Come ti descriveresti?
Solare ed estroverso, anche se confesso che spesso la mia esuberanza è soltanto una forma di timidezza e che dietro la maschera del simpaticone nascondo una forte emotività e sensibilità. Diciamo anche che il me “bambino” esce spesso fuori e questo un po’ mi piace, perché è bello godersi la vita e sorridere!
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Ho cominciato questo lavoro subito dopo le scuole superiori, su spinta dei miei genitori, ma col tempo me ne sono innamorato. Lavorare al bancone significa incontrare ogni giorno persone diverse, a volte nuove, a volte le stesse, e di conseguenza anche mondi diversi! Ad esempio, la cosa che più mi entusiasmò quando mi venne proposto di venire a lavorare in questa Università fu l’idea di “internazionale”, ovvero di avere l’opportunità di conoscere anche studenti Erasmus, provenienti da altri paesi, lingue e culture. Ma in generale, credo che ogni incontro mi arricchisca, cambiando il mio modo di pensare e di vedere il mondo. Una fortuna da non poco!
La persona che sei oggi è chi sognavi di essere da bambino?
Diciamo che sono in dirittura d’arrivo, ci stiamo lavorando su. Credo che chi incontriamo e ciò che viviamo lungo la nostra vita ci insegni tante cose e ci formi molto come persone, e che a volte cambino anche quelle che sono le nostre prospettive e quelli che erano gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Ad esempio, da piccolo ho sempre pensato che un giorno avrei voluto essere una di quelle persone sagge a cui tutti si rivolgono per avere consigli, ma dal desiderarlo all’esserlo ce ne vuole!
E in futuro, chi vorresti essere?
Vorrei continuare a crescere come persona e riuscire a trovare il modo di mettere quelli che sono i miei talenti a servizio degli altri. In passato ho sempre ricercato cose che mi facessero star bene e mi dessero piacere, ora sto cercando di essere più attento ed in ascolto dell’altro e in questo il mio lavoro è un’opportunità che mi è dato di cogliere ogni giorno.
Simone