La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19
In Italia si avvicina lo scadere del primo termine previsto per le restrizioni legate all’emergenza Covid-19 e anche se ancora manca la comunicazione ufficiale, il governo ne sancirà una proroga a data da destinarsi. Le spaventose cifre di contagiati e deceduti giornalieri fanno presagire un decisivo prolungamento delle misure restrittive, condizione che ci costringe a re-inventarci e re-inventare un tipo di vita a cui non potevamo di certo ritenerci abituati.
Il valore aggiunto di questa anomalia, infatti, sta nell’imparare a non soffrire della “mancanza di…”, ma nell’imparare ad apprezzare “l’assoluta libertà di…” che in condizioni di normalità determina il nostro stile di vita.
La libertà di movimento, di riunione, di espressione, di stampa, ad esempio.
Quest’ultima in particolare è la chiave del nostro lavoro, e approcciandoci ad universi linguistici e geografici diversi abbiamo imparato a riscoprire il valore di quelle libertà che noi italiani tanto diamo per scontate, ma che tanto scontate, indipendentemente dall’emergenza, per altri, non sono.
Sara Nardi
In Italia, una settimana fa è arrivato un carico di mascherine e ventilatori dal Brasile dopo i blocchi alle esportazioni delle settimane precedenti. Per capire meglio vi riportiamo l’intervista fatta a Vanessa Teixeira Volochen, di Curitiba (Paranà) di 28 anni.
Come sta affrontando l’emergenza Covid-19 il Brasile?
I presidenti dei vari stati non riuscendo a trovare un accordo, hanno deciso di
prendere delle misure in maniera indipendente. Alcuni hanno scelto la via della
quarantena prima rispetto ad altri. Ad esempio, io adesso mi trovo nello stato
di Santa Catarina e la quarantena finirà il 31 marzo ma sicuramente verrà
prolungata: una settimana non basta.
In Italia abbiamo visto il presidente Bolsonaro chiamare il Covid-19
“raffreddorino”: cosa ne pensano i brasiliani?
Personalmente
penso sia da irresponsabili. Un presidente che sminuisce il problema, che non
sensibilizza la gente, è un presidente irrispettoso. Molti imprenditori,
attraverso dei video sui social appoggiano l’idea di Bolsonaro di tornare al
lavoro per non fermare l’economia, come il proprietario della nota catena di
fast food Madero. Ha detto che alcuni moriranno ma l’economia non può
aspettare. Anche i più poveri preferiscono rischiare: se non è il virus, sarà
la fame a metterli in ginocchio. Bolsonaro ha perfino pensato ad una campagna
pubblicitaria da 5 milioni di real (circa 880 mila euro) contro la quarantena,
chiamata “il Brasile non può fermarsi”. Fortunatamente è stato fermato.
In Brasile i media parlano dell’Italia?
Sì, i media parlano continuamente dell’Italia: mostrano immagini, dati. Il caso
italiano ci insegna come poter agire. Ci sentiamo molto vicini agli italiani e
vedere un leggero calo nei contagi ci rasserena.
Pensi che la vita dei brasiliani dopo questa emergenza cambierà in qualche
modo?
Forse
il popolo esigerà dal Governo un miglioramento per quanto riguarda il nostro
sistema sanitario pubblico. Inoltre, credo che per l’opprimente sensazione che
genera lo stare in casa molti cureranno di più le relazioni interpersonali. Ci
godremo la vita un po’ di più. Alcuni saranno più tolleranti perché la
solitudine ci ha fatto capire che dovremmo dare un peso diverso ai problemi.
Spero che la gente non dimentichi ciò che stiamo passando.
Martina Pavone
In crescita il numero dei casi in Canada. In una settimana si è passati da 219 casi a 2840, la maggior parte di questi si trova nella Provincia del Québec. Tuttavia, le autorità Canadesi affermano di riscontrare numeri inferiori a quelli previsti e si rifiutano di svelare lo scenario di propagazione in Québec, poiché creerebbe panico nelle altre province.
