Sfamare un mulo a pan di Spagna
Buon venerdì, lettrici e lettori di UNINTBlog!
Esistono concetti, situazioni e sentimenti condivisi che si sono guadagnati un’espressione idiomatica in diverse lingue. Cambiano soltanto le immagini scelte per raccontarli e i codici linguistici che hanno dato loro una forma peculiare.
È il caso della frase portoghese alimentar um burro a pão-de-ló, letteralmente sfamare un mulo a pan di Spagna, che esprime l’insensatezza di dare a qualcuno qualcosa che non merita, perché incapace di apprezzarne il valore, per volontà consapevole o per mancanza di strumenti adeguati. Proprio come un mulo non riuscirebbe a cogliere la morbidezza e la bontà di un pan di Spagna, troppo raffinato per la sensibilità culinaria di un asino.
Anche l’italiano ha individuato un modo fantasioso per esprimere questo concetto: la nota espressione gettare le perle ai porci, derivata dalle parole pronunciate da Gesù in un passo del Vangelo secondo Matteo. “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi” (Matteo 7,6): nel discorso di Cristo, che dà origine anche all’espressione colloquiale spregiativa cani e porci – animali tradizionalmente impuri – fuor di metafora i porci rappresentano i pagani, poco predisposti ad ascoltare gli insegnamenti cristiani (le perle).
Il francese, con la frase donner de la confiture aux cochons, opta per dare la confettura ai maiali. Mentre l’inglese, senza coinvolgere esemplari del mondo animale, propone la frase to give caviar to the general (in italiano, dare caviale al generale), dove general non allude a cariche militari ma alla gente comune, per la quale sarebbe sprecato dispensare un alimento pregiato come il caviale.
Immagini e parole diverse, quindi, che danno voce a pensieri intramontabili e universali.
Giulia Coladangelo