
In Angola, il leader del Lunda Tchokwe Protectorate Movement, è stato arrestato a Luanda dal Criminal Investigation Service e poi dalla Procura della Repubblica, dopo essere stato avvisato per rendere dichiarazioni sui fatti avvenuti il 30 gennaio a Cafunfo, nella provincia di Lunda Norte, ha riportato rfi.
A.C.
MEDIO ORIENTE
Domenica 7 febbraio l’inviato delle Nazioni Unite in Yemen Martin Griffiths è giunto in visita a Teheran, in Iran,durante la quale ha tenuto un tavolo d’incontro con il ministro degli Esteri Muhammad Javad Zarif e una serie di funzionari iraniani, nell’ambito degli sforzi diplomatici tesi a raggiungere una soluzione politica alla crisi yemenita. Per l’occasione l’inviato speciale ha confezionato una mappa negoziale le cui linee si snodano attraverso l’accordo sul cessate il fuoco in tutto lo Yemen, sull’attuazione di misure umanitarie urgenti e sulla ripresa del processo politico. Al termine della incontro tenutosi lunedì 8, il ministro degli Esteri iraniano Zarif ha annunciato la piena disponibilità della Repubblica Islamica a sostenere gli sforzi effettivi delle Nazioni Unite per porre rimedio della crisi, viste le difficili condizioni create dalla guerra e dal blocco economico imposto al popolo yemenita. Reda Sadr al-Husseini, ricercatore iraniano sulle questioni del Medio Oriente, ha riferito ad al-Arabi al-Jadeed che già da mesi Griffiths intendeva visitare Teheran allo scopo di saggiare le intenzioni iraniane riguardanti lo Yemen, senonché le forti pressioni giunte dall’Arabia Saudita e dagli EAU avrebbero spinto Donald Trump ad ostacolare decisamente la traiettoria diplomatica di Griffiths verso l’Iran. In risposta al fatto che la visita abbia ricevuto l’assenso da parte dell’attuale amministrazione statunitense, al-Husseini ha affermato che la politica di Biden in Medio Oriente non è ancora chiara e definitiva, così da dar luogo a procedere alle iniziative delle Nazioni Unite. Nel contesto, ha aggiunto che la visita costituisce un riconoscimento internazionale della posizione dell’Iran nella regione e sia indice del fatto che il gruppo Houthi, alleato iraniano in Yemen, venga ormai considerato in qualità di interlocutore. La visita di Griffiths a Teheran coincide con l’annuncio di Biden di interrompere il sostegno militare alla coalizione saudita-emiratina impegnato nel conflitto yemenita, ma l’esperto iraniano reputa che la mossa non influenzerà in modo significativo la capacità saudita di proseguire nello sforzo bellico.
L.D.
Sullo sfondo delle proteste divampate nelle ultime settimane contro il caro vita, sabato 6 febbraio in Libano decine di attivisti e giornalisti sono scesi per le strade di Beirut per condannare manifestamente l’omicidio dell’editore Luqman Salim, trovato morto nella sua auto giovedì 4, lanciando accuse di responsabilità alle milizie di Hezbollah. Dall’esame autoptico rilasciato privatamente alla famiglia di Salim da un medico legale di un ospedale di Beirut, si evince la presenza di notevoli tumefazioni, ad indicare che potrebbe essere stato torturato. Salim, che era una voce laica di primo piano nella comunità sciita libanese, nel corso della sua vita è stato fatto oggetto di minacce persistenti a causa della sua posizione anti-Hezbollah. L’attivista libanese era stato sottoposto a diverse campagne di vilipendio da parte di sostenitori del Partito di Dio, spintesi fino ad un’intrusione intimidatoria nel giardino di casa sua lo scorso anno. Salim gestiva, in diade con sua moglie, il Centro Ummam, un’associazione per la conservazione della memoria collettiva scritta e orale libanese ubicato ad Haret Hreik, feudo di Hezbollah nei sobborghi meridionali di Beirut. Si era fatto promotore di ideali multiculturali in vista di superare il confessionalismo armato nel quale il Libano è sprofondato dopo la guerra civile del 1975 – 1990. Rasha Salim, sorella del defunto attivista, si è unita al coro di proteste ribandendo con piena certezza l’implicazione della milizia sciita nell’omicidio del fratello. In un intervista riportato da al-Arab, ha spiegato come suo fratello ritenesse che Hezbollah non fosse soddisfatto dello scontro con Israele, così da estendere il proprio raggio d’azione in Siria, Yemen, Iraq e nel mondo, finanziandosi anche attraverso reti di contrabbando. La sua denuncia, tuttavia, non si arrestava al solo gruppo sciita, ma all’ideologia settaria che ha fatto della repressione una necessità, ha proseguito Rasha. Ha inoltre precisato di non seguire le indagini in corso in quanto non ripone alcuna fiducia nel sistema giudiziario. In una dichiarazione resa pubblica giovedì stesso, Hezbollah ha condannato l’assassinio di Salim, invitando le agenzie giudiziarie e di sicurezza a scoprire e punire gli autori del crimine.