In Australia i casi arrivano a +4000 e il Ministro della Sanità parla di primi segni di appiattimento della curva di contagi, grazie anche alle norme di restrizione, che da questa domenica prevedono incontri solo tra due persone. Il governo lavora ad un fondo sussidiario per salvaguardare i posti di lavoro e permettere agli imprenditori di non lasciare indietro i dipendenti. Il Primo Ministro Morrison ha annunciato il lancio dell’app Coronavirus Australia, per aggiornamenti sulle misure prese dal governo e sui comportamenti da tenere. Connessa anche a WhatsApp, per chiarimenti direttamente dagli addetti al governo. Le comunità indigene sono le più a rischio a causa dello stile di vita comunitario e dell’alta percentuale di malattie croniche nella popolazione: “se il coronavirus arriva nelle nostre comunità siamo spacciati” dicono i capi indigeni.
Nel Regno Unito il Covid-19 attacca il cuore del governo: Johnson e Hancock, i quali hanno avuto contatti con personalità politiche di alto livello, e si cerca di ricostruire la rete di entrambi negli ultimi giorni. Boris Johnson avvisa che ulteriori restrizioni potrebbero essere necessarie. “Il peggio deve ancora arrivare” dichiara “abbiamo sempre cercato di attuare le giuste misure al momento giusto e non ci tireremo indietro, se sarà necessario andare oltre”. Nel mondo del calcio la Premier League è sospesa fino al 30 aprile, e i giocatori si allenano da casa. Secondo l’ex difensore Angelo Ogbonna potrebbero avere bisogno almeno di un mese, prima di riprendere a giocare quando tutto sarà finito. La Gran Bretagna “ha riso” dell’Italia e ha “sottovalutato” il coronavirus, afferma lo stesso Ogbonna, che vive a Londra ma ha la famiglia in Italia. “A Londra c’è stata subito preoccupazione” dichiara in un’intervista “supermercati vuoti, meno gente in giro. Ma Londra non è il Regno Unito”. Negli Stati Uniti, ad oggi sono oltre 141.000 i casi registrati di cui più di 59.000 a New York, epicentro del contagio. A preoccupare è la situazione sanitaria: il governatore Cuomo ha annunciato che lo Stato di New York avrà bisogno di più di 30.000 respiratori ed è troppo basso il numero di medici e infermieri in grado di utilizzarli. Bill Gates osserva che il confinamento graduale non funziona e prevede il picco per fine aprile. Nel Kentucky: il sindaco di Louisville come il Presidente della Campania De Luca si dichiara contro chi non rispetta l’isolamento. I colossi americani come Coca-Cola, McDonald’s e Nike rivisitano i propri loghi in stile “distanziamento sociale”.
Lucia Capriglione Claudia Cesetti Diana Fagiolo Laura Forcella Stefano Mazzagatti Emanuele Spina
La Spagna sembra essere legata all’Italia da un filo conduttore: il paese segue drammaticamente il nostro, non solo per numero di contagi, ma anche per quanto riguarda i provvedimenti sanitari e non, attuati dagli organi competenti. La Spagna sta registrando un aumento vertiginoso di casi positivi al coronavirus: questa settimana sfiora gli 80.000 infettati, circa 10 mila in più rispetto alla scorsa. Il numero delle vittime nel paese, che ammonta a 6.737, ormai supera di gran lunga quello della Cina. Gli spagnoli si uniscono in un grido di terrore, i malati muoiono da soli, senza l’opportuna e necessaria attrezzatura medica, lontani dai loro cari e soprattutto senza una parola di conforto. È solo l’inizio: il picco dei contagi è previsto fra 15 giorni. Notizia che sconvolge il paese è quella di Fernando Simón, direttore del Centro per la gestione della crisi sanitaria (Centro de Coordinación de Emergencias y Alertas Sanitarias) il quale, la notte del 30 marzo, è stato nuovamente sottoposto al tampone per il Covid-19, già effettuato qualche settimana fa e al quale risultava negativo, riportando ora la positività alla malattia. Il premier Pedro Sánchez ha inasprito ulteriormente il confinamento: oggi un nuovo decreto vieta tutte le attività non essenziali fino al 9 aprile con un congedo retribuito per tutti i lavoratori con lo scopo di limitare al massimo tutti gli spostamenti.
In Argentina, il Ministero della Salute (Ministerio de Salud de la Nación) registra attualmente 820 casi confermati, 22 sono i decessi. Solamente nella giornata di domenica scorsa si sono registrati 72 casi in più. Intanto il Presidente Alberto Fernández estende la quarantena, la quale sarebbe dovuta terminare ufficialmente martedì scorso. Il nuovo provvedimento prevede lo stato di emergenza fino al termine della Settimana Santa.
