Una collina da scalare
Lo scorso 21 gennaio, in occasione del giuramento del neoeletto presidente degli Stati Uniti, molte personalità di spicco della politica e della cultura hanno preso parte alla cerimonia. Tra queste, una giovane ragazza afroamericana con un cappotto giallo e lo sguardo fiero ha recitato una poesia che ha suscitato l’interesse del largo pubblico.
Nata a Los Angeles nel 1998, Amanda Gorman mostra sin da piccola un profondo amore per la letteratura e inizia a scrivere poesie di suo pugno dall’età di otto anni. Nel 2014 presenta alcune sue poesie sul tema dell’ingiustizia sociale al Youth Poet Laureate di Los Angeles, vincendo il primo premio del concorso riservato ai giovani talenti nel mondo della poesia negli Stati Uniti; l’anno successivo pubblica il suo primo libro di poesie, intitolato The One for Whom Food Is Not Enough. A soli 16 anni diventa delegata giovanile alle Nazioni Unite, mentre l’anno seguente fonda un’organizzazione no profit, One Pen One Page, per dare la possibilità ai giovani poeti svantaggiati di pubblicare i propri lavori. I temi delle poesie di Amanda Gorman riguardano l’oppressione, il femminismo, il razzismo, l’emarginazione e la diaspora africana, tristemente attuali nell’America e nel mondo del XXI secolo. Ad oggi, è la più giovane poetessa a essere intervenuta durante una cerimonia di insediamento presidenziale.
Enfant prodige, certo. Ma ciò che ha colpito maggiormente il pubblico durante il suo intervento è lo stile rap della poesia intitolata The Hill We Climb, che la Gorman ha recitato con grande sicurezza, nonostante la sua giovane età.
Dal punto di vista metrico, l’autrice ha optato per il verso libero, diffuso nella letteratura americana da autori del calibro di Walt Whitman, Ezra Pound e T.S. Eliot. Versi lunghi e brevi si alternano, creando quasi una tensione tra prosa e poesia, mentre la ripetizione anaforica del pronome “we” contribuisce a creare un ritmo incalzante, enfatizzato poi dalla lettura stessa.
La domanda sorge spontanea: come si può tradurre, in diretta televisiva, una poesia dal ritmo così particolare e piena di rime e continui richiami tra le parole? L’interprete avrà avuto un mancamento? I traduttori avranno rinunciato in partenza? Assolutamente no.
Scherzi a parte, andiamo a vedere le diverse strategie di traduzione adottate dai principali canali televisivi italiani. Esistono difficoltà oggettive nella resa in traduzione di testi poetici, primo tra tutti il rischio di tradire lo stile originale dell’autore, nonché il senso profondo dell’opera. Alcuni professionisti del settore affermano inoltre che soltanto un poeta può essere in possesso della sensibilità e degli strumenti culturali necessari a rendere una poesia da una lingua a un’altra. Il rischio di diventare un “traduttore traditore”, come spesso si sente dire, è quindi molto elevato quando si tratta di poesia. E se di norma l’interpretazione simultanea da una lingua molto sintetica e ritmata come l’inglese a una notoriamente più ridondante come l’italiano è già di per sé difficile, nel caso specifico della poesia recitata in stile rap dalla Gorman in diretta tv, interpretare in simultanea mantenendo inalterato il significato profondo del testo di partenza e riproponendone allo stesso tempo gli elementi stilistici e il ritmo diventa pressoché impossibile. Nell’esempio che segue, notiamo come la sintesi e il ritmo della poesia in lingua inglese scompaiano quasi totalmente nella proposta di traduzione in italiano, per quanto fedele nel contenuto e negli espedienti retorici dell’originale essa sia:
We are striving to forge our union with purpose To compose a country committed to all cultures, colors, characters, and conditions of man We seek harm to none and harmony for all. | Noi ci stiamo sforzando di plasmare un’unione che abbia uno scopo (Ci stiamo sforzando) di dar vita ad un Paese che sia devoto ad ogni cultura, colore, carattere e condizione sociale Non cerchiamo di ferire il prossimo, ma cerchiamo un’armonia che sia per tutti. |
Ecco perché le principali reti televisive hanno optato per il respeaking, mantenendo l’audio originale per consentire anche a un pubblico non anglofono di cogliere gli elementi prosodici del testo originale, aiutandosi nella comprensione con i sottotitoli in diretta tv. Nelle ore successive alla cerimonia, diversi siti web che si occupano di informazione hanno invece pubblicato il video del discorso originale, accompagnato da una traduzione scritta elaborata in un secondo momento. Il risultato? Un testo che è al contempo una bellissima poesia e una dichiarazione programmatica di democrazia, un appello all’assunzione di responsabilità rivolto ai potenti e un messaggio di speranza rivolto ai giovani e, stavolta, anche alle giovani donne, affinché gli Stati Uniti diventino finalmente un Paese dove anche “una magra ragazza afroamericana, discendente dagli schiavi e cresciuta da una madre single, può sognare di diventare presidente, per sorprendersi poi a recitare all’insediamento di un altro”.
Vanessa Iudicone
Fonti:
http://www.strettoweb.com/2021/01/the-hill-we-climb-poesia-rap-amanda-gorman-joe-biden-testo-traduzione/1116764/
https://it.wikipedia.org/wiki/Amanda_Gorman, consultato in data 24/01/2021.