Se chiudo gli occhi sono a… Londra!
#MondayAbroad oggi diventa veramente british grazie al racconto di Omar!
Parlare con lui è sempre interessante e stimolante, ti apre le porte dei suoi ricordi e ti fa immergere completamente in essi.
Circa due anni fa, per quasi 5 mesi, Omar ha vissuto nella capitale del Regno Unito, città da lui descritta come assolutamente multietnica: “…non hanno bisogno forse di viaggiare più di tanto, perché lì hai sia un pezzo d’Italia, che un pezzo della Germania, della Francia, della Cina, dell’India, del Giappone… Se un giorno vuoi, magari, uscire dal tuo contesto culturale, puoi tranquillamente uscire e farti una passeggiata in un altro quartiere e, solo così, ti fai un mini viaggio!”.
È, difatti, proprio questa sua caratteristica che ha ammaliato il nostro collega, spingendolo verso le altre culture, soprattutto in campo culinario: “Ammetto di non aver assaggiato il fish&chips, ma non era colpa mia se ero troppo curioso delle tante prelibatezze che la città mi offriva e se davanti al banchetto typical british, sistemavano l’equivalente in versione tacos! Ahahah!”
Questa sua caratteristica così tanto positiva da una parte, perde punti da un punto di vista linguistico: “Se vuoi sentire il vero accento inglese, non ti consiglio sicuramente il centro della capitale in quanto troppo influenzato dalle varie culture. Ricordo che il primo accento che ho sentito era di una signora che lavorava a una biglietteria e che, secondo me, era molto simile a Maggy Smith della serie Downton Abbey!”
Continua il viaggio passando per i monumenti della capitale: ciò che più ha rapito lo sguardo del nostro primo spettatore è la quantità di reperti storici derivanti dalle varie imprese che Londra quale capitale dell’impero coloniale aveva e ha raccolto durante i vari secoli d’imprese. Ci racconta Omar: “I musei che ho visitato sono pieni di opere derivanti da tutto il mondo, tuttavia, se dovessi scegliere il mio preferito, sarebbe il museo di scienze naturali: penso che per un bambino sia una grande scoperta vedere i fossili dei dinosauri e io, in quel momento, mi son sentito un po’ un bambinone!”
“Omar, vale la pena tornare?”
“Assolutamente sì, anche se oggi è più complicato causa Brexit, io tornerei lì anche oggi, sia per lavorarci, che per viverci”.
“Una frase per descrivere l’esperienza?”
“Un mood, semmai: io seduto sulla panchina di Buckingham Palace che bevo caffè di Starbucks e, con un altezzoso accento british, ti dico “Get the London look!”.
Ilaria Violi