L.D.
In Arabia Saudita, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha annunciato l’intenzione di approvare nuovi progetti di legge volti a migliorare l’efficienza e l’integrità del sistema giudiziario del Regno, una mossa che porterebbe a un sistema legale completamente codificato, assente per via delle disposizioni della legge islamica. I progetti di legge, riferisce al-Arab, riguardano lo statuto personale, transazioni civili, il sistema penale per le sanzioni discrezionali e il sistema probatorio. La critica principale, implicita nella campagna riformista, si rivolge all’incoerenza della magistratura, accusata di essere in molti dei casi sottoposta alla discrezionalità giudiziale, foriera di inaffidabilità delle procedure e dei meccanismi di controllo. Inaugurando il discorso sulla serie di riforme, ora al vaglio del Consiglio della Shura, Mohammed bin Salman ha affermato che il suo Paese sta compiendo passi rilevanti verso lo sviluppo del contesto legislativo, introducendo e riformando regolamenti che preservano i diritti e consolidano i principi di giustizia e trasparenza. Agli occhi degli osservatori, la recente iniziativa di MBS si colloca all’interno una strategia deliberata per ricostruire l’immagine del Regno, colto nell’immaginario pubblico come un Paese in cui la violazione dei diritti umani sia radicata nella sua costituzione. Le copiose e persistenti accuse rivolte al Regno dei Saud da diverse organizzazioni non governative impegnate nella tutela dei diritti fondamentali e dagli inviati dell’Onu inficerebbero la svolta avveniristica impressa dal principe ereditario, che mira a fare dell’Arabia Saudita il centro politico ed economico del mondo arabo-islamico futuro. Il mancato riconoscimento quale interlocutore affidabile e trasparente pregiudicherebbe l’ammodernamento promosso MBS, vanificando la possibilità di esorbitare dalla breve traiettoria di mera potenza regionale. La competenza nell’arena globale passa anche dall’assunzione e il rispetto, seppur formale, di sistemi volti alla tutela dell’individuo.
L.D.
AMERICA
Sul New York Timessi discute del secondo processo di impeachment riservato all’ex presidente degli USA Donald Trump. In uno dei principali punti critici del processo, i responsabili dell’impeachment della Casa Democratica (i pubblici ministeri, fondamentalmente) hanno respinto le obiezioni del team legale di Trump, secondo cui, un presidente non può essere processato con accuse di impeachment dopo aver lasciato l’incarico. Sono stati quarantaquattro i senatori repubblicani che hanno sostenuto le argomentazioni secondo le quali il processo era controverso. Anche se questo non è stato sufficiente per concludere il processo, sarebbe, però, più che sufficiente per assolvere Trump, poiché la condanna richiede una maggioranza di due terzi. Per approfondire le implicazioni politiche del processo i giornalisti hanno parlato con chi ha seguito da vicino i procedimenti di Washington: Lisa Lerer. “Ciao Lisa. Quasi esattamente un anno fa, il Senato controllato dai repubblicani ha assolto Trump nel suo primo processo di impeachment. Solo un repubblicano ha votato per condannarlo. I legislatori democratici devono sentire di avere una possibilità più forte questa volta, dal momento che stanno vivendo di nuovo questa situazione. Cosa pensano che lo renda diverso e in che modo hanno modificato la loro strategia rispetto al processo dello scorso anno?” La Lerer risponde tempestivamente: “È difficile trovare un democratico che creda che il processo sfocerà in una condanna. Ma la sensazione all’interno del partito è che l’assedio al Campidoglio fosse una minaccia così straordinaria per la democrazia che l’ex presidente deve essere ritenuto responsabile per averla alimentata. Lasciare impunita la retorica di Trump costituirebbe un pericoloso precedente di impunità per i futuri presidenti. I responsabili dell’impeachment democratico hanno iniziato il dibattito mostrando alcuni video degli attacchi. Vogliono ricordare agli americani, e soprattutto ai senatori, i quali sono sia giurati che testimoni, quanto siano stati scioccanti e violenti gli eventi del 6 gennaio”.
