La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Sebbene il 2021 sia cominciato già da venti giorni, non ha portato con sé il cambiamento in cui tutti speravamo: la pandemia da Covid-19 non è ancora finita. Le preoccupazioni riguardo gli “effetti collaterali” da pandemia e isolamento aumentano insieme ai nuovi contagi, nonostante la prima ondata di vaccini. D’altro canto, il virus non è l’unico problema che molti Paesi stanno affrontando: la Siria negli ultimi giorni ha dovuto affrontare uno dei più pesanti bombardamenti degli ultimi anni. Ottime notizie, invece, ci arrivano dagli States dove il nuovo presidente Biden ha sancito il ritorno degli USA nell’accordo sul clima di Parigi.

EUROPA

In Spagna il governo si è impegnato a rafforzare le misure di sicurezza senza arrivare alla chiusura totale, così riporta ElPais.com. La terza ondata supera già i dati peggiori della seconda, ma non c’è ancora una proposta valida per affrontarla e, nel frattempo, l’Esecutivo si sta impegnando a rafforzare le misure di contenimento del contagio. La Spagna è infatti tornata a un livello di estremo rischio epidemiologico, con una curva di contagio che cresce quasi verticalmente. Si è aperto così un dibattito sulla necessità di un nuovo confinamento domestico per affrontarlo, anche se al momento questo piano non ha molti consensi. Così Madrid ha anticipato il coprifuoco alle 23.00 e la chiusura di hotel e negozi alle 22.00, riporta ElPais.com il 15 gennaio. Nonostante i dati riportino un tasso di positività giornaliero pari al 19,39%, l’Esecutivo di Isabel Dìaz Ayuso, del PP, ha deciso di alzare la soglia dei contagi su cui si basa nelle aree sanitarie di base del territorio. Le province autonome hanno annunciato nuove restrizioni per far fronte alla situazione, secondo quanto riporta Elmundo.es, nel tentativo di fermare la terza ondata di coronavirus, ormai diventata una realtà in Spagna. Per questo motivo un numero sempre maggiore di governi regionali ha chiesto il confinamento domestico o almeno la facoltà di imporlo nel proprio territorio, due possibilità che per ora sono state rifiutate.

S.P.

La Francia, in particolare Parigi, dovrà aspettare ancora un po’ per delineare i confinidella normalità, secondo Parisecret. Se, da un lato, la crisi sanitaria ci ha confinato nelle nostre case, SAYPE, l’artista che dipinge graffiti sull’erba, diventa l’artefice di Beyond Walls, la catena umana più lunga del mondo. A detta di Laura Coll l’opera è un supplément d’âme, un pezzetto d’anima che decide di scendere in campo e fare la sua parte. Il land artist sa che, soltanto prendendoci per mano, potremo sconfiggere il comune nemico sanitario. Così, oltrepassando ogni confine, due mani, dipinte a terra, s’intrecciano da Parigi a Cape Town passando per l’Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou, Yamoussoukro, Torino e Istanbul. Il punto d’arrivo, Cape Town o Ville Mère, si fa simbolo mondiale della riconciliazione. Non a caso, l’Africa del Sud ha sconfitto, in prima linea, la crudeltà dell’Apartheid.

A.B.

Il Belgio è preoccupato per le conseguenze psicologiche causate dal confinement. Annick Merckx di rtbe.be ha incontrato il neurologo belga dell’ULiège, Steven Laureys, sostenitore dell’idea che la crisi pandemica ha delle conseguenze evidenti sui sistemi di regolazione delle emozioni, come l’amigdala, e comporta ulteriori conseguenze anche nei sistemi che regolano l’attenzione, ad esempio l’ippocampo. Per l’uomo, l’animale sociale per eccellenza, la quarantena è stata ed è una punizione. Di fatti, il neurologo ammette l’incertezza nella gestione dei disturbi. Spesso non si hanno soluzioni alle risposte nervose e ormonali estremamente personali dei pazienti; l’unica attenuante sembra essere la meditazione, praticata da Laureys stesso.

A.B.

Secondo il Sapo, il Presidente della Repubblica del Portogallo ha firmato martedì il decreto che modifica la regolamentazione dello stato di emergenza. Il decreto, che si applica all’intero territorio, è in vigore dalle ore 00:00 di venerdì e dura fino alle 23:59 del 30 gennaio. Tra le misure restrittive del decreto abbiamo: il divieto di circolazione tra i comuni nei fine settimana, tra le 20:00 del venerdì e le 5:00 del lunedì; il divieto di permanenza e di consumo di merci alla porta o nelle vicinanze degli stabilimenti. Come stabilito dal Governo, le forze di sicurezza avranno maggiore visibilità sulla strada pubblica e rafforzeranno la loro azione ispettiva, soprattutto in prossimità degli istituti scolastici. Nell’area del lavoro, dove il telelavoro è obbligatorio, sarà rafforzata l’ispezione dell’Autorità per le condizioni di lavoro (ACT). I lavoratori che non effettuano il telelavoro dovranno circolare con le credenziali aziendali e le grandi società di servizi, con più di 250 lavoratori, dovranno inviare una lista nominale all’ACT dei dipendenti. Il governo ha anche chiesto ai comuni di limitare l’accesso dei cittadini agli spazi pubblici dove potrebbe esserci una grande concentrazione di persone, come i fronti marittimi e le attrezzature sportive. Ad oggi vengono riadattati gli orari degli esercizi la cui attività non è sospesa, che possono operare fino alle ore 20:00 durante la settimana e fino alle ore 13:00 nel fine settimana, ad eccezione dei supermercati che possono operare fino alle ore 17:00. Le scuole continueranno la didattica presenziale e saranno l’obiettivo di una campagna di test rapidi, ma il Presidente del Consiglio ha già annunciato che non esiterà a chiudere le scuole se si scopre che la variante inglese del nuovo coronavirus diventi dominante.

