Da minha língua vê-se o mar” è una celebre citazione di Vergílio Ferreira, noto scrittore, il quale con una semplice frase riesce a sprigionare una forte carica simbolica che descrive perfettamente la cultura portoghese. Mi chiedo quali immagini ed emozioni riesca ad evocarvi… personalmente si spalanca davanti ai miei occhi una piccola finestra in legno che si affaccia sull’oceano Atlantico, immagino la fresca brezza marina che accarezza la pelle e riesco a sentire l’odore della salsedine… dipingo tra i miei pensieri i marinai lusitani che con le loro imbarcazioni sfrecciano tra le onde alla ricerca dell’inesplorato.

Ma torniamo a noi e iniziamo ad analizzare il termine “lusofonia”. Notiamo subito come sia composto da due elementi, “luso” e “fonia”; il primo designa il popolo portoghese (i lusitani furono una popolazione indoeuropea che si insediò nella parte più occidentale della penisola iberica), mentre il secondo proviene dal greco e significa “suono”. Dunque questo concetto unisce circa 210 milioni di persone che parlano il portoghese in tutto il mondo, ma in realtà si può interpretare il termine lusofonia in diverso modo: come un sentimento, come un desiderio di condivisione di un passato comune.

Naturalmente letteratura e storia sono due discipline che vanno a braccetto, per cui tenetevi forte e tuffiamoci insieme nel passato!

L’anima del popolo portoghese si contraddistinse per la sua vocazione marittima, così tanto tenace da averli spinti verso i “confini” del mondo e da averli permesso di scoprire odori e sapori di civiltà totalmente differenti: America, Africa e addirittura Asia! E pensare che questo grande impero ebbe inizio con la curiosità e con la sete di potere del giovane Henrique o Navegador il quale, nel corso del XV secolo, iniziò il suo viaggio di conquista occupando prima le Azzorre, per poi spingersi più a sud e successivamente sbarcare sulle spiagge capo verdiane, e da lì colonizzare le costiere africane.

L’esplorazione lusitana prosegue ancora oltre, giunge fino ai confini esotici dell’estremo Oriente, dove creerà importanti porti commerciali come Goa, Malacca, Nagasaki e Macao; il Portogallo dunque dominava il mercato tra Europa ed Asia. L’impero lusitano ha lasciato le tracce della sua presenza tra i quattro angoli del mondo, dal Mozambico al Timor-Est, dal Giappone al Brasile, dall’Angola a Macao! In tutti questi paesi si sono mescolate tradizioni, culture, sapori e lingue totalmente diverse tra loro; la lusofonia traduce dunque un sentimento di appartenenza che sfocia in una connessione fra popoli che si sentono legati da un senso comune. Parliamo di un’identità che trova le sue radici non solo nella lingua, ma anche nella musica, nella gastronomia e nella letteratura.

Insieme intraprenderemo questa esplorazione tra i poeti Capoverdiani, i letterati portoghesi e i musicisti brasiliani. Conosceremo la grande eredità lusofona che ci è stata lasciata nei diversi angoli del mondo.

Greta Accardi