Trump è rappresentato da due avvocati, David Schoen e Bruce Castor. Gran parte della loro argomentazione si concentra sull’idea che al Senato manca il potere costituzionale per processare un ex presidente poiché, per definizione, non può essere rimosso. Si sostiene anche che le falsità di Trump in merito alle elezioni rubate siano protette dal Primo Emendamento. I primi segnali suggeriscono che i dirigenti della Camera dovranno insistere per riuscire a persuadere un numero sufficiente di senatori repubblicani a votare per l’impeachment. Per raggiungere la necessaria maggioranza dei due terzi, ne servirebbero 17. Tuttavia, sembra improbabile che questo avvenga poiché, il mese scorso, in Senato 45 repubblicani hanno votato per la proposta secondo cui il processo è incostituzionale, dal momento che Trump non è più in carica. Ovviamente, non sappiamo quali nuove informazioni usciranno durante il processo. Potrebbe esserci qualcosa di così incendiario che i repubblicani – o almeno 17 di loro – potrebbero decidere di condannare Trump.
A.B.
Parlando venerdì 5 febbraio davanti al Consiglio intergovernativo eurasiatico, il primo ministro di Cuba Manuel Marrero ha denunciato la rinascita della politica ostile degli Stati Uniti nel mezzo della pandemia e ha ringraziato il rifiuto internazionale all’inclusione arbitraria di Cuba in una lista di stati sponsor del terrorismo, riporta Cubadebate.cu. Si spera che l’amministrazione Biden revochi presto la decisione presa dall’ex presidente degli Stati Uniti Trump, oltretutto presa nelle ultime ore del suo mandato.
Per quanto riguarda la situazione epidemiologica, il governo de L’Avana ha annunciato che, a causa dell’espansione del Coronavirus nella città, da venerdì 5 febbraio sarà imposto un coprifuoco notturno dalle 22:00 alle 05:00, con restrizione totale della circolazione di persone e veicoli, riporta Diariodecuba.com. Il provvedimento resterà in vigore fino a quando la situazione epidemiologica non sarà favorevole, poiché L’Avana è tornata a essere l’epicentro della pandemia nell’isola a seguito della riapertura dell’aeroporto internazionale José Martí ai voli commerciali. Come riporta Cubadebate.cu, l’aeroporto non trascura i protocolli del Controllo Sanitario Internazionale e l’afflusso di persone è diminuito in seguito alla riduzione dei voli giornalieri.
S.P.