A.C.

In base a quanto riportato dal ministro del governo sul giornale Indipendent, il lancio del programma di vaccinazione del governo del Regno Unito “non funziona bene”, dal momento che riporta dei problemi che devono essere risolti. Le persone anziane infatti temono che i giovani siano vaccinati prima di alcuni ultraottantenni e persino ultranovantenni. Motivo per cui da questa settimana il governo prevede di contattare milioni di ultrasettantenni e persone clinicamente ed estremamente vulnerabili per organizzare le loro dosi. Lunedì mattina il ministro ha detto che finora gran parte del suo collegio elettorale del Suffolk ha ricevuto il vaccino Pfizer, tuttavia questo vaccino è il più difficile da distribuire, soprattutto nelle zone rurali a causa della necessità di una conservazione ultra-fredda. Il ministro ha aggiunto: “Ci accorgiamo che qualcosa non funziona ancora bene poiché ho saputo che gli ultraottantenni e i novantenni non sono stati contattati mentre altri pazienti sono stati già invitati per la vaccinazione. So che è sia angosciante che fastidioso quando le persone sentono che altre coorti di priorità inferiore vengono vaccinate prima dei più anziani e più vulnerabili. Per questo, ogni residente in casa di cura sarà vaccinato entro domenica prossima “. Lunedì mattina il ministro ha rassicurato tutti minimizzando qualsiasi preoccupazione per i vaccini Nadhim Zahawi poiché ha detto che gli ultracinquantenni non sarebbero stati invitati per i jab fino a quando oltre il 90% degli ultraottantenni non fosse già stato vaccinato. “Chiunque abbia più di 80 anni che ci guarda stamattina non dovrebbe preoccuparsi perché ci stiamo assicurando che abbiano vaccinato la maggior parte degli ultraottantenni”, ha affermato la BBC. Un portavoce del Suffolk and North East Essex Integrated Care System ha dichiarato: “I medici di base e gli infermieri del Suffolk stanno lavorando duramente per vaccinare la popolazione locale il più rapidamente possibile. Riusciremo ad offrire la vaccinazione ai nostri pazienti delle prime quattro coorti entro la metà di febbraio, questo include ovviamente i settantenni e gli ultrasettantenni”.

In base a quanto riportato dal giornale Independentil Regno Unito potrebbe riuscire a fronteggiare la crisi Covid-19 senza la necessità di aumentare le tasse, almeno così afferma il ministro del Tesoro. Nello specifico Jesse Norman ha dichiarato: “Non è così scontato che le tasse dovranno essere aumentate nel Regno Unito”. Nonostante Rishi Sunak sia alla ricerca di altri modi per far crescere l’economia del Regno Unito, non ha del tutto escluso l’aumento dell’imposta sulle società. I commenti arrivano dopo che si è scoperto che entro la fine dell’anno finanziario di marzo il prestito previsto dall’Office for Budget Responsibility (OBR) potrebbe raggiungere i 393,5 miliardi di sterline, se corretto, sarebbe il tasso più alto dopo la seconda guerra mondiale. Queste stime sono state fatte prima dell’ultimo blocco nazionale e ora, man mano che il deficit di bilancio accumulato dalla pandemia peggiora dovrebbero aumentare. Prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’aumento o meno delle tasse è necessario vedere dove arriva l’OBR. Secondo quanto riferito, il Regno Unito sta cercando di abolire l’imposta da bollo e la tassa comunale per “livellare la Gran Bretagna”, implementando al suo posto una tassa nazionale sulla proprietà. Sembrerebbe che per il cancelliere Rishi Sunak l’imposta sulle società rappresenti il modo più giusto per aumentare le entrate dal momento che in questo modo ne sarebbero colpite solo le imprese britanniche che hanno effettivamente realizzato profitti. Pertanto, il cancelliere sta cercando di far crescere l’economia attraverso strategie che non comportino una maggiore tassazione. In particolare, almeno fino a quando le circostanze lo consentiranno sta cercando di costruire finanze pubbliche, solide e sostenibili a lungo termine. Aggiunge: “Questo mi sembra un giudizioso riconoscimento del fatto che una certa tassazione potrebbe impedire la crescita, potrebbe danneggiare la nostra ripresa, potrebbe ostacolare il passaggio tra le estreme difficoltà che stiamo vivendo in questo momento alla normalità.” All’onorevole Norman è stato chiesto più volte di segnalare se gli aumenti delle tasse sarebbero stati inclusi nel bilancio di marzo, ma lui ha rifiutato di commentare. Tuttavia, ha suggerito che potrebbe essere un incubo logistico rivalutare le proprietà residenziali nell’ambito delle riforme fiscali del consiglio, dicendo che un tale processo sarebbe un lavoro enorme. “La tassa comunale è solo una forma di imposta sulla proprietà ma è certamente una questione che teniamo sotto esame ed è un argomento di interesse politico sempre più vivo”, ha aggiunto. Il sig. Sunak, che non era presente, è stato criticato per non essere comparso davanti alla commissione in più occasioni. I critici suggeriscono che preferirebbe schivare il controllo piuttosto che spiegare le sue decisioni.