A Cuba Il Ministero della Salute annuncia che su 665 tamponi realizzati nel paese, 139 sono i casi positivi e che dispongono dei protocolli medici già messi in atto dai paesi più colpiti. Persistono aspre misure restrittive su chiunque entri nel paese tra cui l’isolamento.
Aumentano i casi in Venezuela, di fronte a 119 morti, il presidente della Repubblica Nicolás Maduro lancia un nuovo appello alla popolazione chiedendo di rispettare la quarantena, “la via più efficace per limitare la propagazione del virus”. Il paese, oltre a dover affrontare una crisi economica e umanitaria già da molti anni ormai, deve sopportare il peso di nuovi disagi.
Francesca Vannoni
Il sito francese di Euronews lamenta il fatto che, nonostante la situazione critica del sistema sanitario del loro Paese, molti italiani continuano ad andare a correre, creando spesso assembramenti. Grazie alla localizzazione GPS, l’app Strava permette di individuare gli utenti che trasgrediscono all’isolamento. La pratica sportiva si ferma invece per gli atleti che si stavano preparando ai giochi olimpici previsti per luglio 2020 nella città di Tokyo. Il Presidente del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha annunciato martedì scorso il rinvio dei giochi al 2021. Prima d’ora soltanto tre edizioni erano state annullate: Berlino (1916), Tokyo (1940) e Londra (1944). In Svizzera, dopo la decisione del Ticino di chiudere tutte le attività, in virtù dell’alto numero di contagi, anche il governo federale ha stabilito che fino al 19 aprile rimarranno aperti solo i negozi di prima necessità. 159 svizzeri sono stati rimpatriati da Santiago con il quarto volo organizzato dal Dipartimento Federale degli Affari Esteri; è previsto anche un aereo da Algeri. Ci sono molte iniziative per intrattenere la popolazione in quarantena: si passa dai “balconcerts”, i concerti in balcone o il concorso indetto dal giornale “Le Temps” per disegnare la propria vita in quarantena. L’UCM, associazione belga di tutela dei lavoratori indipendenti, per aiutare gli imprenditori in difficoltà ha richiesto una serie di misure, tra cui l’indennità regionale, la sospensione generale delle tasse e un incentivo agli affittuari per sospendere gli affitti. Riporta un po’ di speranza il caso della centenaria ligure sopravvissuta al Covid-19. Ricoverata a inizio marzo per una leggera insufficienza cardiaca, Italica, a 102 anni, è stata dimessa dopo tre settimane di lotta contro il virus: un esempio che in Belgio dona tanta speranza. La pandemia avanza in Africa e l’emergenza sanitaria diviene subito emergenza sociale. Mentre i governi rafforzano le misure di contenimento, in strada si assiste ad un incremento degli episodi di violenza. In Senegal, Sud Africa, Kenya, Ruanda e Zimbabwe sono stati denunciati abusi di potere e atteggiamenti violenti da parte della polizia, chiamata a far rispettare le nuove regole. Contemporaneamente l’immagine “dell’untore bianco” si diffonde tra la popolazione, sfociando a volte in episodi di razzismo contro gli stranieri residenti in Africa, considerati i portatori del virus nel continente. In Canada, molte imprese hanno convertito la loro linea di produzione per dare il loro contributo nella lotta contro la pandemia. Se molti birrifici e distillerie si sono lanciate nel loro piccolo nella produzione di gel disinfettante, la grande ditta di attrezzatura da hockey “Bauer” ha ottenuto il permesso dalle autorità sanitarie locali per fabbricare 300.000 visiere protettive mediche, che saranno vendute al Ministero della Salute del Québec. Nella realizzazione delle mascherine per coloro che assicurano i servizi essenziali, invece, si è cimentata la “Coop Couturières Pop” a Montréal, un laboratorio sartoriale che ha raccolto l’offerta di 4000 sarte disposte a portare avanti il loro lavoro a domicilio.
