La lingua italiana, un pezzo da museo?
È finalmente tempo di riaperture per molte attività e con il nuovo decreto riaprono finalmente anche i musei. Nel Bel Paese, ricco di città d’arte e di opere importantissime, aprirà presto un museo per “custodire”, se così si può dire, uno dei monumenti storico-artistici più importanti: la lingua italiana.
Annunciato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini proprio nell’anno delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante, il museo della lingua italiana verrà inaugurato nel corso del 2021 nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze. Una scelta non casuale, quella della città che non soltanto ha dato i natali al Sommo Poeta, ma che è stata anche patria adottiva di tantissimi artisti e poeti del Rinascimento. Come sottolinea il ministro: “Non poteva che essere Firenze, per tantissime ragioni. Sta lavorando già da tempo un comitato scientifico di alto livello per l’impostazione del museo”.
La Commissione nazionale per la progettazione del museo, coordinata dal linguista Luca Serianni, comprende l’Accademia della Crusca, l’Accademia dei Lincei, la società Dante Alighieri, la Treccani e l’Associazione per la storia della lingua italiana, e vede il contributo di linguisti e professori di Storia della lingua italiana, tra cui la prof.ssa Lucilla Pizzoli, docente del nostro ateneo. Il progetto è ambizioso: creare un museo proiettato sul futuro che conservi la memoria, ma che coinvolga soprattutto i più giovani anche grazie alle nuove tecnologie, per rendere la cultura più accessibile per giovani e studiosi.
D’altra parte, la lingua italiana non ha mai avuto un museo a essa dedicato come quelli che invece sono stati istituiti per altre lingue e culture. Fino a qualche anno fa, il museo più grande tra i sessanta esistenti al mondo era quello dedicato alla lingua portoghese che si trovava a San Paolo del Brasile, purtroppo è andato distrutto in un incendio il 21 dicembre del 2015. Ora, come è possibile esporre un bene immateriale come la lingua in un museo? Risponde Luca Serianni: “è un museo che includerà una parte interattiva notevole, non dobbiamo pensare tanto a un museo con una serie di oggetti”. Grazie all’istituzione di percorsi interattivi sarà quindi possibile godere della bellezza e della ricchezza della lingua italiana, come ad esempio nella sezione dedicata ai giochi linguistici. I musei, quindi, non custodiscono semplicemente reperti o statue immobili, ma sono luoghi in cui è possibile ripercorrere la storia di un popolo, di una civiltà e persino di una lingua. Il museo di Firenze darà particolare rilievo a tutti i fenomeni sociolinguistici che non riguardano solo la lingua letteraria dei poeti e degli scrittori, ma anche la lingua nel suo insieme, la lingua viva e in continua trasformazione.
Certo, i musei sono fatti anche di oggetti. Nel 2019, nel corso del Festival della letteratura tenutosi a Mantova, il linguista Giuseppe Antonelli ha presentato al pubblico il progetto per la realizzazione del museo della lingua italiana coinvolgendo anche i visitatori, che hanno potuto proporre idee o suggerire quali fossero gli oggetti che avrebbero voluto vedere esposti nel museo. Oggetti di varia natura, utensili o strumenti di vita quotidiana che, attraverso il loro nome, condividono un pezzo di storia della lingua italiana. Una radio o un vecchio televisore che ci ricordano le trasmissioni RAI del secondo dopoguerra con cui tanti italiani che si esprimevano in dialetto hanno imparato a leggere e scrivere nella lingua nazionale, il pallone con cui l’Italia vinse il Campionato mondiale di calcio nel 1934 (perché l’amore per il calcio portò alla diffusione di molti tecnicismi del mondo dello sport nel linguaggio corrente), o ancora una matita rossa e blu, di quelle che venivano usate dai professori per correggere gli errori di grammatica nei compiti in classe dei loro alunni, una semplice matita che può portarci ad approfondire il rapporto tra norma e uso.
Infine, non poteva mancare di certo la valorizzazione della cultura enogastronomica italiana, che offre interessanti spunti di riflessione dal punto di vista linguistico. Nel nuovo museo sarà infatti possibile organizzare esposizioni enogastronomiche e persino degustazioni di prodotti tipici regionali. I visitatori potranno intraprendere un viaggio alla scoperta della lingua italiana partendo dall’etimologia, ma con la possibilità di degustare diversi prodotti.
Speriamo, quindi, che l’apertura del museo di Firenze sia la prima di tante occasioni di riflessione e valorizzazione del patrimonio linguistico italiano, e che serva da preludio per la riscoperta delle varietà regionali e delle minoranze linguistiche a rischio di scomparsa.
Vanessa Iudicone
Fonti:
https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/who-is-who/2020/09/nuovo-museo-lingua-italiana-firenze-intervista-luca-serianni/, consultato in data 26/04/2021.
https://www.youtube.com/watch?v=O2qrO1AWH68&t=8s, consultato in data 26/04/2021.
https://www.festivaletteratura.it/it/racconti/per-un-museo-della-lingua-italiana-1, consultato in data 26/04/2021.