A.B.

Il 13 gennaio il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha tenuto una riunione in videoconferenza con gli altri membri del governo, riportata sul sito del Cremlino. I temi principali dell’incontro sono stati i risultati della costruzione stradale nel 2020 e i programmi per il 2021-2023. Tra i vari argomenti trattati durante la riunione, il vice primo ministro Tat’jana Golikova ha fornito informazioni sulla situazione epidemiologica nel Paese e sui preparativi per la vaccinazione su larga scala della popolazione contro il Covid-19 mentre il presidente Putin ha ordinato di passare dalla vaccinazione su larga scala a quella di massa dal 18 gennaio. Tutte le infrastrutture necessarie sono state preparate ed è stato redatto un programma di lavoro in pochi giorni. Il vice primo ministro Golikova ha confermato che entro la fine di gennaio 2,1 milioni di dosi di vaccino entreranno nella circolazione civile, riporta Russian.rt e, secondo il capo di Rospotrebnadzor Anna Popova, il 60% della popolazione potrà essere vaccinato contro il coronavirus nell’arco di un anno, riporta Ria.ru. Il 18 gennaio ha quindi avuto inizio la registrazione per la vaccinazione contro il Covid-19 tramite il portale e l’applicazione “Servizi di Stato”, riporta Pravda.ru. Nelle prossime 2 settimane il sistema verrà definito e a partire dal 31 gennaio chiunque potrà iscriversi per la vaccinazione. Nel modulo di registrazione il cittadino potrà scegliere un appuntamento presso una clinica o presso il punto di vaccinazione più vicino e si ricorda che al momento 2 vaccini sono ufficialmente registrati nella Federazione Russa: Sputnik V e EpiVacCorona. Un rappresentante dell’OMS ha affermato che in Russia si osserva una diminuzione dell’incidenza dell’infezione da coronavirus. Mosca ha il maggior numero di contagi giornalieri, ma ha ampliato le categorie di cittadini che possono essere vaccinati: dal 13 gennaio gli operatori IT e delle comunicazioni, i lavoratori immobiliari e del turismo, gli scienziati e i lavoratori dei servizi sociali privati potranno vaccinarsi, informa Russian.rt. Stanno inoltre aprendo altre stazioni mobili di vaccinazione nella capitale. Presto la vaccinazione potrà essere effettuata senza appuntamento in diversi centri commerciali e ill primo di questi punti è stato aperto nella Piazza Rossa, nei grandi magazzini GUM, riporta Gazeta.ru. Secondo le parole di Sergej Sobjanin, sindaco della capitale, Mosca potrà tornare alla vita normale da maggio 2021. Come riporta Mskagency.ru, egli sostiene che già per fine gennaio-inizio febbraio si potrà assistere a dinamiche più stabili e che la situazione dipenderà da quanto attivamente i cittadini verranno vaccinati. Per quanto riguarda la distruzione del vaccino russo nel mondo, Sputnik V è stato registrato in Paraguay, ne dà notizia Iz.ru. Il vaccino è stato approvato con la procedura accelerata e non sono stati richiesti ulteriori studi clinici. Ad annunciarlo è stato il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, responsabile della commercializzazione all’estero del vaccino sviluppato dal Centro Gamaleja. Il vaccino è stato registrato con la stessa procedura anche in Algeria, Argentina, Bolivia, Serbia, Palestina e Venezuela.

Una buona notizia per gli studenti della capitale: dal 18 gennaio gli studenti delle classi dalla 1 alla 11 sono tornati a scuola. Lo ha affermato il sindaco, esortando le scuole a osservare sempre e rigorosamente le misure di sicurezza. Fino al 21 gennaio tutte le altre restrizioni introdotte come parte della lotta alla diffusione del coronavirus sono state estese, riporta Russian.rt. In caso di rilevamento di un caso positivo, l’intera classe verrà trasferita nuovamente alla modalità di formazione a distanza.

Per quanto riguarda la politica estera, secondo quanto riporta Iz.ru, il 15 gennaio la Russia ha avviato le procedure per ritirarsi dal Trattato sui Cieli Aperti. Lo ha comunicato il Ministero degli Esteri a causa della situazione inaccettabile intorno all’accordo dopo il ritiro degli Stati Uniti. Nel maggio 2020 l’ex presidente americano Trump aveva dichiarato che Washington si sarebbe ritirato dal trattato e che non vi avrebbe aderito finché non l’avesse fatto anche la Russia e gli Stati Uniti si sono ritirati a novembre 2020. La Federazione ha avanzato proposte corrispondenti alle disposizioni fondamentali del trattato, ma non ha ricevuto il sostegno degli “alleati degli Stati Uniti”, cioè i Paesi europei. Secondo Pravda.ru, gli aerei russi utilizzati per i lavori riguardanti il Trattato sui Cieli Aperti dovrebbero essere riequipaggiati per scopi di intelligence, poiché possono condurre ricognizioni elettroniche e ottiche.