Emanuela Batir Carolina Benucci Lara Bruno Flavia Lucarelli D’Ortenzi Ngwikem Manfo Solange Giulia Marinucci Diana Sandulli Elen’Alba Vitiello Eleonora Valente
In Germania, mentre la popolazione si interroga su quanto dureranno ancora le restrizioni varate dal governo federale e dai Länder per l’emergenza sanitaria da COVID-19, è in preparazione una nuova misura più stringente e non ancora utilizzata in ambito europeo, sebbene in altri paesi se ne discuta: un piano per geolocalizzare attraverso i telefoni cellulari i soggetti affetti da COVID-19, sul modello già sperimentato in Corea del sud.
Questa misura, strategica per impedire l’estendersi della pandemia, è prevista da uno studio del Ministero degli Interni reso noto dal “Süddeutsche Zeitung” e da “Der Spiegel”.
Il governo federale non è alle prese solo con l’aspetto sanitario del contagio in costante crescita, ma anche con le difficoltà economiche che prevedibilmente colpiranno anche la Germania.
A Bruxelles, si sta discutendo su quali strumenti economici adottare per fare fronte alla crisi che sta mettendo in forti difficoltà mercati e economie di diversi paesi UE. Lo scontro è tra l’applicazione di due differenti strumenti, da una parte i titoli obbligazionari europei (Coronabond) e dall’altra il ricorso al Fondo Salva Stati (Meccanismo europeo di stabilità -MES)
I Coronabond sarebbero uno strumento della Commissione Europea che consentirebbe agli stati membri di finanziare le spese sanitarie straordinarie, e di fronteggiare anche la crisi di imprese e famiglie.
Questo strumento, sostenuto dal governo italiano, francese e spagnolo, ha trovato l’opposizione dei governi tedesco, austriaco, olandese e finlandese, favorevoli al MES.
Lo scorso 26 marzo i capi di stato della UE, hanno rinviato di 2 settimane ogni decisione per tentare di definire meglio le differenti posizioni ed arrivare ad una conclusione definitiva e condivisa.
Il MES rappresenta uno strumento già pronto ad intervenire con un fondo di 410 miliardi di euro, ma il suo impiego, graverebbe sul debito dei paesi che ne farebbero uso; i Corona bond, emessi dalla BCE che ne sarebbe garante, sarebbero una misura straordinaria e innovativa e al di là dell’aspetto economico, un forte segnale di unità e coesione della UE.
Se in ambito europeo il confronto è acceso, gli aiuti umanitari della Germania al nostro paese sono un vero ed apprezzabile sostegno.
Infatti, oltre agli aiuti in mezzi e strumenti, sono 47 gli italiani curati in terapia intensiva in Germania.
Il trasferimento dei pazienti provenienti dalle regioni più colpite dell’Italia, non è facile a causa del loro stato di salute, che necessita di condizioni straordinarie per gestire il “bio-contenimento” dei pazienti.
In Germania, tra gli effetti del COVID-19, è da registrare anche la morte del ministro delle Finanze dell’Assia, Thomas Schäfer. Si tratterebbe del primo caso di suicidio di un politico dovuto allo stress e alle preoccupazioni. In una lettera, lo stesso Schäfer pur non citando direttamente il COVID-19 come principale causa, avrebbe definito “senza speranze” il futuro sociale ed economico del Land.
Ivan Denaro
Mosca, 25 marzo 2020. Ci sono all’orizzonte piccoli miglioramenti anche nella lontana Russia. Sono esattamente 14 i guariti nella giornata di oggi: persone, non anziane, che prima di ammalarsi erano state in Europa. Un gradino sotto i guariti, ci sono poi quelli che Il Ministero della salute pubblica definisce paucisintomatici di COVID-19: 290 su 450 contagiati. Definiti solamente dal personale medico, in questi pazienti la febbre è più bassa di 38,5 C° e respirano liberamente. Ai paucisintomatici si raccomanda l’assunzione di alcuni farmaci antipiretici e di bere molto. Devono, comunque, riguardarsi le persone più a rischio come: anziani con più di 65 anni d’età, donne incinte, diabetici, malati cardiaci e asmatici.
