“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce”.

Ci lascia così, improvvisamente, nel giorno del suo ottantesimo compleanno uno dei più grandi attori di tutti i tempi, Luigi “Gigi” Proietti.

Personaggio poliedrico, grande uomo di spettacolo e intrattenitore; tra le sue chicche, ricordiamo i suoi famosi monologhi, anche visti come momenti di completa e intensa sublimazione e introspezione, per quello che raccontava e per come lo raccontava. 

Nato a Roma il 2 novembre del 1940, inizia la sua carriera nel 1964 ricoprendo piccoli camei con il Gruppo Sperimentale 101, mentre dal 1968 riesce a ottenere ruoli da protagonista in diversi spettacoli del Teatro Stabile de L’Aquila. Negli anni ’70 comincia il suo percorso nel mondo della TV, recitando come protagonista assoluto nel film Gli ordini sono ordini e partecipa, inoltre, ad alcuni film statunitensi di registi celebri come Lumet e Altman. L’apice del suo successo televisivo lo raggiunge con il film Febbre da Cavallo, nel 1976.

Ricordiamo, inoltre, il suo impegno nell’ideazione e nella costituzione del Silvano Toti Globe Theatre, costruito nel 2003 in 3 mesi nei giardini di Villa Borghese a Roma e, proprio a luglio scorso, ha inaugurato l’apertura della stagione estiva di spettacoli dedicati al celeberrimo drammaturgo e scrittore inglese, William Shakespeare.

Impossibile elencare tutti i suoi lavori, che più che tali, possono essere definiti come vere e proprie opere d’arte che formano parte della cultura e della storia Italiana. 

Attore, comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico e insegnante italiano: un unico volto riusciva a personificare così tanti ruoli e personaggi. 

Un genio, in poche parole, di nome e di fatto (tanti lo ricorderanno sicuramente nel ruolo da doppiatore del Genio di Aladdin nel film d’animazione Disney del 1992), tanto da essere considerato uno dei massimi esponenti della storia del teatro italiano, soprattutto per le sue doti da affabulatore e trasformista. 

Ci stringiamo alla famiglia nel dolore per la perdita del grande Maestro.

Ciao Gigi, stavolta c’hai fatto proprio ‘na Mandrakata.

                                      Alessia Cacace e Ilaria Violi