Una delle notizie più importanti della settimana riguarda il ritorno di Aleksej Naval’nyj in Russia. Il 17 gennaio il leader dell’opposizione extraparlamentare russa ha fatto ritorno nel suo Paese. Naval’nyj è sulla lista dei ricercati federali dal 29 dicembre, ricorda Pravda.ru. Da subito si è parlato di un arresto immediato all’aeroporto. Secondo quanto sostiene il politologo Belkovskij, l’arresto del principale oppositore genererà un potente scandalo internazionale e peggiorerà la posizione nei negoziati con la nuova amministrazione americana. Naval’nyj ha ottenuto garanzie di sicurezza da parte dei leader europei e dell’amministrazione Biden, il quale ha promesso di coordinare personalmente con Putin la sua sicurezza e quella della sua famiglia. In effetti, il 17 gennaio Naval’nyj è stato arrestato all’aeroporto Šeremet’evo al suo arrivo da Berlino, su richiesta del Servizio Penitenziario Federale. Il tribunale della città di Chimki ha esteso il periodo di detenzione di Naval’nyj di 30 giorni, fino al 15 febbraio 2021, riporta Pravda.ru. I soci di Naval’nyj definiscono illegale questa decisione e ci sono state manifestazioni in tutto il Paese. Secondo quanto riportato da Zona.media, il Parlamento europeo ha inserito la detenzione di Naval’nyj nelle questioni da affrontare durante la riunione del 19 gennaio.

S.P.

AFRICA

Secondo quanto riportato da al-Jazeera, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sta lavorando  intensamente con il Sudan per alleggerire il suo debito, in seguito alla decisione degli Stati Uniti di rimuoverlo dalla lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo. L’amministratore delegato del FMI, Kristalina Georgieva, ha dichiarato di essere stata fortemente incoraggiata dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e da altri Paesi membri nell’iniziativa di ridurre il debito sudanese, in modo che il Paese possa reintegrarsi nella comunità internazionale. In base alla legislazione degli Stati Uniti, Washington autorizzerà 111 milioni per ripagare parte del debito e 120 milioni per contribuire a saldarne parte con il FMI, rendendo disponibili altri 700 milioni fino a settembre 2022, che consentiranno di cancellare 1 miliardo in arretrato alla Banca Mondiale.

Cambiando argomento, in data 18 gennaio, lo spettro della violenza si è aggirato nella zona di el-Geneina, nello stato del Darfur Occidentale, in Sudan. Secondo quanto riportato da al-Quds al-Arabi, il violento scontro tra diverse tribù ha causato il ferimento e la morte di centinaia di persone e la distruzione di un gran numero di case, lasciando migliaia di sfollati senza cibo e senza acqua. Fonti di stampa dalla regione del Darfur hanno rivelato che la violenza tribale si era diffusa inizialmente nella parte meridionale, in seguito ad un attacco contro il villaggio di al-Tawil Saʻdoun, a est della città di Gereida, lunedì. Le ragioni di tali scontri risiedono nelle controversie sulla proprietà della terra e l’accesso all’acqua. Un capo della tribù dei Fallatah, Muhammad Saleh Idris, ha dichiarato che gli scontri si sono fermati, ma potrebbero tornare in qualsiasi momento. La portata del disastro che ha colpito Darfur è contro ogni immaginazione e il governo deve sfruttare tutte le capacità nazionali per richiedere aiuti internazionali. Dopo un incontro di domenica sera, il tenente generale del Ministro della Difesa, Yisen Ibrahim, ha dichiarato di voler inviare rinforzi per la sicurezza al fine di garantire la pace e la protezione dei cittadini e di voler formare un comitato supremo per indagare sugli eventi, determinare le radici del problema, far rispettare la giustizia per i fuorilegge e trovare i responsabili. Infine, nel contesto è arrivata anche una delegazione del Fronte rivoluzionario per informarsi sui recenti eventi.

V.D.I.

In Tunisia, nella giornata del 16 gennaio, il primo ministro Hichem Mechichi ha presentato in un rimpasto di governo 12 nuovi membri, a seguito di crescenti tensioni politiche e una grave crisi economica, scrive al-Jazeera. Mechici ha nominato Walid Dhabi come nuovo Ministro degli Interni, Hedi Khairi come Ministro della Salute, Youssef Zouaghi Ministro della Giustizia ed infine Sofien Ben Touns Ministro dell’Energia. Tuttavia, i partner della coalizione sostengono il governo, al contrario del partito Karama che si rifiuta di votare sul rimpasto e minaccia di lasciare la coalizione.

V.D.I.

MEDIO ORIENTE

Stando a quanto riferito da alcune fonti citate da al-Araby al-Jadid, la joint venture che include le autorità di Neom, la compagnia saudita ACWA Power e quella statunitense Air Products avrebbe chiesto consulenza alla società finanziaria Lazard in vista di un progetto per la produzione di idrogeno dal valore di cinque miliardi di dollari da implementare nella zona economica di Neom, il più costoso e ambizioso piano nell’intero panorama di ammodernamento dell’Arabia Saudita. Nel luglio dello scorso anno, le società hanno affermato che il progetto, che sarà di proprietà paritetica tra i tre partner, sfrutterà un innovativo sistema da 4 GW che integra energia solare ed eolica per produrre idrogeno verde da elettrolisi dell’acqua, da cui poi verrà sintetizzata ammoniaca a impatto zero. Ammoniaca che sarà ad esclusivo appannaggio di Air Products, la quale intende trasportare il prodotto in tutto il mondo, per poi ri-trasformarlo in idrogeno da destinare al mercato dei trasporti. Le fonti affermano che Lazard, la quale ha già svolto servizi di consulenza per il gigante petrolifero Saudi Aramco nel 2019, ha contattato le sue filiali per valutare il loro interesse al progetto. Tutti e quattro gli attori hanno tuttavia scantonato richieste di commento riguardo l’affare. Il progetto rende palese la svolta epocale che il principe ereditario saudita intende imprimere al Paese: pur restando ad oggi uno dei principali produttori mondiali di petrolio, l’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman evidentemente sta prendendo coscienza della fase calante in cui è entrato il greggio e della conseguente necessità di diversificare almeno in parte le sue fonti di sostentamento economico. E per farlo, MBS ha concepito il quadro strategico di Saudi Vison 2030 per ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio e sviluppare settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, infrastrutture, attività ricreative e turismo. Il settore delle rinnovabili è la punta di diamante di questo nuovo secolo saudita.

