Romania: tra usanze e superstizioni

Cari lettori e lettrici,

eccoci di nuovo al nostro appuntamento con le tradizioni dal mondo!

Oggi vi portiamo in Romania, terra ricca di cultura, tradizioni e rituali arcaici che si sono tramandati di generazione in generazione.

Sant’Andrea

Un evento molto sentito in Romania è quello dedicato a Sant’Andrea che si festeggia il 30 novembre: in questo giorno, nell’intero Paese è possibile vivere in prima persona i riti di una manifestazione che intreccia il sentimento religioso alla tradizione popolare e molto profana.

Le tradizioni della Festa di Sant’Andrea sono state tramandate di generazione in generazione, per secoli e secoli, anche se alcune non hanno soltanto una valenza puramente religiosa: nella tradizione popolare, la notte della vigilia della Festa di Sant’Andrea è dedicata ai rituali per la protezione delle persone, delle case e del bestiame.
La notte, chiamata la notte del lupo che porta l’inverno, notte degli spiriti oppure notte dei sortilegi, si chiudono tutte le finestre e le porte delle case che vengono anche unte di aglio per tenere lontani gli spiriti malvagi.
La notte di Sant’Andrea è anche la notte durante la quale le ragazze possono conoscere il loro futuro guardando il fondo di un pozzo alla luce di una candela: infatti, secondo la tradizione, quando il Santo Apostolo Andrea giunse in queste terre non trovò in nessun posto dell’acqua, e allora colpì con il suo bastone la roccia nel posto dove c’è oggi la sorgente e l’acqua cominciò a sgorgare.

Carnevale delle Lole

Durante il periodo del Carnevale in Transilvania, la regione più conosciuta della Romania, va in scena un’antica usanza che fa rivivere le tradizioni delle corporazioni degli artigiani. Questa festa, chiamata “Carnevale delle Lole”, risale al XII sec. e preannuncia l’arrivo della primavera.

Secondo la leggenda, la tradizione del Carnevale di Agnita e della Fuga delle Lole risale al Medioevo, quando i Turchi occupavano la zona. Una ragazza di nome Ursula (figlia di un pellicciaio) si travestì e, con lo scandalo delle campane attaccate al corpo e una frusta in mano, mise in fuga i turchi.

Oggi l’usanza prende la forma di un corteo aperto dal capo della corporazione dei calzolai, sarti, pellicciai e falegnami; le corporazioni o le confraternite dei mestieri scelgono ogni anno, fin dall’inizio della tradizione, i loro rappresentanti per svolgere il ruolo di Lole, o protettore, portando con sé campane e fruste che agitano in aria durante la sfilata, che si conclude con il canto dell’Inno della Transilvania: i figuranti corrono a gruppi per le strade per scacciare gli spiriti maligni attraverso lo schiocco delle fruste. Questi personaggi sono vestiti di nero e con il volto coperto da una divertente maschera. Il nome lole deriva dal verbo tedesco “lallen” – balbettare, riferendosi alla difficoltà di parlare con la maschera.

Il “Carnevale delle lole” fa rivivere le tradizioni delle corporazioni degli artigiani, le arti tradizionali, e simboleggia, in un contesto umoristico, il passaggio nel nuovo anno.

Al prossimo appuntamento a tutti i nostri lettori curiosi!

Fonte:

https://www.lalinfa.it/sapori-dal-mondo/il-carnevale-in-romania-43.htm

https://www.romaniaturismo.it/info/eventi-feste-romania/

https://www.romaniaturismo.it/info/eventi-feste-romania/

https://www.notiziediviaggio.it/la-romania-festeggia-sant-andrea/