Il DW scrive che in Argentina il ministero della Salute ha autorizzato “in via d’emergenza” l’uilizzo del vaccino contro il Covid-19 Covishield, prodotto presso il Serum Institute of India. Il decreto sottolinea che Covishield “è il risultato dello sviluppo del processo di produzione portato avanti dal Serum Institute of India in collaborazione con l’Università di Oxford e AstraZeneca, nell’ambito di un trasferimento tecnologico”. Il decreto indica che “non si sono verificati eventi avversi gravi né sono state individuate differenze significative nell’efficacia osservata nelle diverse fasce di età che hanno partecipato alle sperimentazioni cliniche”. Le analisi effettuate hanno concluso che vi era “il rispetto degli standard richiesti dall’autorità di regolamentazione per gli impianti di produzione, lo sviluppo e la fabbricazione dei prodotti, la loro certificazione nel Paese di origine e il rispetto degli standard di qualità, l’accesso alle informazioni sulla loro sicurezza ed efficacia” indicando, inoltre, che non si sono verificati eventi avversi gravi. L’Argentina aveva già concesso l’approvazione al vaccino Sputnik V, dal laboratorio russo Gamaleya, il 23 dicembre, per poi estendere la sua applicazione a gennaio agli over 60. Ma, a differenza del vaccino russo, Covishield può essere conservato a temperature standard. Lo Sputnik V è finora l’unico vaccino adottato dal Paese sudamericano per la sua campagna di immunizzazione volontaria iniziata il 29 dicembre. Il Paese ha finora ricevuto 820.000 dosi di Sputnik V e, secondo gli ultimi dati ufficiali, ad oggi sono state vaccinate un totale di 307.326 persone con la prima dose e 163.069 persone con la seconda.
A.C.
In Colombia, il governo ha annunciato lo scorso lunedì la creazione di uno statuto temporaneo di protezione per i migranti venezuelani che, secondo i calcoli delle autorità, potrebbe beneficiare più di due milioni di persone, riporta BBC News. L’annuncio è avvenuto nel quadro di un incontro tra il presidente colombiano Iván Duque e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. Duque ha affermato che il piano offre “una tabella di marcia verso la regolarizzazione” ai quasi un milione di venezuelani che vivono irregolarmente in Colombia e migliorerà le politiche pubbliche colombiane. Secondo un comunicato diffuso da Migración Colombia, il piano sarebbe valido per 10 anni e consentirebbe sostanzialmente il transito dei migranti venezuelani che si trovano nel Paese da un regime di protezione temporanea a un regime di immigrazione ordinario. Passati i 10 anni dovranno acquisire un visto di residenza se desiderano rimanere nel Paese. Nella prima fase di questo piano di regolarizzazione, verrebbe eseguita virtualmente la registrazione degli stranieri nel Registro Unico dei Migranti Venezuelani, con cui le autorità colombiane sperano di caratterizzare e identificare la popolazione venezuelana residente in Colombia. Nella seconda fase verrebbe rilasciato un permesso di protezione personale, che consentirebbe ai migranti venezuelani di provare la loro situazione regolarizzata e risiedere legalmente in Colombia per 10 anni. Secondo l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, più di 5 milioni di venezuelani hanno lasciato il loro Paese.
A.C.
In Paraguay, lo scorso martedì, sono decedute almeno sette persone quando l’aereo militare su cui viaggiavano si è schiantato su una proprietà dell’aeronautica militare paraguaiana all’aeroporto internazionale di Asunción , nella città di Luque, scrive Infobae, mentre un’ottava persona è in gravi condizioni. Rubén Valdez, del Corpo dei vigili del fuoco volontari del Paraguay, ha riferito ai media locali che quello era il numero totale di occupanti dell’aereo. Il ferito è stato trasferito all’ospedale militare dopo l’incidente e da lì al Trauma Hospital. L’aereo, proveniente dalla cittadina di Fuerte Olimpo e dedito al trasporto militare, è caduto, mentre si stava preparando ad atterrare all’aeroporto, su sei veicoli lì parcheggiati, alcuni dei quali sono stati consumati dalle fiamme, e per il momento le ragioni dell’incidente sono sconosciute.
A.C.
