Storia, tradizione e innovazione: Incontro con Maurizio Marinella Re della Cravatta
“Quella di Marinella è una Storia Vera…” racconta uno stile senza tempo che vive da oltre 100 anni in una società che si evolve, ma nonostante tutto mantiene le sue tradizioni. La chiave del successo si tramanda con l’esperienza, l’accoglienza e l’emozione sempre viva. Acquistare una cravatta Marinella è un must per chi visita Napoli, o per chi da Napoli vuole portare un regalo, un ricordo ad un amico o a un parente.
Il brand Marinella è un orgoglio napoletano e il suo prodotto può essere descritto con le seguenti parole: qualità, colore, corposità e sentimento, in quanto è proprio l’emozione al momento dell’acquisto che definisce la personalità del cliente.
Marinella rappresenta un marchio italiano di eccellenza, ma soprattutto è la storia di una famiglia giunta alla sua quarta generazione. Il prodotto simbolo è la cravatta “Made in Naples” indossata da capi di stato, personaggi del jet set, attori e anche persone comuni.
“Si tratta di un prodotto trasversale che ha incravattato tutti i Presidenti italiani e stranieri”, così rivela Maurizio Marinella durante un seminario tenutosi alla UNINT e organizzato dal Preside della Facoltà di Economia, il Prof. Alessandro De Nisco. Maurizio Marinella ha raccontato l’evoluzione del prodotto che da Napoli ha spiccato il volo verso il resto del mondo. Il percorso di internazionalizzazione ha portato alla creazione di 5 negozi esteri tra cui uno a Londra e uno a Tokyo. Inoltre, il brand è presente in 12 department stores nel mondo.
Nasce nel 1914, a piazza Vittoria, “piccolo angolo di Londra a Napoli”, come scrisse Matilde Serao. Don Eugenio Marinella è stato il primo a partire alla volta dell’Inghilterra per importare i prodotti iconici dell’epoca e proporli nella sua bottega di 20 mq.
La tradizione vuole che il negozio apra i suoi battenti alle ore 6:30 del mattino, accogliendo i clienti coccolati con il caffè e la sfogliatella napoletana. Il fondatore organizzava anche lezioni di nodo, sia per la cravatta sia per il papillon, che all’epoca era rigorosamente allacciato a mano. La bottega era un punto d’incontro, un grazioso salotto di élite dove si creava l’atmosfera di “una farmacia di paese” visitata da personaggi come Totò, Mastroianni, De Sica, Visconti e Edoardo de Filippo.
“Avevo otto anni” prosegue Maurizio con il suo emozionante racconto “e venivo portato in negozio da mio padre e da mio nonno per respirare l’atmosfera del marchio e carpire i segreti della tradizione. Il negozio si affacciava sul golfo di Capri davanti alla “Ville Royale”. Il mio inserimento non è stato facile, nonostante fossi il predestinato a continuare l’attività di famiglia. A 12 anni cominciai ad appassionarmi alla mia futura professione e a 13 mi fu permesso di scegliere i colori per la nuova collezione di maglioni: scelsi il giallo e l’azzurro, colori che fino a quel momento non erano mai stati inseriti nelle collezioni proposte da mio padre o da mio nonno. La vera svolta arrivò a 18 anni, quando con la patente in mano, decisi di fare personalmente le consegne: il mio primo incontro fu con il Commendatore Barilla, in seguito vidi il Senatore Andreotti e il Presidente Cossiga”.
L’evoluzione e la storia della famiglia continua con la quarta generazione: il figlio di Maurizio, Alessandro, cresciuto nell’era del digitale, sposta l’attenzione sull’e-commerce. Restando al passo con i tempi, il brand sensibile al problema della sostenibilità, sceglie di realizzare le sue cravatte anche con tessuti creati con le bucce di arancia o gli involucri di cellophane biodegradabili.
Il sogno di Maurizio è quello di creare un’Università degli Antichi Mestieri per sostenere l’artigianato Italiano che sta scomparendo. “Le nostre regioni sono ricche di Arti e Mestieri che devono essere tramandati”.
È la nostra tradizione che rende il Made in Italy un prodotto unico nel mondo.
Maria Christina Rigano