A risentire di questa pandemia è anche il mondo dello sport. Come afferma il Presidente del comitato olimpico, Tomac Bax: “Le Olimpiadi che si sarebbero dovute tenere a Tokio dal 25 luglio al 9 agosto sono posticipate a data da destinarsi”. A prendere quest’ardua decisione è stato Bax coadiuvato dal primo ministro del Giappone Singzo Abe, il governatore di Tokio Juriko Koike e il direttore generale dei Giochi. Quest’ultimo, infatti, ha dichiarato che la pandemia COVID-19 ha peggiorato le condizioni delle persone in tutto il mondo, influendo quindi anche sullo stato fisico degli atleti partecipanti. Ciononostante, l’evento sportivo si terrà non oltre l’estate 2021. Nel frattempo, la fiamma olimpica rimarrà a Tokio, rappresentando per tutto il mondo la speranza di vincere, un giorno non lontano, questa lunga e dura battaglia.
Ed è proprio in questo momento così difficile che, l’arte e la cultura riescono a superare le barriere, infatti, lo staff del museo Hermitage a San Pietroburgo ha organizzato una visita online speciale dedicata all’Italia. “Vorremmo dare una mano ai cittadini italiani in questo periodo non facile. Non possiamo prestarvi aiuto medico o finanziario, ma speriamo di fare almeno qualcosa per abbellire questo momento duro con la bellezza infinita dell’arte.”, queste sono le parole riportate nella presentazione del tour virtuale. La dott.ssa Olga Macho, capo del settore per l’Educazione pubblica al Museo statale Hermitage ha tenuto oggi la visita in lingua italiana. Il 25 marzo di solito è un giorno in cui si festeggia il compleanno di Venezia, così, il direttore del Museo, Michail Piotrovsky, ha comunicato con un video di conforto e vicinanza che, per questo motivo, inizieranno proprio oggi una serie di trasmissioni online sull’arte italiana, in lingua italiana, per gli spettatori italiani. Il Direttore sottolinea l’importanza di Venezia per la città di San Pietroburgo e per il Museo stesso, infatti proprio in piazza San Marco si trova la sede del centro Hermitage – Italia. “Raccontando dell’arte italiana all’Hermitage vorremmo esprimere la nostra solidarietà verso i nostri amici italiani che come noi stanno affrontando l’epidemia.”
Paola D’Onofrio Angela Doria
Come hanno segnalato di recente i media italiani, l’emergenza ha raggiunto anche il continente africano, con una maggiore concentrazione nella zona del nord Africa.
Stando a quanto riportano i giornali arabi, quali Hespress e Alayam 24, i paesi del Maghreb, seguendo l’esempio europeo, hanno attuato misure preventive volte a rallentare la diffusione del virus. Sebbene il Marocco sembri essere al centro dell’interesse giornalistico arabo, non bisogna sottovalutare i preoccupanti dati relativi ad Algeria e Tunisia, che allo stato attuale registrano rispettivamente 454 e 278 contagi, con un totale di 37 decessi. Sembrerebbe invece che la Libia non sia ancora coinvolta in questa situazione di emergenza mondiale.
Quanto al Marocco, invece, i casi ad oggi confermati sono 437 e si registrano purtroppo 26 decessi. Ma la velocità di mobilitazione, responsabilità collettiva e disciplina che i marocchini hanno dimostrato rappresenta un motivo di orgoglio per il Paese. Ed è proprio la loro fede in Dio, unica via di uscita in un momento così tragico, ad illuminarli sull’importanza del rispetto per le regole di sicurezza, igiene e fiducia nelle autorità, come segnalato dal MAP (Agenzia di stampa marocchina). Una tale condotta risulta essere necessaria se si considera la ristrettezza delle risorse economiche e la fragilità dei sistemi sanitari; infatti, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Africa non dispone di mezzi sufficienti per far fronte ad un’epidemia di questa portata.
La situazione di crisi che affronta il Marocco è oggi paragonabile allo scenario che qualche settimana fa caratterizzava l’Italia. Nel nostro Paese vi è una forte presenza di comunità marocchine, che secondo le statistiche si concentrano maggiormente nelle zone del nord. Ma nonostante la lontananza e il difficile momento storico, rimane molto forte il contatto tra i marocchini residenti in Italia e la loro terra d’origine. Alcuni di loro sono stati intervistati dal quotidiano arabo Hespress, ed hanno riportato la loro opinione riguardo la strategia adottata dall’Italia per far fronte a questa emergenza. “La sicurezza italiana sta compiendo enormi sforzi, […] e non possiamo lamentarci di questo Paese che ci ha accolto”, ha sottolineato il portavoce. Quanto alla didattica, al pari dei loro compagni italiani, anche gli studenti marocchini si stanno abituando alle nuove tecniche da remoto.