Infobae riporta che un coro di voci che rappresentano la scena politica e sociale in Cile è stato estremamente critico nei confronti dei legislatori del Paese dopo il loro rifiuto di interrompere la pausa parlamentare per andare avanti con due questioni considerate critiche nell’agenda pubblica del Paese andino: la riforma dei Carabineros e la crisi migratoria al confine settentrionale. Entrambi sono affrontati da progetti che sono in attesa di trattamento in parlamento. Il primo, tornato al centro del dibattito pubblico dopo il decesso di un giocoliere di 27 anni nel comune di Panguipulli, ha generato una crisi sociale che ha già distrutto diversi edifici e chiede proteste in diverse città per condannare la brutalità della polizia ed esigere una profonda riforma della polizia militare cilena. Il secondo è invece considerato tale dopo lo straripamento di cittadine al confine settentrionale del Paese dovuto all’ingresso di immigrati, in maggioranza venezuelani. Viste le richieste ricevute, il vicepresidente della Camera bassa, Diego Paulsen, ha avvertito che affinché l’idea possa prosperare, sarebbe necessaria l’unanimità della Camera. Per Saffirio, la decisione è stata il risultato del rifiuto dei partiti Nazionale Ristrutturazione (RN) ed Evópoli, entrambi partiti al potere. Il capo del collegio dei deputati, il parlamentare Sebastián Torrealba, ha dichiarato che questa interruzione sarebbe stata utilizzata come “vantaggio politico”, e ha aggiunto che “sarà prevista una sessione speciale solo per discorsi carichi di contenuto politico senza presentare soluzioni”.
A.C.
In Brasile, un gruppo di otto professionisti della salute ha presentato alla Camera dei Deputati una nuova richiesta di impeachment contro il Presidente della Repubblica Jair Bolsonaro, riporta il Jornal do Brasil. La richiesta afferma che Bolsonaro “viola incessantemente la dignità, l’onore e il decoro della presidenza, per diffondere menzogne, diffondere disinformazione sanitaria e proiettare dubbi sulla salute dei vaccini”. L’epidemiologo Ethel Maciel, professore presso l’Università Federale dell’Espírito Santo (Ufes), che è anche un membro del gruppo, ha detto, in un’intervista all’agenzia di stampa Sputnik Brasil, che Bolsonaro aveva “atteggiamenti criminali” durante questo periodo di crisi sanitaria, incluso l’incoraggiamento all’uso di farmaci inefficaci contro il Covid-19, come la clorochina. Il ricercatore afferma che il presidente è “un protagonista del movimento no-vax” in uno dei momenti più critici mai vissuti dal Paese.
A.C.
ASIA
Venerdì 12 febbraio 2021, in Cina si festeggia il Capodanno cinese, la festività più importante del calendario lunare. Annualmente, in tale occasione, si verifica la più grande migrazione di massa a livello globale ma, come riporta il South China Morning Post, quest’anno la situazione è differente: il ministro dei trasporti ha infatti stimato circa 1,2 milioni di spostamenti nei 40 giorni festivi previsti, il 60% in meno rispetto al 2019. Il South China Morning Post ricorda che il governo cinese, al fine di evitare la diffusione dell’epidemia in un periodo così delicato, ha incoraggiato economicamente i lavoratori a evitare spostamenti e ha imposto misure di prevenzione ancora più stringenti in luoghi nevralgici quali aeroporti e stazioni dei treni. Sempre il South China Morning Post comunica che martedì 9 febbraio il capo esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, ha annunciato l’intensificazione delle operazioni di prevenzione obbligatorie in specifiche aree del distretto in previsione del Capodanno e in risposta alla quarta ondata di contagi. L’articolo registra la presenza di nuovi focolai a Hong Kong, raggiungendo gli oltre diecimila casi totali da inizio pandemia e quota 26 lockdown imposti dalle autorità sanitarie, di cui l’ultimo a To Kwa Wan. Il China Daily informa che anche durante la festività il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Pechino porterà avanti il lavoro di vaccinazione, garantendo l’apertura di almeno un centro per le vaccinazioni per distretto e includendo nel programma i lavoratori appartenenti all’industria dei trasporti domestici e internazionali, gli addetti alle consegne, il personale medico-sanitario, i dipendenti governativi e coloro che viaggiano all’estero per motivi lavorativi o personali.
