A Bossa Nova
Era il 1958, i cieli sudamericani venivano oscurati da un’eclissi solare. Era il 1958, e i disordini politici e le continue guerriglie animavano il Libano. Era il 1958 e tra le case brasiliane echeggiava Chega de Saudade, canzone che divenne il simbolo della Bossa Nova.
Erano gli anni 50 e il Brasile stava vivendo un percorso di modernizzazione dal punto di vista economico, politico e culturale. Un clima di benessere stava avvolgendo il paese, o perlomeno, le zone del sud-est dello Stato. Le azioni di modernizzazione e di industrializzazione avevano reso il Brasile un paese progredito. Tale ammodernamento aveva aspetti legati all’idea del cosmopolitismo, il Brasile infatti era sempre più aperto all’ ambito internazionale ma culturalmente parlando, non voleva replicare i riferimenti estetici stranieri.
È questo il contesto storico in cui inizia ad espandersi questo nuovo genere musicale. Se da un lato, la Bossa Nova riprendeva la tradizione musicale del samba brasiliano, dall’altro lato, traeva ispirazione dallo scombussolante jazz nord-americano. Il termine Bossa Nova sta proprio a simboleggiare un Nuovo Stile, infatti si scelse l’aggettivo “nuovo” perché fu una maniera innovativa di intendere la musica. Per le nuove generazioni era tempo di sperimentazione, di scambio di idee, di improvvisazione per poter offrire una nuova immagine del Basile al panorama mondiale.
Questa nuova ventata musicale schierò in due fazioni di pensiero i brasiliani stessi: indignò i puristi della tradizione che guardavano la Bossa Nova con un occhio di riguardo poiché la percepivano come fenomeno di “colonizzazione culturale” dovuto alla sua prossimità al jazz americano; per altri invece fu una vera e propria illuminazione. È sicuramente accertato che questo rinnovamento fu così potente da invadere i vari angoli del mondo e da sopravvivere nel tempo. Il Brasile stava effettivamente lasciandosi alle spalle il tono tropicale di Carmen Miranda per dare spazio al nuovo ritmo soffuso e avvolgente di João Gilberto.
La Bossa Nova divenne un vero e proprio stile di vita: è tutto ciò che emana positività, è una bella donna, un politico corretto, uno sguardo sereno. L’elemento che caratterizza queste melodie è e sarà sempre la Saudade. Quel sentimento nostalgico inafferrabile ed impossibile da descrivere, lo si può solo avvertire nell’anima. E l’unico modo per poter esprimere questa forte emozione è la musica, intrisa di ritmo ma con una velata sfumatura di tristezza. La tonalità vocalica è molto bassa, le canzoni vengono quasi sussurrate, creando un’atmosfera ovattata che abbraccia e riscalda lo spirito.
E mentre, nella scena calcistica, Pelé dominava i mondiali di calcio in Svezia, le melodie di João Gilberto, di Vinícius de Moares e Toquinho stregavano lo sfondo musicale brasiliano.
Vi invito caldamente a chiudere gli occhi e a lasciarvi trasportare dai brani inebrianti di questi grandi poeti che hanno ammaliato ed ispirato generazioni di musicisti.
Greta Accardi