In un momento storico-politico in cui valori fondamentali come solidarietà e accettazione del diverso sembrano venir meno, sorprende il senso di umanità dimostrato dall’Italia nei confronti dei suoi fratelli stranieri. Sono stati proprio i marocchini coinvolti direttamente nell’emergenza sanitaria a confermarlo, come si evince dalle seguenti parole: “tutti i malati ricevono cure complete e non esiste divario tra bianco, nero, italiano o straniero”.
Valeria Di Bonaventura Arianna Mercuriali Giulia Roncella
Il ministero degli Esteri cinese ha stabilito che, a partire dalla mezzanotte del 28 marzo, gli stranieri in possesso di visto valido o di permesso di residenza si vedranno temporaneamente precluso l’ingresso in Cina.
Secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale di stampa cinese “Xinhua”, venerdì, il presidente cinese Xi Jinping, in una conversazione telefonica con la sua controparte statunitense Donald Trump, ha sottolineato che dall’inizio dell’epidemia di COVID – 19 la Cina ha condiviso le informazioni in modo aperto, trasparente e responsabile con l’Organizzazione mondiale della sanità e paesi tra cui gli Stati Uniti.
Le epidemie, ha rimarcato Xi, non conoscono confini o razze e sono un nemico comune dell’umanità. Il paese, ha proseguito il presidente cinese, ha anche condiviso esperienze sulla prevenzione, il contenimento e il trattamento della malattia, senza riserve e fornendo il maggior supporto e assistenza possibile ai paesi bisognosi.
Secondo quanto riferito dalla Procura suprema del popolo cinese, in Cina sono state perseguite 1.919 persone per reati connessi all’epidemia di coronavirus. Tra loro, 18 persone sono state incriminate per aver compromesso la prevenzione delle malattie infettive, 506 per aver ostacolato gli affari ufficiali, 132 per aver fabbricato o venduto prodotti falsi o farmaci e apparecchiature mediche scadenti.
Sabato la Commissione sanitaria cinese ha annunciato 54 nuovi casi di coronavirus in Cina continentale. Inoltre, l’amministrazione di Wuhan ha iniziato a riaprire parzialmente la circolazione dei trasporti pubblici della città, in vista della riapertura totale prevista il prossimo 8 aprile.
L’Italia ha assistito la Cina 12 anni fa e adesso la Cina è pronta a restituirgli il favore.
La Cina non dimentica nonostante sia passato tutto questo tempo: “il ponte d’amicizia tra Cina e Italia sarà più forte quando ci aiuteremo a vicenda”, come afferma il presidente cinese Xi Jinping; e continua: “nella lotta contro il virus, gli esseri umani avranno maggiori possibilità”.
La Cina non dimentica: nel 1988 l’Italia, senza percepire alcun indennizzo, ha aiutato la Cina a istituire più centri di emergenza medica, che per oltre 30 anni hanno salvato innumerevoli vite umane.
La Cina non dimentica: nel terremoto di Wenchuan del 2008, l’Italia è stata la prima ad arrivare sul luogo del terremoto inviando un gran numero di aiuti umanitari, mentre rapidamente è stato istituito un ospedale mobile nell’area del disastro.
Confucio disse: “Se non accetti le persone lontane, allora devi coltivare la tua moralità”. La cultura cinese, in questo caso molto simile al cristianesimo, porta ad amare gli altri nonostante le controversie. Questa crisi, ormai quasi completamente superata, come testimoniano le decine di treni di chi fa ritorno a Wuhan, è per la Cina un nuovo battesimo, morto l’uomo vecchio ecco che emerge dalle acque l’uomo nuovo.
Gabriele Bonanni Nicolò Cornacchia
FONTI e SITOGRAFIA
Per la lingua PORTOGHESE
Intervista di Martina Pavone a Vanessa Teixeira Volochen
Per la lingua INGLESE
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Diez nuevos casos por covid-19 registra en Venezuela
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Hermitage Museum: visita online dedicata all’Italia
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