Sempre martedì 9 febbraio, anche a Macao si è dato inizio alla campagna gratuita di vaccinazione, dopo aver ricevuto 100.000 dosi di vaccino Sinopharm, scrive Asia Times. Le categorie con priorità assoluta includono staff medico, polizia e vigili del fuoco. Successivamente verranno somministrate agli addetti al trasporto pubblico, ai lavoratori dell’industria alimentare e delle case di riposo, per poi garantirli alle rimanenti categorie di residenti. Solo in seguito gli stranieri, i lavoratori migranti e coloro che per ragioni lavorative o di studio viaggiano all’estero potranno sottoporsi al vaccino. Il governo di Hong Kong ha annunciato che, sulla scia della vicina Macao, avrebbe iniziato la campagna di vaccinazione entro il mese di febbraio. Ad oggi, la Cina sta esportando dosi di vaccini in oltre 60 Paesi a livello globale, come riporta il China Daily. I vaccini cinesi, Sinopharm e CoronaVac, sono particolarmente apprezzati non solo dai Paesi più vicini alla Repubblica Popolare Cinese come Laos e Cambogia, ma anche da Paesi oltreoceano come Cile, Perù e Brasile, conquistando quindi Asia, Sud America e Africa.
L.M.
OCEANIA
In Australia, secondo il primo ministro del Commonwealth, Scott Morrison, il sistema di quarantena degli hotel rimane fondamentale per la riduzione dei contagi da Covid-19. A tal proposito, il governo sta lavorando sulle postazioni di quarantena, con l’obiettivo di aprirne alcune anche al di fuori delle principali città. In questi ultimi giorni, però, sono nate delle incertezze sulla validità di alcune misure di sicurezza adottate negli hotel. Infatti, la settimana scorsa, come riporta il The Age, si sono verificati diversi contagi all’interno di alcune strutture. Uno di questi è avvenuto all’hotel per la quarantena Park Royal di Melbourne, dove una persona è stata contagiata da una famiglia ed è risultata positiva alla variante britannica del virus. Il Dott.Paul Griffin, medico specializzato in malattie infettive presso l’Università del Queensland, sostiene che sia ancora difficile dire se i contagi negli hotel siano connessi o meno alla variante britannica, la quale potrebbe essere molto più contagiosa. Per il momento, sappiamo che nel resto del Paese la trasmissione del virus non è in aumento. Dunque, è probabile che bisogni lavorare ancora di più sulle misure di sicurezza dei sistemi di quarantena. Inoltre, come riferito dalla ABC News, alcuni soggetti sono risultati positivi dopo i 14 giorni di isolamento previsti. Per tale ragione, il Nuovo Galles del Sud ha suggerito di testare i soggetti anche al sedicesimo giorno. In ogni caso, tra qualche settimana ci sarà il lancio del vaccino Pfizer, con il proposito di somministrare circa 80.000 dosi settimanali partendo da coloro che ne hanno maggiormente bisogno. Come pubblicato dalla SBS News, restano però alcuni dubbi sull’efficacia dei vaccini. È possibile che sia inibito il manifestarsi dei sintomi, ma non la trasmissibilità del virus. Per questo motivo, finché non si avranno più dati a riguardo, sarà comunque necessario adottare misure di sicurezza come mascherine e distanziamento sociale.
In aggiunta alla problematica del Covid-19, messa in primo piano nell’ultimo periodo, in questa settimana si è svolta anche una manifestazione di protesta al colpo di stato avvenuto in Myanmar. Centinaia di manifestanti si sono riuniti nella Federation Square di Melbourne mostrando il loro sostegno alla leader birmana Aung San Suu Kyi e chiedendo il taglio dei legami tra l’Australia e l’esercito del Myanmar. Sempre la SBS News mostra immagini e video della manifestazione. Inoltre, Sean Turnell, accademico australiano e consigliere economico della leader birmana, come apparso tra le ultime notizie della ABC News, è stato arrestato questo weekend. La ministra degli esteri Marise Payne ha dichiarato che il governo cercherà di capire cosa sia accaduto tra Turnell e la polizia del Myanmar e farà pressione per il rilascio del consigliere.
E.F.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Eleonora Ferrini (lingua inglese)
Laura Mancuso (lingua cinese)
Angelica Chimienti (lingua portoghese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
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Angelica Chimienti & Simona Piergiacomo (lingua spagnola)
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Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)