L.D.

Nella scorsa settimana, è andato in scena nella provincia di Deir Ezzor il più pesante bombardamento ad opera delle forze israeliane perpetrato in Siria negli ultimi anni. Raid aerei hanno preso di mira decine di basi militari affiliate all’Iran, indice dell’ampia fetta di priorità che la presenza iraniana in campo siriano riveste per Israele. L’offensiva, che segue di pochi giorni un attacco alle basi della Guardia rivoluzionaria iraniana nel sud della Paese, ha causato l’uccisione di decine di membri delle forze del governo e delle milizie iraniane di stanza nella regione. Secondo Abd al-Rahman, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli attacchi israeliani traggono matrice dall’arrivo di un contingente di armi iraniane dal confine iracheno i cui carichi erano stati insediati nei magazzini dei siti mirati. A generare un cortocircuito alla copertura mediatica sull’operato israeliano in Siria è stato quanto riportato da un funzionario dell’intelligence americana, un resoconto, citato da al-Arabi al-Jadid, che svela la realtà di un lavoro congiunto tra Washington e Tel Aviv, concretatosi nella fornitura di informazioni riguardo i siti oggetto dei bombardamenti. Non da ultimo, a detta del funzionario, l’11 gennaio, il segretario di Stato USA, Mike Pompeo, avrebbe discusso dell’attacco da effettuare in Siria con il capo del Mossad, Yossi Cohen. Israele, tuttavia, non ha rilasciato commenti a riguardo. La Guardia rivoluzionaria iraniana aveva sequestrato gran parte della campagna orientale di Deir Ezzor, a sud dell’Eufrate, dall’ISIS alla fine del 2017, e ha dispiegato nei mesi successivi molteplici milizie lungo una linea di oltre 50 km. I dati indicano che Teheran considera Deir Ezzor di grande importanza, soprattutto perché si trova al centro di un corridoio terrestre che parte dall’Iran e finisce nel Mediterraneo passando per l’Iraq. In un’intervista con Al-Araby Al-Jadeed, l’analista militare Asaad Al-Zoubi ha affermato che gli attacchi contro i siti iraniani nel Governatorato di Deir Ezzor confermano l’insistenza israeliana volta a non limitare la presenza iraniana in Siria, ma piuttosto eliminarla, e ciò risulta evidente dalla dimensione, il tipo e gli obiettivi degli attacchi.

L.D.

Dall’Iran, in un discorso pronunciato mercoledì durante la riunione settimanale del suo governo, il presidente Rouhani ha espresso piena soddisfazione per la fine del mandato di Donald Trump, sottolineando come la politica di massima pressione esercitata sul suo Paese attraverso le sanzioni abbia fallito. Rivolgendosi al nuovo volto del governo americano Joe Biden, Rouhani ha auspicato la piena ripresa del dialogo sul fronte nucleare, aprendo a un rinnovata cooperazione nonostante gli ultimi quattro anni di braccio di ferro tra i due Paesi. Durante la sua partecipazione alla riunione del parlamento, riferisce al-Jazeera, martedì il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha dichiarato che il suo Paese non ha fretta di riportare Washington all’accordo nucleare, dal momento che l’Iran tornerà al tavolo dei negoziati solo e quando gli Stati Uniti ripristineranno l’accordo con la conseguente revoca delle sanzioni. La nuova Direttrice dell’intelligence nazionale statunitense, Avril Haines, ha dichiarato che l’Iran è un attore destabilizzante e rappresenta una seria minaccia per l’integrità regionale, il cui progetto di sviluppare un’arma nucleare sarebbe da scongiurare ai fini di una maggiore sicurezza.  Da parte sua, l’Unione Europea e altri firmatari dell’accordo stanno cercando di persuadere il presidente Joe Biden a tornare al tavolo dei negoziati in virtù degli sforzi compiuti per preservarlo dopo il ritiro di Donald Trump. Nel gennaio 2020, l’Iran ha annunciato la sospensione di tutte le sue promesse contenute nell’accordo, in risposta all’assassinio del comandante della Forza Quds, Qassem Soleimani e del vicecapo delle Forze di mobilitazione popolare irachene, Abu Mahdi al-Muhandis. L’accordo sanciva l’impegno di Teheran ad abbandonare, per un periodo non inferiore a 10 anni, parti vitali del suo programma nucleare, e a limitarlo in modo significativo con l’obiettivo di impedire lo sviluppo di armi nucleari, in cambio della revoca delle sanzioni. Il dossier Iran rappresenta una pedina cruciale negli assetti geopolitici internazionali. È verosimile che l’Amministrazione Biden vorrà avvicinarsi quanto più possibile sullo scacchiere. L’alternativa sarebbe quella di regalare alla lunga la Repubblica Islamica alla sfera di influenza geoeconomica cinese nei teatri di crisi regionale.

L.D.

