L’Esprit de l’escalier: la poesia delle parole perdute
C’è un luogo segreto, in cui risiedono le parole in fuga e le idee smarrite, una dimensione nascosta in cui abita l’espressione francese “l’Esprit de l’escalier”, tradotto letteralmente in italiano “lo spirito della scala”.
Ma cosa c’entra lo spirito con una scala? In realtà, tutto ruota attorno a un affascinante momento di frustrazione. Immaginate di essere in una discussione, un dialogo accalorato in cui le parole volano irrefrenabilmente a destra e sinistra. Eppure, al termine di quell’incontro verbale, quando vi allontanate e vi incamminate “lungo le scale”, ecco che il lampo di genio si manifesta nella vostra mente. La risposta perfetta, l’argomento irrefutabile, tutto si svela improvvisamente. Ma ormai è troppo tardi. Siete giù per le scale, lontani dalla scena del confronto, e l’occasione è svanita.
L’Esprit de l’escalier è proprio questo: l’ingiustizia dei pensieri brillanti e le parole che avremmo dovuto dire, che emergono solo quando ormai si è raggiunta la soglia.
L’espressione ha radici nella Francia del XVIII secolo ed è attribuita al filosofo e scrittore Denis Diderot[1]. La storia dell’origine di questa frase affascinante è stata tramandata attraverso un aneddoto che coinvolge Diderot stesso. Si narra che una volta Diderot partecipò a un ricevimento sociale, durante il quale ebbe una discussione accalorata con un nobile. Durante l’intera conversazione, Diderot si sentiva a suo agio e sicuro di sé, ma non riuscì a esprimere appieno le sue argomentazioni o a fornire risposte brillanti alle provocazioni del nobile. In seguito, mentre scendeva le scale dell’edificio, Diderot ebbe un momento di Epifania. Le risposte geniali che avrebbe dovuto dare e le battute pungenti che avrebbero sconcertato il nobile affiorarono nella sua mente, cristallizzando la sensazione di aver perso l’opportunità di dimostrare il proprio ingegno: “l’homme sensible, comme moi, tout entier à ce qu’on lui objecte, perd la tête et ne se retrouve qu’au bas de l’escalier.”[2]
Le scale rappresentano un riferimento all’edificio nel quale si svolse la cena in questione, i ricevimenti infatti, si tenevano al “piano nobile”, vale a dire il secondo; dunque, il “fondo” delle scale indica che la risposta adeguata arriva quando si sta lasciando il ricevimento.
Anche in Yiddish esiste una parola dal significato molto simile ovvero “Trepverter”, e l’autrice ed illustratrice Ella Frances Sanders, che già abbiamo incontrato nel corso di questa rubrica col suo libro Lost in Translation, l’ha spiegata ed illustrata utilizzando proprio la scala come protagonista.
L’esprit de l’escalier si insinua nelle pieghe delle nostre vite quotidiane, quando ci rendiamo conto che la nostra risposta, la battuta perfetta o l’argomento brillante, ci hanno eluso in un momento cruciale. È come se il destino, con il suo sorriso malizioso, ci stuzzicasse e ci sfidasse a essere più veloci e più astuti.
Questa espressione intraducibile nasconde la bellezza dell’imperfezione umana. È un tributo all’inevitabile mancanza di tempismo che ci accompagna nella vita.
Anna Bonetti
[1] Denis Diderot (1713 – 1784) è stato un filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d’arte francese.
[2] Denis Diderot, traduzione in italiano: “l’uomo sensibile, come me, colpito dall’argomentazione, perde la testa e non la ritrova se non in fondo alle scale.”
[3] Lost in Translation, di Ella Frances Sanders.