Credits by Giulia Giacomino

Buongyy!

Oggi io e Federica vi raccontiamo della splendida mostra del fotografo Sebastião Salgado, Amazônia, esposta al Maxxi di Roma!

Credits by Giulia Giacomino

L’obiettivo della mostra era quello di immergere il visitatore all’interno della vegetazione e delle culture della foresta Amazzonica, e direi che è stato raggiunto con successo! Si entra in una grande sala semi-buia, in cui ad essere illuminate sono soltanto le foto, tutte in bianco e nero. L’occhio dell’osservatore viene così attirato sin da subito dagli splendidi paesaggi e dai profondi ritratti. In sottofondo si è accompagnati dalla traccia audio composta appositamente da Jean-Michel Jarre, che riproduce i suoni della foresta, rendendo il tutto ancora più magico e immersivo.

Credits by Giulia Giacomino

La mostra si è composta da una grande sala e due piccole salette, in cui vengono proiettati filmati di pochi minuti fatti da immagini che mostrano il paesaggio boschivo in una, e da alcuni ritratti di uomini e donne indigene nell’altra.

Credits by Giulia Giacomino

La sala principale è divisa in sei sezioni: L’Amazzonia vista dall’alto, Dissertare il continente, Piove nella foresta pluviale, Vette inattese si ergono dai bassopiani, Paura e ispirazione e Isole nella corrente. Gli spazi, all’interno della sala principale, sono ordinati in modo da ricordare le ocas, le abitazioni indigene. I ritratti delle varie comunità sono raggruppati in piccole aree circolari, riuscendo perfettamente nell’intento di evocare gli insediamenti umani isolati tipici della zona.

Credits by Giulia Giacomino

La foto qui sotto si trova nella sezione Piove nella foresta pluviale ed è tra le più belle di tutta la mostra, secondo me. Da una prospettiva soprelevata, vediamo la pioggia abbattersi su una sezione della foresta. Infatti, sebbene siano frequenti, le precipitazioni tropicali possono essere esperienze magiche quanto fatali. Inizialmente, il bianco e nero non mi ha permesso di cogliere subito cosa stesse succedendo, dato che la pioggia è molto fitta, quindi mi ci è voluto qualche secondo di attenta osservazione, e magari è per questo che ho apprezzato lo scatto così tanto.

La luce che si abbatte sulle nuvole crea contrasti magici, a primo acchito la sensazione che ho avuto è stata di quiete, di idillio persino. A mio avviso, l’uso del bianco e nero e della prospettiva deve essere davvero sapiente perché un fenomeno così violento, se immortalato, possa suscitare sensazioni di calma e pacatezza.

Credits by Elisabetta Lupo

Man mano che lo spettatore si addentra nella mostra, non può non restare sopraffatto dalla bellezza e dalla forza della natura evocata dalle fotografie di Salgado, che riescono a far catapultare lo spettatore direttamente in Amazzonia. Ammirando le immagini estremamente suggestive ed evocative, si rimane incantati di fronte all’incredibile bravura di Salgado nel riuscire a cogliere pressoché ogni minimo dettaglio di ciò che ha voluto ritrarre. In particolare, ci si sente incredibilmente piccoli e quasi impotenti dinanzi alla maestosità della natura, soprattutto quando si tratta di fenomeno climatici.

Credits by Giulia Giacomino

È il caso, ad esempio della seguente fotografia, molto suggestiva, appartenente alla sezione Piove nella foresta pluviale. La fotografia mostra un igapó, una tipologia di foresta alluvionale – nei pressi del fiume Jaù – che viene inondata molto frequentemente dalle acqua fluviali. Nella foto, è possibile ammirare una tempesta tropicale che sta per abbattersi su uno dei principali fiumi dell’Amazzonia, come si evince dal cielo cupo che sovrasta il fiume e le piante a lato, ossia delle palme della specie Astrocaryum januari. È assolutamente incredibile come il fotografo sia riuscito a racchiudere in una sola immagine tutta l’intensità ma anche il rumore della pioggia – che lo spettatore sembra quasi riuscire a sentire, sebbene ciò sembri un paradosso – e soprattutto la forza della natura che, nonostante il fenomeno climatico, resta quasi imperturbabile e si lascia immortalare da Salgado.

Credits by Giulia Giacomino

Le tempeste tropicali sono un soggetto molto caro a Salgado. Le foto che le mostrano sono estremamente evocative, e questo viene accentuato dalla scelta del colore bianco e nero, che contribuisce a creare quell’alone di mistero e malinconia, e al tempo stesso fascino, tipico di un cielo temporalesco. Un cielo che, in molte fotografie che mostrano le tempeste tropicali (tra cui quella sopra descritta), preannuncia l’arrivo di un potente temporale e che evoca, ancora una volta, la potenza inarrestabile della natura, facendo sentire lo spettatore una piccola entità rispetto alla natura.

Giulia Giacomino

Inoltre, non bisogna dimenticare la sezione dedicata alle tribù indigene, in cui volti, tradizioni e cultura si fondono creando un mix affascinante ed emozionante.

Sarebbe impossibile descrivere ogni singola fotografia appartenente a questa sezione, poiché ognuna di loro è ricca di significato. Tuttavia, tra le tante fotografie una molto particolare è quella di seguito illustrata.

Credits by Federica Zunino

La fotografia raffigura Manda, la figlia di Jeré (Yawakashahu) Yawanawa, abitante del villaggio di Escondido, situato nel territorio indigeno del Rio Gregorio.  Lo sguardo della bambina, vispo e attento, trasmette tranquillità, e lascia trasparire anche un po’ di curiosità per ciò che sta accadendo dinanzi a lei, vale a dire un fotografo che lo sta immortalando. L’immagine è molto evocativa poiché da essa si coglie l’importanza delle tradizioni, della cultura e del senso di appartenenza a una comunità, dato che la bambina sta indossando un copricapo, che si suppone essere il copricapo tendenzialmente utilizzato dai membri della sua tribù di appartenenza.

Ma non solo: è come se il bambino stesse osservando anche lo spettatore, come se volesse mostragli chi è, cosa fa e, in un certo senso, invitarlo a scoprire la sua cultura, con la stessa curiosità e interesse con cui il bambino guarda Salgado.

Credits by Giulia Giacomino

Nell’articolo abbiamo solo descritto alcune parti della mostra, dato che è molto difficile riuscire a racchiudere tutte le emozioni e le sensazioni provate alla vista delle fotografie di Salgado. Per cui vi invitiamo (se non l’avete ancora fatto) a visitarla il prima possibile, perché è un’esperienza non solo molto interessante, ma anche totalmente unica, che vi lascerà col fiato sospeso e vi farà viaggiare con la mente e con gli occhi.

Elisabetta Lupo, Federica Zunino