AMERICA

A sole poche ore dall’insediamento alla Casa Bianca, il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ratificato una serie di ordini esecutivi riguardanti Coronavirus, immigrazione e clima, lanciando una cascata di azioni amministrative volte a invertire le politiche del suo predecessore repubblicano. La più urgente delle sue priorità riguarderà le misure per combattere la pandemia di Coronavirus. Il provvedimento ripristina un’unità sanitaria nel Consiglio di sicurezza nazionale – a cui è stato ingiunto di rimanere inattiva durante l’amministrazione Trump – per supervisionare la preparazione e la risposta alla pandemia. Biden inizierà anche a invertire i passi intrapresi dal presidente Trump per ritirarsi dall’Organizzazione mondiale della sanità inviando Anthony S. Fauci, il massimo funzionario nazionale in materia di malattie infettive, a parlare giovedì alla riunione del consiglio esecutivo del gruppo. Sull’assistenza economica, Biden intende chiedere al Dipartimento dell’Istruzione di estendere fino a settembre il congelamento sia degli interessi sia dei pagamenti per i prestiti studenteschi federali. Chiederà altresì a tre agenzie chiave – i Dipartimenti degli affari dei veterani, dell’agricoltura e dell’edilizia abitativa – di estendere almeno fino alla fine di marzo le moratorie di preclusione per i mutui garantiti sotto la loro competenza. Il piano di soccorso di Biden sta già affrontando dure sfide al Congresso, poiché i democratici detengono solo una maggioranza ristretta in entrambe le camere e il sostegno dei repubblicani è ancora necessario per approvare la maggior parte dei progetti di legge al Senato. In materia di immigrazione, Biden ha firmato un ordine che abroga il divieto di viaggiare da diverse nazioni a maggioranza musulmana. Un’altra azione, riferisce il Washington Post, richiederà al Dipartimento per la sicurezza interna di continuare un’iniziativa dell’era Obama per proteggere i migranti dalla deportazione e rilasciare loro permessi di lavoro a condizione che siano qualificati secondo i requisiti stabiliti quando dal programma. Sul cambiamento climatico, Biden ha firmato un ordine di revoca del permesso, rilasciato dall’amministrazione Trump, che consentiva la costruzione del gasdotto Keystone XL oltre a sancire il ritorno nell’accordo sul clima di Parigi. Gli Stati Uniti faranno ufficialmente parte dell’accordo tra 30 giorni. Sulle questioni di equità razziale, Biden prevede di revocare la “Commissione del 1776” istituita dall’amministrazione Trump, definita l’anno scorso dall’ormai ex presidente come un “curriculum filoamericano che celebra la verità” sulla storia degli Stati Uniti ma che, secondo la nuova amministrazione, cancellerebbe le cicatrici razziali dal passato dell’America.

L.D.

Il Brasile sta lottando con la burocrazia cinese per rilasciare esportazioni di principi attivi per i vaccini sviluppati da AstraZeneca e Sinovac Biotech, senza i quali una spinta all’immunizzazione potrebbe presto attenuarsi, scrive il Jornal do Brasil. Lo scorso martedì altri Stati brasiliani hanno applicato i loro primi vaccini Covid-19, quando il governo ha distribuito circa 6 milioni di dosi già pronte del vaccino cinese Sinovac dopo la sua approvazione. Il mese scorso, gli ispettori sanitari brasiliani hanno visitato e approvato le strutture della società cinese WuXi Biologics per esportare gli ingredienti dei proiettili AstraZeneca per la finitura in Brasile. Tuttavia, la prima spedizione a Fiocruz a Rio de Janeiro ha subito diversi ritardi, lasciando le strutture inattive. A San Paolo, l’Istituto Butantan, finanziato dallo Stato, ha importato una quantità sufficiente di ingredienti attivi per il vaccino Sinovac per riempire e finire quasi 5 milioni di dosi, oltre alle 6 milioni di dosi già importate e distribuite a livello nazionale. La prossima spedizione di ingredienti è stata posticipata e le autorità di Butantan lunedì hanno avvertito che se non raggiungerà la fine del mese, l’istituto non sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo di 46 milioni di dosi consegnate entro aprile.

A.C.

Nel frattempo, il 17 gennaio in America Latina, precisamente in Guatemala, c’è stata una violenta repressione, riporta Bbc.com. La polizia antisommossa e l’esercito guatemalteco hanno disperso con la forza una carovana di migliaia di migranti centroamericani, principalmente honduregni, che cercavano di raggiungere gli Stati Uniti. Secondo i media locali, le autorità hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e hanno picchiato i membri del gruppo. La autorità guatemalteche hanno affermato che almeno una ventina di persone presenti nella carovana sono risultate positive al Covid-19.

S.P.

Spostando l’attenzione su Cuba, mentre il Paese sta vivendo il momento peggiore della pandemia, le autorità stanno testando il loro candidato vaccino su 900 volontari dell’Avana. Le autorità potrebbero infatti fare “un uso urgente” del vaccino Soberana 02 per iniziare le vaccinazioni di massa delle persone a più alto rischio, riferisce Eduardo Martìnez, presidente di BioCubaFarma. Gli studi clinici di fase 3 del vaccino potrebbero iniziare nel mese di marzo, l’isola infatti spera di iniziare la vaccinazione nel primo trimestre del 2021, riporta Diariodecuba.com. Inoltre, c’è la possibilità di ottenere più di un vaccino per popolazioni diverse, ovvero uno per i bambini e un altro per le persone di età tra i 19 e i 60 anni. Una nota positiva arriva grazie alla tecnologia: Canal Habana trasmetterà dei programmi educativi a partire dalla prima infanzia all’istruzione pre-universitaria, riporta Cubadebate.cu. La decisione è stata presa in seguito alla recente chiusura temporanea delle scuole nella capitale cubana.

