Quanto amare le parole?
Buongiorno da Silvia (manontroppo)!
Torno su questi schermi con una Receustione un po’ diversa. In questa rubrica vi raccontiamo spesso di libri, film o serie televisive, oggi però vorrei spostarmi sul mondo dei podcast. Sappiamo che si tratta di una realtà in rapidissima espansione e diffusione, forse anche in linea con la piacevolezza del solo ascoltare, in un quotidiano bombardato da stimoli visivi di ogni tipo. Sappiamo meno, forse, come destreggiarci in questo oceano di parole in cui un faro non sarebbe niente male.
Ma passiamo al podcast di cui voglio parlarvi. Amare parole è un podcast del Post che si è aggiunto alla già fiorente rosa della testata questo ultimo 26 marzo. A condurlo è Vera Gheno, sociolinguista, scrittrice e docente universitaria che al suo interno ci parla di linguaggio e dei suoi cambiamenti, scegliendo per ogni puntata un focus specifico, spesso legato a eventi di cronaca.
Gheno è partita dalla differenza tra linguaggio – e quindi espressioni – connotativo e denotativo, mettendo fin da subito in chiaro come le parole possano avere un peso, un intento giudicante al loro interno, anche quando chi le utilizza non ne è del tutto consapevole. Dopo questo primo tassello si è passati dalla proposta di legge 734 per la tutela e la promozione della lingua italiana (ovvero il famoso “oh basta co ste parole inglesi che non si possono più di’” di qualche settimana fa), ai femminili professionali e perché sia sacrosanto ed estremamente importante usarli, fino a toccare l’ipotesi Sapir-Whorf partendo dal discorso di Ambra Angiolini sul palco del primo maggio. Fidatevi, purtroppo ha senso.
A parte il colpo al cuore che avranno percepito tutti coloro che stanno leggendo e hanno sostenuto almeno un esame di Linguistica generale all’università, io credo che questo podcast sia importantissimo. Per chi come me studia le lingue da anni, è uno stimolo eccellente alla riflessione, ci permette di muoverci in un campo a noi familiare ascoltando chi in questo campo ci studia e ci lavora, dandoci la possibilità di scoprire ogni domenica mattina un nuovo legame tra le parole e la realtà, e quanto la materia che studiamo scorre all’interno della vita vera. Chi invece non ha mai masticato nozioni teoriche di lingua e linguaggio è doppiamente benvenuto, ogni puntata è breve e auto esplicativa, nulla è mai dato per scontato e forse proprio uscendo dalla bolla è come questo podcast potrebbe far più del bene.
Fatemi sapere cosa pensate di Amare parole, se aspettate con ansia le 10 di ogni domenica o se è la prima volta che ne sentite parlare, alla prossima!
Silvia Costa