                                                                                                                                  S.P.

In Argentina, un terremoto di magnitudo 6,4 e profondo otto chilometri è stato avvertito lo scorso martedì nella provincia di San Juan, nella vicina Mendoza e in misura minore in altre aree del Paese, DW. Secondo l’Istituto nazionale per la prevenzione sismica, il terremoto è avvenuto alle 23:46 ora locale nei pressi della città di San Juan di Media Agua, a sud della capitale provinciale, e finora non sono stati segnalati né feriti né danni materiali. A causa del terremoto, alcune città di San Juan erano temporaneamente senza elettricità, ha detto l’agenzia AFP. Miguel Castro, del centro sismologico di Mendoza, ha affermato al canale TN che il terremoto gli ha ricordato quello del 23 novembre 1977, di magnitudo 7,4, secondo la scala Richter, con 65 decessi e più di 300 feriti. Tuttavia, questa volta l’epicentro si trovava a circa 47 chilometri a sud-ovest della città di San Juan, dove sono presenti una serie di faglie attive che appartengono alla valle di Pie de Palo. Iaron Kolker, residente nel centro di San Juan, la capitale della provincia, ha dichiarato a Efe che il terremoto è stato “breve”, è infatti durato non più di 10 o 15 secondi. Secondo Kolker, è stato solo “un grande spavento”, poiché ha potuto parlare con i conoscenti attraverso gruppi telefonici e nessuno ha subito perdite e, come ha spiegato, intorno alle 00.45 ora locale è stato notato un nuovo lieve tremore. Inoltre, gli utenti dei social network di San Juan e di altre parti del Paese, come Córdoba (centro), hanno caricato video che mostra il tremore.

A.C.

In Uruguay, il governo è vicino alla conclusione di un accordo per l’acquisizione dei primi vaccini contro il coronavirus, scrive Infobae, ed è per questo motivo che ha già predisposto un decreto per l’acquisto degli antidoti che arriveranno nel Paese. Dialogando con la sua cerchia ristretta, il capo dello stato Luis Lacalle Pou è stato ottimista quando gli è stato chiesto delle trattative con i laboratori che producono le dosi. Il decreto non specifica il numero di dosi che arriveranno, i tipi o i laboratori che le venderanno, né tantomeno il costo. Si tratta infatti di un documento generale che autorizza l’Esecutivo a firmare i contratti con le diverse società di produzione. In un altro ordine, nell’ultima settimana il governo ha firmato un contratto con la società tedesca Va-Q-Tec, multinazionale con sede in Uruguay, che si occuperà della fornitura di congelatori e del sistema di confezionamento per mantenere freddi i vaccini. Questo accordo con la società tedesca è importante poiché, ad esempio, i vaccini Pfizer devono essere conservati sotto i 70 gradi. Un altro fattore rilevante è che Pfizer non è l’unico con la possibilità di raggiungere l’Uruguay poiché il governo Lacalle Pou ha negoziato con almeno altri tre laboratori: il cinese Sinovac, il vaccino russo Sputnik V; e Oxford / AstraZeneca con sede a Londra. L’aumento dei positivi per il coronavirus SARS-CoV-2 in Uruguay e l’arrivo di più pazienti in unità di terapia intensiva fanno sì che, nel caso in cui la situazione nel Paese sudamericano peggiorasse, entro la fine di febbraio l’85% dei posti letto in terapia intensiva potrebbe essere occupato, cifra che inizierebbe a saturare la capacità disponibile, e che a marzo potrebbe raggiungere il 100% di occupazione.

A.C.

L’Assemblea nazionale (Parlamento) del Nicaragua ha approvato lo scorso lunedì nella seconda legislatura un emendamento costituzionale che consentirà l’ergastolo per “reati d’odio” definiti in termini generali, ha riportato il DW. La riforma costituzionale è stata ratificata con il voto dei 70 legislatori sandinisti e dei loro alleati, che hanno il controllo assoluto del Parlamento, durante una sessione speciale tenutasi nella provincia settentrionale di Matagalpa. La condanna all’ergastolo in Nicaragua, che sarà riesaminata, sarà applicata eccezionalmente alla persona condannata per reati gravi quando si verificano circostanze odiose, crudeli, degradanti, umilianti e inumane che, a causa del loro impatto, provocano shock, rifiuto, indignazione o disgusto nella comunità nazionale, come modificata. La costituzione politica ha fissato a 30 anni la pena massima in Nicaragua. I deputati l’avevano approvata l’11 novembre, ma trattandosi di un emendamento costituzionale, la legge impone di ripetere la procedura in un secondo mandato. L’attuale periodo legislativo è iniziato il 9 gennaio. Tuttavia, tra gli oppositori del sandinismo, la legge viene interpretata come un nuovo strumento della dittatura di Daniel Ortega per punire l’opposizione, a più di due anni dalle proteste sociali scoppiate nell’aprile 2018. Lo stesso Ortega e sua moglie, il vicepresidente Rosario Murillo, hanno definito “reati d’odio” le azioni di attivisti e gruppi di opposizione, reati che secondo i deputati del partito al governo meritano di essere puniti con l’ergastolo. L’avvocato ed ex vice José Pallais, leader dell’opposizione National Coalition, ha respinto la nuova legge e ha avvertito che l’obiettivo del governo “non è cercare giustizia, è cercare vendetta politica”.

A.C.

Un grande incendio forestale si è diffuso nella zona costiera centrale del Cile, riporta Infobae. Le autorità hanno decretato l’allarme rosso e l’immediata evacuazione di almeno due popolazioni da un’area costituita soprattutto da boschi e vegetazione. È stato convocato il personale della National Forest Corporation (CONAF) e dei vigili del fuoco nel settore del Lago Peñuelas, una riserva forestale situata nella regione di Valparaíso in Cile. Tuttavia, con il passare delle ore, il fuoco ha continuato ad avanzare fino a quando non è sfuggito al controllo durante le ultime ore, divenendo così un incendio boschivo. Tutte le risorse della regione sono state in prima linea per spegnerlo e, data la sua pericolosità, è stato necessario richiedere rinforzi dalla regione metropolitana di Santiago. Finora si segnalano 120 ettari consumati, con la tristezza che questa cifra continui a crescere a causa delle condizioni meteorologiche previste.

A.C.

È venerdì e, se state leggendo l’UNINTBLOG, seduti comodamente a casa, potete dire di aver superato il famigerato #BlueMonday. Il blog canadese Narcity ripercorre la storia del terzo lunedì di gennaio, considerato, da svariati anni, il giorno più deprimente dell’anno. Helena Hanson, inoltre, ci ricorda che, durante quest’anno pandemico, il lunedì 17/21 si presenta particolarmente triste. Ma non temete! In Canada, si è sottolineato più volte che non si tratta nient’altro che di un’invenzione risalente al 2005. Un’agenzia di viaggi ha, infatti, ben pensato di diffondere questo sentimento di tristezza tipico dei Paesi nordici in quanto le difficoltà quotidiane sarebbero amplificate da numerosi fattori stagionali come il clima o l’inadempienza dei propositi prefissati per l’anno nuovo.

A.B.

ASIA

In base a quanto riportato dall’Asia Times, sembrerebbe che la crescita che la Cina ha vissuto nel 2020 abbia superato le aspettative. Anche se l’espansione del PIL del 2,3% del 2020 rappresenta il tasso di crescita più basso della Cina da decenni, rappresenta allo stesso tempo anche un superamento delle previsioni e delle altre principali economie. Nello specifico, l’economia cinese è stata potenziata da un’impennata di fine anno grazie alla quale è riuscita a crescere del 2,3% nell’anno 2020, questo è quanto hanno riportato i dati ufficiali di lunedì. Dunque, sembrerebbe proprio che l’economia numero due del mondo si stia riprendendo efficacemente. La performance sorprendentemente solida suggerisce che “l’officina del mondo”, come alcuni la chiamano, potrebbe anche fornire al globo un motore economico da corsa mentre le altre economie continuano a vacillare. Nello specifico, i dati positivi della Cina sono stati guidati da un aumento della produzione industriale del 7,3% nell’ultimo mese dell’anno e da un’impennata delle esportazioni che è stata sostenuta dalla domanda estera di articoli correlati alla pandemia come dispositivi di protezione individuale e gadget elettronici, questo secondo il financial newswire. Altri fattori alla base della crescita riguardano le efficaci misure di contenimento Covid-19 del Paese e gli aiuti fiscali e monetari che sono serviti per aumentare gli investimenti. I numeri del PIL hanno ampiamente superato le previsioni di un sondaggio AFP di analisti di 13 istituzioni finanziarie, la cui previsione di consenso era stata per un’espansione del 2,0%. Ha anche battuto le previsioni di consenso raccolte da Bloomberg, il quale aveva previsto invece un aumento del 2,1%. A ottobre, il FMI aveva previsto una crescita della Cina dell’1,9%, mentre a settembre la Banca mondiale aveva previsto il 2,0%. Secondo un sondaggio Reuters, quest’anno la Cina crescerà dell’8,4%. Se ciò risulterà corretto, sarà il ritmo più veloce del decennio. “L’aspetto importante di questo è che è stata una crescita più rapida del previsto”, ha detto ad Asia Times un osservatore cinese. “Ovviamente è la crescita più lenta degli ultimi decenni, ma nessun Paese ha fatto di meglio nel 2020”. Tenendo conto della terza ondata di Covid-19 – la quale sta devastando le società e le economie dell’Europa occidentale e del Nord America e che ha anche un impatto sull’Asia orientale, seppur meno rilevante – è probabile che la Cina diventi l’unica economia globale significativa ed è probabile che registrerà numeri macro positivi. Tuttavia, se dovessimo considerare le particolari condizioni nelle quali ci troviamo la Cina ha sicuramente fronteggiato in maniera ‘ottimale’ la crisi, d’altro canto però, se dovessimo paragonare il PIL del 2020 con quello del 2019 i dati potrebbero non risultare così entusiasmanti, dal momento che nell’anno precedente alla pandemia il PIL cinese crebbe del 6,1%. E questa è stata la cifra annuale più bassa che si è registrata da quando negli anni ’70 l’economia cinese intraprese importanti riforme.

A.B.

Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Livio D’Alessio (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Angelica Chimienti (lingua portoghese)
Veronica Dello Iacono & Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Simona Piergiacomo (lingua spagnola)
Antonella Bruno (lingua francese)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)